FIR nato da 145/2018, indennizzi a fine 1ª tornata. Intervista on. Zanettin: “residui vadano a risparmiatori definiti dalla legge e non ad altri”

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Zanettin interviene alla Camera sul Fir (Fondo indennizzo risparmiatori)
Zanettin interviene alla Camera sul Fir (Fondo indennizzo risparmiatori)

Siamo alle battute finali, per molti solo a quelle della primo step, della 145/2018 da cui, a passi successivi, è nato il FIR (Fondo Indennizzo Risparmiatori). Se a fine luglio la Commissione Tecnica esaurirà il suo incarico, nel frattempo Consap – Ministero dell’Economia e delle Finanze Dipartimento del tesoro, ha inviato gli ultimi dati sullo stato dei rimborsi destinati agli azzerati dei crac bancari.

Vediamo quindi a che punto siamo: “al 31 maggio 2022 la Commissione tecnica ha valutato n. 135.607 domande per un controvalore di oltre 902 mln di euro, corrispondente al 94% delle istanze complessivamente pervenute, di cui n. 124.070 istanze afferenti al regime forfettario per un importo di euro 768.970.306,42, n. 11.537 istanze afferenti al regime ordinario per un importo di euro 133.258.593,40.

Con riferimento al numero e all’importo dei pagamenti effettuati, risultano complessivamente eseguiti n. 140.231 ordinativi secondari di pagamento per un totale di oltre 887 milioni di euro”.

Un dettaglio non trascurabile: la dotazione iniziale di 525 milioni di Euro per ciascuno degli anni 2019, 2020 e 2021, per un totale di 1.575 milioni, lascerebbe un residuo inutilizzato, ad oggi, di ben 688 milioni di euro.

Sulla questione complessiva, storica e ad oggi, abbiamo chiesto un parere all’onorevole Pierantonio Zanettin di Forza Italia, avvocato vicentino alla sua quarta legislatura nonché ex membro laico del CSM ed ex azionista della Banca Popolare di Vicenza, in cui aveva depositato i suoi primi risparmi e che, come un po' tutti gli esponenti pubblici di Vicenza, alla partecipazione al capitale della Banca davano quasi un significato di solidarietà col territorio per cui l'ex Popolare operava o, visti gli esiti finali, avrebbe dovuto operare.

Onorevole, lei è stato certamente, anche se non mediaticamente il più seguito, uno dei politici più attivi in questi anni a fianco dei risparmiatori truffati sul fronte del FIR, nato dalla  legge del 30 dicembre 2018 n. 145, poi "novellata" (fonte, e non opinione, Consap-MEF) dalla L. 28 giugno 2019, n. 58 , integrata dalla Legge di bilancio 2020 – L. 27/12/2019 n. 160, dal Decreto Legge del 17 marzo 2020, n. 18, dalla Legge 17 luglio 2020, n. 77 e dalla Legge 30 dicembre 2020, n. 178.

Potrebbe spiegare ai nostri lettori il perché di questi numerosi correttivi?

Il Fondo indennizzi Risparmiatori è un istituto del tutto inedito per il nostro ordinamento e si è dovuto, come certamente ricorderà, coordinarlo anche con le regole europee.

È stato necessario, quindi, intervenire con dei correttivi in corso di applicazione per risolvere alcuni dubbi interpretativi.

Nel tempo sono intervenuti altri disposti normativi finalizzati all’applicazione della normativa FIR (ne elenco alcuni nelle note in fondo*). Sarebbe stato possibile evitare questa autentica giungla normativa?

Forse si.

Ma ripeto la normativa era assai complicata e problemi applicativi ed interpretativi, insorti strada facendo, hanno richiesto modifiche continue.

Veniamo all’oggi ed agli ultimi dati forniti dal MEF, una sua prima riflessione?

I dati da lei citati sono grezzi e ci dicono poco in ordine alle diverse criticità, che la normativa FIR continua a manifestare.

Non emerge ad esempio il numero delle pratiche ancora incagliate, soprattutto quelle soggette al regime ordinario.

Molte associazioni lamentano svariate criticità applicative, la 145/2018, evoluta verso la normativa FIR finale e accolta inizialmente in quest'ultima versione con grande entusiasmo, durante il percorso ha disseminato critiche a non finire di cui lei molte volte si è fatto portavoce. Vorrebbe riepilogarci le principali problematiche?

