Il deputato vicentino di Forza Italia Pierantonio Zanettin, ex membro del Csm, componente ora della Commissione giustizia e della Commissione d’inchiesta sul sistema bancario e finanziario, è sempre più conosciuto dai nostri lettori a cui si rivolge spesso per illustrare le sue attività parlamentari non solo, come noto avvocato, in ambito giuridico ma anche a tutela dei risparmiatori in attesa dei sia pure miseri indennizzi del Fir in quanto azzerati delle banche venete e non solo.
Il parlamentare, anche ex membro laico del Csm, ha presentato il 23 settembre scorso un’interpellanza al Ministro dell’Economia e delle finanze che nasce dall’evidenziazione che “nel corrente mese di settembre, secondo le rassicurazioni del governo, dovevano finalmente essere accreditati sui conti correnti dei truffati delle banche i bonifici dei risarcimenti” del Fir mentre, invece “stanno arrivando, a molti di coloro, che hanno presentato domanda dì indennizzo, richieste di integrazioni documentali“.
Il parlamentare, si legge nel sua interpellanza, fa riferimento in particolare alla richiesta da parte di Consap, che ha raccolto le domande di accesso al Fir di circa 150.000 risparmiatori, di produrre una attestazione del prezzo delle azioni ante affrancamento, documentazione che gli interessati, a distanza spesso e ormai di molti anni, hanno difficoltà a reperire presso Banca Intesa, istituto depositario in quanto ha acquistato tutte le attività in bonis dei BPVi e Veneto Banca per il famoso euro in uscita più circa cinque miliardi… in entrata a carico, per giunta, delle liquidazioni delle due banche. In alternativa, il risparmiatore è chiamato a precisare, con autocertificazione, la data di acquisto delle azioni.
“La questione della ‘probatio diabolica’ del prezzo di acquisto delle azioni affrancate, rileva nelle premesse della sua interpellanza Zanettin, era già nota e segnalata, ed è stata colpevolmente trascurata nel testo di legge, con paradossali conseguenze. Non tutti i risparmiatori, soprattutto quelli con maggiore anzianità di acquisto, sono in grado di precisarne la data, in assenza di documentazione probante“.
Molti risparmiatori, soprattutto anziani, o privi di adeguata consulenza legale, ecco l’amara conclusione delle premesse dell’interpellanza, “stanno preferendo abbandonare una procedura defatigante, non a torto definita ‘un calvario’, decretando di fatto il fallimento del FIR“.
Per questi motivi il parlamentare, anche lui ex socio di BPVi pur se non direttamente interessato alla procedura in esame, chiede al ministro di sapere “quali iniziative, anche ci carattere normativo, il governo intenda assumere per consentire a Consap e Commissione Tecnica una più agevole evasione delle domande di Indennizzo“.
Commenti?
Vorremmo conoscerle anche noi ma più ancora chi sta partecipando da troppo tempo alla roulette degli indennizzi, che, fatti salvi chi nel frattempo, è addirittura defunto, registra ad oggi, ricordava Zanettin al sottosegretario Alessio Villarosa, 780 domande accolte, 38.288 domande istituite (?) e altre 105.957 su un qualche binario di una ignota stazione.
Su una platea potenzialmente interessata di 300.000 vittime di una gestione forse non oculata se non irresponsabile di alcune banche ma, soprattutto, di una carenza generalizzata di controlli efficaci di controlli delle autorità preposte a farli a garanzia dei risparmio tutelato dall’articolo 47 della Costituzione.