Sono tre le novità degli ultimi giorni di cui tener conto, andando in ordine cronologico.
La prima, la presa di posizione del quotidiano ViPiù.it, già VicenzaPiu.com, a firma del suo direttore sui fatti del FIR con proposte di modifica alquanto radicali.
La seconda, le proposte dell’Onorevole Pierantonio Zanettin, sempre attinenti il Fondo Indennizzo Risparmiatori, che chiede a gran voce di emendare la legge.
La terza il comunicato del sottosegretario Alessio Villarosa che rappresenta di aver chiesto delle modifiche ma di non averle potute ottenere avendo ricevuto un secco no dal Ministro Gualtieri.
La proposta di VicenzaPiù si riassume nell’eliminazione del tetto indennizzabile di euro 100.000 e nel suo innalzamento al 100% del danno subito non più del 30%, con eliminazione della commissione tecnica che rallenterebbe l’erogazione dei fondi.
La proposta dell’onorevole Zanettin si focalizza invece su tre aspetti a) l’eliminazione della procedura degli acconti e un ristoro “ integrale “ del 30% da subito b) la determinazione del prezzo medio di carico in caso di acquisto di più azioni o di affrancamento come risultante dall’ultimo rendiconto titoli certificato dalla banca depositaria c) l’eliminazione del gravoso fardello dei controlli sui redditi 2018 inficiati come sappiamo dal problema di dover computare anche i redditi da regime forfettario.
La proposta di Villarosa si sintetizza efficacemente nel suo comunicato stampa del primo dicembre 2020 : “Sono a conoscenza di tutte le segnalazioni delle associazioni dei risparmiatori in merito alle difficoltà relative al completamento dell’istruttoria FIR ed alla stima dei tempi complessivi per giungere alla definizione del piano di riparto finale. Grazie anche alle valutazioni positive della presidenza del Consiglio, ho presentato al ministro Gualtieri una serie di modifiche da apportare alla normativa”. Lo annuncia in una nota il sottosegretario all’Economia, Alessio VILLAROSA (M5s). “Credo sia opportuno – spiega – autorizzare la commissione tecnica all’approvazione massiva delle pratiche simili ed in relazione alle quali la segreteria tecnica abbia già effettuato 3 livelli di controllo. Per porre rimedio al decorso dei tempi ho anche proposto di aumentare fino all’80% l’anticipo che la commissione conferisce in attesa della definizione del piano di riparto.
Tuttavia prosegue il comunicato “Sulla base dei dati statistici che ho analizzato, ho riscontrato un differenziale notevole tra le stime del dipartimento del Tesoro e l’andamento statistico analizzato dal presidente Servello. Se i dati reali dovessero confermare quelli statistici ne deriverebbe una incongruità delle analisi fatte dal dipartimento del Tesoro e, pertanto, sarebbe necessaria una correzione e l’accertamento delle connesse responsabilità. Per evitare comunque ogni problema ho chiesto al ministro Gualtieri di predisporre un rifinanziamento precauzionale di 500 milioni di euro del FIR. Mentre gli interventi sul Monte Paschi di Siena sono stati inseriti in legge di Bilancio, tutte le misure sul FIR non sono state accolte dal ministro. A mio parere non esistono cittadini di serie A e di serie B”. (Public Policy)“
La scorsa settimana a chiedere modifiche alla legge attuale c’erano due associazioni facenti parte del Consiglio Nazionale Consumatori Utenti (CNCU), Codacons e Federconsumatori, che sulla stampa chiedevano a gran voce controlli a posteriori, automatismi, semplificazioni, proroghe.
La prima considerazione che sorge spontanea è: ma siamo proprio sicuri che questa legge sia stata realmente voluta da tutti? .
Per meglio dire, che sia stata compresa da tutti nei suoi risvolti applicativi effettivi e quindi coscientemente voluta?
A questo punto si deve supporre proprio di no, ma allora chi l’ha voluta così? E poi soprattutto perché dobbiamo tenercela in queste condizioni oramai penose.
Di certo sappiamo che vi fu un drastico cambiamento nel Dicembre del 2018 quando nel passaggio al Senato il testo venne radicalmente modificato.
Acuti osservatori dell’epoca (Enzo De Biasi ripetutamente nei suoi scritti su Belluno Press) lo avevano notato e fatto osservare.
Ma veniamo all’oggi, prima considerazione: la proposta “ Coviello “ chiamiamola così, è radicale, si tratterebbe di far tornare indietro gli orologi del tempo azzerare tutto e ripartire, il 100% invece del 30% e l’eliminazione della Commissione tecnica.
Sta a significare che il Governo del tempo (5 Stelle – Lega ) ha sbagliato tutto dall’inizio alla fine, ma a Roma potranno mai ammettere una cosa del genere? Qui sta il vero nodo, per cui molti a mio modesto avviso diranno: prima si finisce con la legge attuale poi se ne discute anche per non creare intoppi alla legge in vigore.
Tale opinione è largamente diffusa nella maggioranza giallo – rossa, tra l’altro lo spacchettamento integrale della 145/2018 potrebbe essere un piatto indigesto da digerire, molto simile a una retromarcia, farebbe fare salti di gioia ai risparmiatori ma non di certo agli sponsor di governo del FIR.
La proposta dell’on. le Zanettin dal punto di vista strettamente politico è più pragmatica e, dato il clima collaborativo instaurato recentemente dal Governo con alcune forze di opposizione, si suppone che gli emendamenti dell’onorevole vicentino debbano quanto meno essere presi in considerazione prima di passare oltre per così dire.
Le proposte del sottosegretario Villarosa, infine, confermano, come dicevo ultimamente, che i problemi ci sono eccome, sia in termini applicativi che nella struttura stessa della legge 145, quella del FIR: chiedere un’approvazione massiva delle domande significa che la Commissione tecnica dei nove proprio non ce la fa (e in questo somiglia, eccome!, al taglio del ruolo dell Commissione proposto da Coviello.
Anticipare l’ottanta per cento significa eliminare il piano di riparto, uno degli aspetti strutturali della norma .
Sorprende invece che si sia verificato quello che il Sottosegretario chiama “un differenziale notevole tra le stime del dipartimento del Tesoro e l’andamento statistico analizzato dal presidente Servello.”
Che tradotto in soldoni si concretizza in una richiesta di 500 milioni di risorse al MEF.
Se non erro erano state fornite a più riprese ampie rassicurazioni sulla disponibilità immediata dei fondi, ora invece pare che non sia così.
Comunque, a quanto dice il sottosegretario, siamo di fronte ad un brusco stop di Gualtieri che possiamo leggere in diversi modi, supponendo tutto e il contrario di tutto a seconda delle simpatie, poco cambia, ma resta il fatto che per tre anni il timone della barca è stato in mano ai Cinque Stelle.
Ora, però, questo è il dato, è Gualtieri chiamato a rispondere delle sue ultime decisioni e a sollecitarlo è un suo sottosegretario.
Ci si aspetta, quindi, che il ministro nelle opportune sedi disveli l’arcano ci dica cosa è successo cosa si intende fare, che sorte avranno i risparmiatori.
Avv. Fulvio Cavallari
Adusbef
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Grazie, Giovanni Coviello