Se non possiamo non concordare con chi come Patrizio Miatello sul FIR (Fondo Indennizzo Risparmiatori) sostiene che “è un dovere sbloccare riparto di circa 500 mln di € rimanenti dalla dotazione di € 1,575 miliardi dai conti dormienti”, il senatore di FI, Pierantonio Zanettin, ha la stessa nostra posizione.
Ma non nutre troppe speranza il decano vicentino del parlamento con i suoi 5 mandati tra Camera e Senato nell’intervista video esclusiva a ViPiu.it proprio al Senato (in copertina), dopo le varie battaglie condotte da lui e da, pochi, altri parlamentari, tra cui brillano per presenza alcuni del M5S, nel rispetto delle promesse dell’ex Luigi Di Maio, e per assenza quelli della Lega.
Eppure il suo leader Matteo Salvini su vari palchi (solo elettorali?) aveva sempre sbandierato la volontà di tutelare chi ha perso i suoi risparmi investiti in titoli delle 6 banche a cui il Fir si applica (BPVi, Veneto Banca, Banca Etruria, Banca Marche, CariChieri e Carife) e su cui, a prescindere da ogni altra valutazione giudiziaria e mediatica, le Istituzioni preposte a vigilare (in primis Banca d’Italia e Consob) di certo non hanno fatto sempre tutto quello che era nel loro potere (e dovere) di fare perché non fallissero.
Zanettin non molla la presa ma, ci dice di fatto nell’intervista, “quei soldi, i 500 milioni di euro residui da distribuire, fanno gola a qualcuno (per raccogliere gli ultimi spiccioli per i vari provvedimenti della finanziaria, ndr); la struttura del Mef è rigida nella sua posizione; solo il ministro Giancarlo Giorgetti potrebbe cercare di convincere il governo Meloni a smuoverla dalla sua posizione inflessibile…“.
Questa posizione, non esitiamo a commentare noi di ViPiu.it, che le vicende di gran parte di quelle banche le abbiamo seguite ben prima che altri le denunciassero a cose fatte, ignora colpevolmente le possibilità (per le associazioni, e per noi, “doverose”) offerte dalla legge istitutiva del Fir, che per giunta attinge a fondi non statali ma ai conti dormienti, di integrare di una decina di punti percentuali il 30% elargito a oltre 130.000 persone (e, quindi, famiglie) rimaste con le tasche vuote al 100% per aver creduto in quelle banche e in quelli che, al loro interno e negli organi di controllo, non hanno fatto compiutamente quanto dovevano.
La dead line per le speranze residue dei risparmiatori-soci azzerati da quelle 6 banche è legata alla data di approvazione alla Camera della Finanziaria, che al Senato arriverà blindata, legge che potrà comprendere uno degli emendamenti presentati da Zanettin e M5S o uno proposto dal Governo per non tradire anche alla fine la fiducia di quelle 130.000 famiglie in cui papà e, soprattutto, nonni, la gran parte dei soci azzerati, hanno creduto nelle nostre Istituzioni finanziarie.