Pur di smuovere le acque paludose di un Parlamento ormai troppo lontano dai cittadini così da non rappresentarli più o da farli sentire non abbastanza rappresentati, che, poi, è la causa prima del distacco del "popolo" dalle Istituzioni, che non possono rappresentarlo solo nelle cerimonie stantie del richiamo ai sacrifici in base a un generico "velenose bene", noi, che non temiamo l'impopolarità perché siamo con il popolo dei truffati, facciamo qualche considerazione, che è più che una provocazione, sulla "truffa legalizzata del Fir", Fondo Indennizzo Risparmiatori.
1 - Come stanno verificando sulla propria pelle coloro che, dopo l'aborto provocato della legge 205, aspettano dall'era dei proclami di Di Maio e Salvini. esibitisi anche a Vicenza a febbraio 2019, l'elemosina del 30% fino a 100.000 euro come indennizzo delle azioni regolarmente pagate mentre i controllori bollinavano l'operato delle banche poi defunte (o uccise...), qualcuno, magari con la "q" resa maiuscola da un minimo di ritorno di senso etico, dovrebbe avere il coraggio di ammettere e far ammettere che la legge 145, quella che regola il Fir, è sbagliata fin dalle fondamenta, basata su due "triste" associazioni presiedute da due "tristi" figuri, ammanicati con certi politici, i peggiori, tra cui quelli senza deleghe se non quelle a raccontare fandonie (tra cui le promesse elettorali di rimborsi al 100%!)
2 - quella legge andrebbe, quindi, modificata in corsa e di corsa, magari usando gli strumenti alla DPCM oggi giustificati anche dalla crescente emergenza economica, che, però, da ben prima del Covid stanno soffrendo centinaia di migliaia di risparmiatori azzerati nei loro risparmi dalle banche risolte o messe in Lca, sempre dal "sistema" oltre che, talvolta, da amministratori e controllori sconsiderati, su cui la magistratura ha acceso fari parziali e differenziati.
3 - le modiche alla legge del Fir dovrebbero essere poche
- eliminazione del ridicolo tetto dei 100.000 euro di indennizzo e suo innalzamento al 100% di quello che, dai dati facilmente ricostruibili, che so, da Intesa Sanpaolo che direttamente o tramite l'acquisto recente di Ubi ha in pancia la gran parte dei 300.000 soci danneggiati, potrà essere identificato come l'importo sottoscritto da azionisti non speculativi (per intenderci quelli che hanno comprato titoli, anche tanti, con risparmi di una vita incluse le liquidazioni e le eredità familiari). Contro questo innalzamento con ci sarebbe Europa che tenga. Per l'emergenza in corso la Ue fa giustamente elargire soldì anche a fondo perduto a tutti quelli che sono in difficoltà da inizio anno e non può, quindi, di certo opporsi a restituire il maltolto (restituire non elargire, si badi bene) a 300.000 azionisti risparmiatori azzerati da banche mal gestite, mal controllate o mal gestite e peggio controllate. Nè contro queste modifiche ci potrebbe essere l'Europa perché, in vari momenti, suoi esponenti di vertice, vedi la "famigerata" Marghrete Vestager, sono stati bocciati dalla stesa Corte di Giustizia Europea come ha anche recentemente titolato l'Avvenire: "Banche. Un errore della Commissione Ue ha fatto grossi danni alle banche italiane".
- contestualmente all'eliminazione del tetto discriminatorio dei 100.000 euro (se qualcuno ha subito una truffa o, se vi piace il politically correct, un'ingiustizia non è che a chi è stato rubato un pollo gli si rende il pollo ma se ad essergli stato sottratto è un più grande abbacchio, alias un agnello giovane, gli si dà indietro una gallina!) va eliminato dal Fir l'altro assurdo algoritmo del 30% di indennizzo: la "sottrazione" del pollo o dell'abbacchio va indennizzata al 100% non al 30%: non un cartoccio di cosce e alette di pollo da ritirare al più vicino fast food della Kentucky Fried Chicken o un coscio di abbacchio da assaggiare da Armando al Pantheon a Roma, ma un pollo e un abbacchio intero. I polli e gli agnelli (alias i soldi) dove si prendono? Ma sempre dai fondi dormienti che sono di cittadini che li hanno dimenticati da 20 anni (e non debiti nuovi dello Stato come per alcuni dei fondi europei in arrivo) e che giacciono nelle casse di banche e compagnie di assicurazione per molto ma molto di più del miliardo e mezzo che la 145 ci vuol far credere di aver tolto alla loro avida custodia.
- l'ultima modifica del Fir che dovrebbe essere la prima: il 100% del danno subito dovrebbe essere elargito subito e automaticamente e non impastoiato nelle lentezze della burocrazia di Commissari tecnici (non quelli del calcio, ma quelli della Consap) a cui non fanno un baffo, neanche virtuale, i selfie inferociti di tal Alessio Villarosa, sottosegretario al Mef senza deleghe, bravo, certo, nel far firmare i decreti attuativi all'ex ministro Tria ma poi troppo preso da festeggiamenti e proclami con associazioni di risparmiatori che si scambiano (furbescamente o colpevolmente?) il testimone nell'adularlo o nel massacrarlo.
- visto che ci siamo le modifiche della famigerata e inefficace 145, perché no?, con un DPCM (Decreto del Popolo Contro i Millantatori) dovrebbero prevedere anche, non è una provocazione, è equità, che gli indennizzi siano dati anche ai parenti dei top bankers e, questa è solo in parte una provocazione, anche ai top bankers: se, poi, questi fossero giudicati colpevoli, con sentenza e non solo per presunzione, delle truffe o delle ingiustizie inflitte ai risparmiatori i loro indennizzi, tirati fuori dalle casse dei fondi dormienti, vengano sequestrati e destinati a pagare altri danni. Magari quelli biologici subiti dei truffati e dalle vittime di ingiustizie!
Sono impossibili queste modifiche a una legge balorda, ingiusta e ancora ferma al palo, la 145?
No, non sono impossibili ma sono dovute, perché gli azzerati dalla banche stanno vivendo una doppia emergenza, quella del Covid e quella dei loro soldi persi da anni e perché il nostro bene amato premier Giuseppe Conte, nell'incontro in cui convinse al "sì" le associazioni dei risparmiatori, quelle vere, le più ragionevoli, e quelle politicizzate, le più aggressive a giorni e a partiti alterni, definì la 145 una legge malfatta ma da accettare per partire da qualcosa per poi migliorarla.
Ce lo ricordano alcuni dei presenti, i più affidabili a quel tavolo.
Se Conte non lo ricorda dichiari che è una bugia.
Se il premier prese quell'impegno, ora è il momento di rispettarlo se non vuole farsi infettare dal virus peggiore per un capo di governo: quello dell'opportunismo.
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