Il sottosegretario del Mef, Alessio Villarosa (M5S), che aveva seguito col collega leghista Massimo Bitonci la vicenda del Fir (Fondo Indennizzo Risparmiatori) già nel primo governo, quello gialloverde, dell’attuale legislatura, seppur mai ricevendo le relative deleghe dall’allora ministro del Mef Giovanni Tria, né lui né l’esponente della Lega, il 10 settembre rispondeva a una interrogazione a risposta immediata di tutti i componenti della Lega* della Commissione Finanze della Camera dei deputati sulla situazione degli indennizzi per gli azionisti azzerati di BPVi e di Veneto Banca in Lca oltre che per azionisti e obbligazionisti delle “risolte” Etruria, Carife, Banca Marche e CariChieti etc.) dopo che il premier Conte aveva sostenuto l’assenza di ritardi per i rimborsi.
L’interrogante il 9 settembre chiedeva, infatti, lumi sugli indennizzi del Fir visto che molti risparmiatori lamentavano di “non aver ricevuto ancora alcun rimborso, nonostante una norma di legge, ben tre decreti ministeriali (decreti del Ministero dell’economia e delle finanze del 10 maggio 2019, 4 luglio 2019, 8 agosto 2019) ed un arco temporale di oltre un anno trascorso…” e interrogava su “quali siano le ragioni di siffatti ritardi, quanti siano i risparmiatori ad oggi rimborsati e per quali importi complessivi e quali siano gli ulteriori tempi di attesa per coloro che ancora non hanno ricevuto l’indennizzo dovuto“.
L’11 settembre le agenzie riportavano una nota in cui Villarosa sintetizzava la risposta come di seguito e come da noi riportato.
“In sede di risposta all’interrogazione in Commissione Finanze della Camera dei deputati (Villarosa, ndr) ha rappresentato di aver richiesto formalmente alla Commissione Tecnica FIR di avviare la procedura informatica dei bonifici individuali e di predisporre quanto necessario per procedere all’indennizzo del 100%… Le domande complete e potenzialmente indennizzabili – al 9 settembre – sono oltre 38 mila pari ad un valore lordo di 486 milioni di euro. La Segreteria Tecnica della Consap, ormai, è in fase avanzata con l’attività istruttoria e porgo i miei, migliori, complimenti e ringraziamenti per il lavoro svolto”.
La risposta diffusa dalle agenzie è, però, ambigua nei numeri, mentre il testo in sede di Commissione di Villarosa precisava che “le domande FIR istituite (istruite?, ndr) da parte di Consap SpA al 2o livello sono n.?38.288 con esito di proposta di accoglimento per la Commissione tecnica del FIR, per un totale di indennizzi pari a circa euro 486.000.000,00. Le domande convalidate dalla Commissione Tecnica – che ha natura indipendente – sono pari a 780…” per le quali (780, ergo) “nel pomeriggio della data odierna è stata convocata una riunione con i membri della Commissione Tecnica. In tale sede il Governo chiederà: a) di avviare, nei successivi giorni, la procedura di bonifico delle domande convalidate dalla Commissione Tecnica; b) di indennizzare l’importo del 100 per cento” .
Fermo restando, e non lo capiamo, il perché dell’equivoco (solo mediatico? sul 100% del 30% abbiamo chiesto a Silvia Covolo, deputato vicentino della Lega che ha illustrato l’interrogazione a risposta immediata sullo stato dell’arte del Fir su delega dei firmatari Massimo Bitonci, Gianluca Cantalamessa, Laura Cavandoli, Giulio Centemero, Silvia Covolo, Francesca Gerardi, Alberto Gusmeroli, Alessandro Pagano, Leonardo Tarantino, di illustrarci al genesi dell’interrogazione e i commenti alla risposta, commenti che chiediamo pubblicamente a tutti i politici, in specie il sottosegretario Villarosa, interessanti alla questione.
Non inframmezziamo le risposte dell’on. Covolo con le domande che le hanno generate perché il documento nella sua interezza ci pare più organico senza interruzioni tanto più che è frutto di una parlamentare che è anche una libera professionista (avvocato e commercialista).
