FIR e grana misseling, il “risparmiatore” Luca Canale: il decreto attuativo insoddisfacente anche per nostre divisioni

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Alessio Villarosa con Massimo Bitonci e dirigenti Mef incontrano le vittime delle banche durante il governo gialloverde
Alessio Villarosa con Massimo Bitonci e dirigenti Mef incontrano le vittime delle banche durante il governo gialloverde

Sulla bozza di decreto attuativo del Fondo Indennizzo Risparmiatori (FIR) da noi pubblicato in anteprima assoluta ieri avevamo chiesto “vostri contributi da inviare a questa nostra mail a voi riservata, e prima di sapere se porteranno a modifiche le osservazioni fatte oggi dalla cabina di regia convocata al Mef dal sottosegretario M5S Alessio Villarosa, affiancato oggi (ieri, ndr) anche dal suo omologo in quota Lega Massimo Bitonci.

Dei molti commenti e delle molte proteste sul FIR e sulla bozza di decreto che ci stanno arrivando, pubblichiamo, intanto, un’analisi abbastanza estesa del documento a firma di Luca Canale, socio vittima della BPVi e militante 5 Stelle che sempre, però, ha espresso parei concreti essendo parte in causa e non politicante di mestiere.

Ecco la sua lettera su FIR e decreto attuativo

Buongiorno direttore, ho letto la bozza di decreto attuativo del FIR che avete pubblicato. Ricordiamo in primis che tale Fondo si è reso necessario a causa non tanto della mala-amministrazione delle varie banche, ma per la sistematica e ripetuta compressione del diritto di rivalsa (anche per via giudiziaria) che varie misure legislative hanno posto in essere nei confronti dei risparmiatori; su tutte ricordiamo la sospensione del diritto di recesso, la chiusura della possibilità di accedere agli Arbitrati dopo la messa in LCA  o di rivalersi verso i “successori” degli attivi degli istituti liquidati.

Una questione che ha inquietato molti è la citazione di dover comunque dimostrare il “misseling“, citato anche dalla famosa “lettera della UE“, ma ritengo che sia relativamente facile rispondere (a parte la paventata e conseguente esclusione dei soci di prima del 2013, in base alla formulazione della legge, ndr) basterebbero le (anche da voi) già pubblicate relazioni delle due commissioni regionali di inchiesta e della relativa commissione parlamentare, per dimostrare il “misseling”.

Se ciò non fosse bastante si potrebbe chiedere (come previsto dalla bozza di decreto) che la commissione ministeriale, che ha il compito di valutare le richieste, acquisisca dalle banche in LCA i verbali delle ispezioni di Banca d’Italia, CONSOB e BCE, che hanno più volte sanzionato i vertici degli Istituti per queste “violazioni massive” , verbali che però, a quanto mi risulta, non sono “completamente disponibili al pubblico”.

Molto positiva, a mio parere,  la previsione (art. 5 comma 5) che in caso di rifinanziamento del fondo il pagamento venga effettuato d’ufficio, senza bisogno di ulteriori procedure, e che (stesso articolo e comma) il riparto avvenga “entro i limiti della dotazione finanziaria e fino all’esaurimento delle risorse disponibili”, che tradotto può voler dire percentuali superiori al 30% iniziale.

Al di là di legittime critiche ed osservazioni al testo del decreto, mi chiedo però come mai queste emergano solo dopo quasi due mesi dalla presentazione della norma.

Si vorrebbe che un decreto modificasse quanto stabilito nella legge? La legge è stata approvata, ed i decreti non possono che adeguarsi al dettato della legge.

Vogliamo chiedere che venga fatta un’altra legge? Si può fare, ma questo comporterà tempi ancora più lunghi.

Come da sempre sostenuto anche dalla vs testata, presentare un fronte frammentato non va certo a beneficio dei risparmiatori, ed alcuni attori hanno avuto buon gioco, dai tempi del voto per la trasformazione in SPA in poi, nell’approfittare della divisione dei risparmiatori.

Lo aveva raccomandato anche il vicepremier Salvini durante uno degli incontri della “Cabina di Regia” al MEF lo scorso autunno, ed ha continuato a sostenerlo il sottosegretario Villarosa che in prima persona continua a coordinare questi sforzi, ma evidentemente il messaggio non è penetrato o è diventato secondario rispetto ad “altri” interessi.

Il 30% è poco? Si, certamente, si poteva osare di più, ma alcuni attori hanno spinto (legittimamente dal loro punto di vista) per includere altri istituti finiti in liquidazione, attori del mercato secondario etc etc, ampliando la platea degli aventi diritto e di conseguenza diluendo la ripartizione del plafond di 1,5 miliardi.

Mancano la rivalutazione a partire dal prezzo di acquisto e il recupero delle imposte pagate sul valore massimo (vedi affrancamento)? Certamente, ma non scordiamo che sono state proprio alcune Associazioni a spingere perché si partisse dal prezzo di acquisto per fugare ogni dubbio di speculazione.

Per quanto riguarda la tempistica dei decreti attuativi ed il “gioco politico”, personalmente lo ritengo un peccato veniale; molto più preoccupante a mio parere è il fatto che il Ministro Tria abbia taciuto della lettera della Commissione UE al Parlamento durante una specifica audizione. O, ancora più grave se così fosse, che il Direttore Generale del Tesoro non abbia informato il Ministro ed i Sottosegretari della ricezione di tale lettera. Questo vorrebbe forse dire che all’interno dei ministeri ci sarebbero delle “zone oscure” che rispondono ad autorità diverse da quelle legittimamente elette dai cittadini?

Spiace infine constatare come siano molto più partecipate queste “cabine di regia” (con annesse telecamere dei media all’uscita) rispetto alle molte manifestazioni indette quando la questione era ancora “calda”; se la partecipazione alle ultime assemblee ed alle manifestazioni fosse stata maggiore, forse le cose sarebbero andate diversamente, fin dall’inizio della fine delle due Popolari Venete.

In conclusione, se poco si porterà a casa non dobbiamo che commiserare noi stessi, per non aver saputo costruire un fronte unito e produrre delle proposte unitarie, soccombendo a personalismi e smanie di protagonismo.

Se qualcosa (per quanto lo si possa considerare inadeguato) porteremo a casa si dovranno invece ringraziare le (poche) persone che si sono personalmente spese scendendo in piazza con ogni clima e mantenendo una costante pressione e presenza sui media e sulla politica.

Tutti gli altri dovrebbero, a mio parere, mantenere un più dignitoso silenzio.

Luca Canale