In questi ultimi giorni e minuti del 2022 riservati agli emendamenti alla già impantanata legge di bilancio, la Finanziaria, brucia il tema del Fir (Fondo Indennizzo Risparmiatori).
Nel silenzio più assoluto della sinistra e del Pd e mentre si focalizzano da tempo sulla questione “finale” del Fondo Indennizzo Risparmiatori il Movimento 5 Stelle con Conte e Cappelletti tra i più attivi e Forza Italia col senatore Zanettin, che sul Fir fa da tempo da anima costruttivamente critica nella maggioranza, arriva anche la posizione della senatrice vicentina Daniela Sbrollini che abbiamo appena sentito e ci ha così dichiarato:
“I quasi 500 milioni che residuano sono soldi che comunque erano stati deliberati per ristorare i soci delle banche andate in crisi. Sarebbe cosa giusta poterli utilizzare tutti per ristorare chi, per motivi anche di semplice errore tecnico, è stato escluso dai primi provvedimenti di ristoro.
Trovo assolutamente sbagliato, e ingiusto, immaginare di non utilizzarli per venire incontro a persone che hanno perso tanto, in certi casi tutto e che sono stati esclusi per questioni a volte tecniche a volte di errore formale e che però hanno tutti i titoli per poter chiedere il ristoro come lo hanno ottenuto altri“.
Vista l’ora probabilmente la senatrice ha dimenticato di dire, ma siamo sicuri che lo sappia, che agli oltre 133.000 azzerati dalle banche, che hanno compilato correttamente le loro richieste, e sono stati già indennizzati con al massimo il 30% di quanto perso (per un importo massimo 100.000 euro), rimarrebbe gran parte di quei 500 milioni circa, anche usandone, come esorta Daniela Sbrollini, una quota per chi è stato ad oggi escluso ma potrebbe aver diritto ad avere il 30% previsto dalla legge 145 dimostrando di aver sbagliato in buona fede e non per imperizia (se non “furbizia” o disinformazione) di chi ha materialmente compilato le loro domande di indennizzo.
Pochi giorni fa, per completare la carrellata, i parlamentari leghisti Paganella, Dreosto, Testor hanno presentato questo emendamento che contempera le due categorie di beneficiari del Fir di cui abbiamo appena scritto:
«Dopo il comma 4, inserire i seguenti: «4-bis. I risparmiatori che hanno tempestivamente presentato domanda di erogazione di indennizzo al Fondo Indennizzo Risparmiatori di cui all’articolo 1 comma 502-bis della legge 30 dicembre 2018, n.145, la cui richiesta sia stata parzialmente o integralmente definita con decisione di rigetto in ragione dell’assenza dei requisiti patrimoniali e reddituali previsti dal medesimo comma, possono ripresentare la domanda entro il 15 marzo 2023. 4-ter. Le risorse disponibili nel fondo indennizzo risparmiatori di cui al comma precedente, sono redistribuite ai risparmiatori che hanno ricevuto un indennizzo soggetto al limite massimo complessivo di 100.000 euro. 4-quater. La durata della Commissione Tecnica di cui all’articolo 1, comma 501 della legge 30 dicembre 2018, n. 145 è prorogata al 30 settembre 2023.».
Non male, ministro competente e leghista del Mef Giancarlo Giorgetti, vero?