Ad oggi sono state evidenziate diverse problematiche.

La prima e più grave: la commissione tecnica ha richiesto integrazioni documentali, che Banca Intesa Sanpaolo, banca depositaria, non mette ancora a disposizione degli ex soci di Popolare di Vicenza e Veneto Banca.

Che fine faranno le domande di rimborso se questa documentazione non verrà consegnata in tempo?

Ci sono le domande respinte in regime forfettario, i cui autori chiedono ora che vengano valutate anche in via ordinaria, ma finora, nonostante alcune pronunce dei tribunali, ciò non è stato possibile.

Il presidente Consap Servello, ascoltato dalla Commissione di inchiesta sul sistema bancario e finanziario (di cui l'on,. Zanettin è un componente, ndr) il 4 aprile scorso, è stato chiaro ed ha escluso che, in assenza di un intervento normativo, si possa procedere in tal senso.

Poi ci sono gli errori formali nella presentazione nelle domande che, allo stato, non possono essere sanati.

Al di là delle lodevoli analisi parlamentari che iniziative sarebbe opportuno adottare?

Con un mio Ordine del Giorno del 22 febbraio scorso avevo invitato il Governo ad adottare le iniziative legislative utili per consentire ai risparmiatori, che hanno visto respingere le loro domande per errori incolpevoli, vizi formali o interpretazioni dubbie della normativa, di integrare la domanda di indennizzo.

All’epoca il Governo lo aveva accolto come raccomandazione.

Tuttavia, da allora sto presentando, in ogni possibile occasione, degli emendamenti che consentano ai risparmiatori, che hanno presentato la domanda, di integrarla, sanando anche vizi ed errori.

Ma finora il governo purtroppo ha sempre dato parere negativo e sono stati respinti.

Governo e Parlamento sono ancora sensibili al problema o tematiche più urgenti stanno mandando nel dimenticatoio il problema?

Pare evidente che in tempo di guerra, crisi alimentare, pandemia il tema della tutela dei risparmiatori delle popolari venete sembra uscito dai radar.

Personalmente non demordo, ma colgo intorno a me una sorta di indifferenza.

Molti risparmiatori hanno visto rigettata definitivamente la domanda. È immaginabile un percorso alternativo al TAR e, se sì, quale? 

Spero che prima del 31 luglio maturi uno spiraglio utile per introdurre una finestra temporale per la integrazione delle domande di indennizzo finora respinte o sospese.

Forse sarebbe il caso che le associazioni dei risparmiatori ritornino ad alzare la voce e sensibilizzino ministero e forze politiche.

Da solo non ce la faccio.

Tutti i dati dimostrano che comunque vadano le cose il fondo destinato al FIR si è dimostrato più che capiente e che rimarrà un residuo piuttosto cospicuo. Come saranno destinate quelle somme?

Si e realizzato quello che avevo previsto da tempo: maturerà un residuo davvero consistente.

Personalmente auspico che il residuo sia redistribuito ai risparmiatori ammessi al FIR, aumentando la percentuale dell’indennizzo, nello spirito e nella lettera della legge istitutiva.

Ma so che il tesoretto fa gola a molti.

Qualcuno ha parlato di ammettere al FIR anche i risparmiatori della Popolare di Bari o della Deiulemar.

Nei mesi prossimi bisognerà vigilare, per scongiurare tale eventualità.

 

*

1)  il Decreto Ministero delle Economie delle Finanze del 10 maggio 2019 (Modalità di accesso alle prestazioni del Fondo indennizzo risparmiatori (FIR).) ;  2) il Decreto Legge del 30 aprile 2019 n. 34 cd. decreto crescita (Misure urgenti di crescita economica e per la risoluzione di specifiche situazioni di crisi.) ; 3) il Decreto ministeriale 8 agosto 2019 per la presentazione delle istanze di indennizzo al FIR di cui all'art 1, comma 501, legge 30 dicembre 2018 n 145 ; 4) la Legge 30 dicembre 2021 n.234 (Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2022 e bilancio pluriennale per il triennio 2022-2024.) ; 5) il Decreto Ministero dell’Economia e delle Finanze del 2 marzo 2021 (Modalità di effettuazione dei controlli per la verifica della sussistenza del requisito relativo al patrimonio mobiliare di proprietà del risparmiatore per l’indennizzo forfettario).

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