«Si potrebbe aumentare la percentuale dell’indennizzo, rispetto al 30% ipotizzato all’origine». Lo ha proposto in audizione in commissione d’inchiesta sul sistema bancario oggi pomeriggio Pierantonio Zanettin – l’unico deputato vicentino della commissione banche – in merito alla relazione della sottosegretaria al Ministero di Economia e Finanza Alessandra Sartori, che è stata chiamata a riferire sull’andamento del Fondo Indennizzo Risparmiatori. «Entro fine anno chiuderanno la liquidazione di quelle pendenti», assicura la sottosegretaria al Mef riguardo le domande presentate al Fir. (Il video completo dell’audizione qui di seguito)
Il Fondo, per come era stato pensato, ha molte più risorse di quante potrebbero servirne per saldare le domande di indennizzo. «La commissione ha esaminato un terzo delle domande e sono stati erogati 137 milioni, che dovrebbero diventare 225. Voglio ricordare però che il fondo ha una dotazione di un miliardo e mezzo. I numeri hanno raggiunto una dimensione significativa», ha spiegato Zanettin alla commissione. Proprio per questo, secondo il deputato vicentino, sarebbe possibile alzare la soglia della percentuale di indennizzo. «Sarebbe una bella sorpresa per i risparmiatori truffati», commenta.
Che si possa aumentare la percentuale di indennizzo, lo dice anche la legge istitutiva del Fir: “La percentuale del 30 per cento, entro tale limite, può essere incrementata qualora in ciascuno degli anni 2019, 2020 e 2021 le somme complessivamente erogate per l’indennizzo secondo il piano di riparto siano inferiori alla previsione di spesa dell’esercizio finanziario” (art 496). Il Fondo indennizzi è stato istituito con la legge n. 145 del 30 dicembre 2018 per i clienti truffati da banche ora in liquidazione, i quali hanno diritto al 30 per cento del “costo di acquisto”.
Anche sulla somma su cui calcolare la percentuale di indennizzo, però, occorre fare chiarezza secondo il deputato vicentino. «Molti hanno problemi a dimostrare precisamente i prezzi pre-affrancamento» sostiene Zanettin. «Tutti gli estratti conto e i titoli vicini alla data di lca, riportano il prezzo dell’azione affrancata. Ma molti avevano azioni da 20 anni. Trovare il prezzo pre-affrancamento è quasi impossibile quindi. Come ho proposto in commissione Finanze occorre considerare come prezzo di carico quello post affrancamento».