Ovvio che la visione espressa è di parte e per ciò commentabile e obiettabile ma molti dei punti fissati da Covolo sono utili a tutti, politici, consulenti e, soprattutto, vittime di un sistema bancario che ha espulso sei banche importanti per i territori in cui operavano se non per tutta l’Italia come le due venete, anche se a fare il titolo ancora oggi è solo l’Etruria per la sua mediaticità legata al caso della ministra Elena Boschi (ahi ahi stampa da feuilleton).
Bando alla ciance, la parola va per prima a Silvia Covolo in attesa di applausi, fischi o, meglio, di analisi costruttive e propositive perché il 100% del 30% per tutti i richiedenti aventi diritto, più dei 38.000 ad oggi “istruiti”, sia bonificato prima di chiedere tutto il 100% versato su base fiduciaria verso un sistema che non ha garantito quello che doveva ma ha generato o ha co-generato quelli che chi ha postato su Informazioni Parlamentari domande della Lega e risposte di Villarosa definisce non, correttamente, Crac bancari (alias crolli, rovine, fallimenti…) ma, ahi ahi lingue, queste sconosciute, Crack bancari (alias “stupefacenti…)
Forse perché inconsciamente viene fuori quello che si vuole nascondere: molte delle decisioni erano prese sotto l’effetto di allucinogeni…
Il direttore
Analisi di Silvia Covolo (Lega) a nome dei componenti della Commissione Finanze del suo partito
Il 22 agosto 2019 si è aperta la finestra di 180 giorni (prorogati al 18 giugno 2020 dal c.d. decreto Cura Italia) per presentare le richieste di indennizzo, esclusivamente in via telematica, degli oltre 200 mila risparmiatori truffati dalle banche poste in liquidazione coatta amministrativa tra il 15 novembre 2015 e il 1° gennaio 2018, tra cui Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza spa.
Il Governo giallo verde aveva disposto un Fondo Indennizzo di 1,5 miliardi, destinando 525 milioni per ciascuno degli anni 2019, 2020 e 2021, con la legge di bilancio 2019.
L’indennizzo – si ricorda- oscilla tra il 30% (per le azioni) ed il 95% (per le obbligazioni) del costo di acquisto dei titoli, entro il limite di 100mila euro ciascuno, e la domanda può essere presentata dagli aventi diritto; esso è invece automatico per chi ha un reddito imponibile inferiore a € 35mila o un patrimonio mobiliare inferiore a €100mila.
Ad oggi molti risparmiatori lamentano di non aver ricevuto ancora alcun rimborso, nonostante una norma di legge, ben tre decreti ministeriali (dm MEF 10.05.2019, 04.07.2019, 08.08.2019) ed un arco temporale di oltre un anno trascorso.
Io stessa incontro spesso cittadini che lamentano di aver concluso (con non poche difficoltà) la procedura telematica di invio della richiesta, ma di essere ancora a bocca asciutta.
Come gruppo Lega, abbiamo perciò interrogato il sottosegretario al Mef Villarosa con un question time, da me illustrato in Commissione Finanze in data 10 settembre u.s, anche per comprendere come mai il Governo, dopo la scadenza del 18 giugno scorso, abbia annunciato di voler procedere ad ulteriori e piu’ scrupolosi controlli prima di erogare gli indennizzi, contraddicendo la volontà di un rapido risarcimento ai cittadini truffati, ripetutamente espressa in precedenti occasioni, specialmente dai rappresentanti del M5s, autoproclamatisi paladini della battaglia.
La risposta mi ha lasciato completamente insoddisfatta: l’esecutivo ha affermato che non comprende dove stia il problema, visto che molte domande sono già state evase.
Mi sono sentita presa in giro, perché penso che i risparmiatori da me incontrati siano stati sinceri ed abbiamo manifestato un loro problema effettivo, non ancora risolto.
Indubbiamente per molte famiglie già colpite dai collassi bancari, l’emergenza covid-19 ha creato un ulteriore duro colpo in termini economici e l’indennizzo spettante rappresenta oramai una boccata d’ossigeno impellente.
Ho sottolineato che non possiamo attendere ancora e ci aspettiamo riscontri concreti, in virtù di disposizioni normative da noi fortemente volute, a tutela dei risparmiatori ingiustamente coinvolti in queste situazioni di dissesto delle banche. L’emergenza socio sanitaria, purtroppo ancora in corso, richiede interventi tempestivi e non deve implicare ulteriori aggravamenti delle procedure.
Silvia Covolo
Commissione Finanze della Camera in quota Lega