Turismo, tavola rotonda di Fisascat Cisl. A Vicenza tra dieci anni un milione di arrivi, ma con quali risorse di personale?

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Tavola rotonda promossa da Fisascat Cisl sul futuro del Turismo a Vicenza
Tavola rotonda promossa da Fisascat Cisl sul futuro del Turismo a Vicenza

In poco più di una decina d’anni, nel 2035, la provincia di Vicenza potrebbe registrare quasi 1 milione di arrivi di turisti e circa 2,4 milioni di presenze: un dato che rappresenterebbe una crescita significativa rispetto ai già notevoli 853.336 arrivi e 2.264.687 presenze registrati nel 2023. Questo da una parte mostra le grandi potenzialità turistiche del territorio berico, dall’altra però rende sempre più urgente il tema del fabbisogno di lavoratori in un settore in cui la carenza di operatori è già fortemente sentita.

Di questo si è parlato oggi nel corso della tavola rotonda “Turismo e territorio: costruire il futuro su qualità, crescita e attrattività nella provincia di Vicenza”, organizzata a Palazzo Cordellina da Fisascat Cisl Vicenza nell’ambito del proprio consiglio generale. All’incontro hanno preso parte Matteo Bocchese, segretario generale provinciale di Fisascat Cisl Vicenza; Raffaele Consiglio, segretario generale provinciale di Cisl Vicenza; Giovanni Battista Comiati, segretario generale di Fisascat Cisl Veneto; Nicola Piccolo, presidente di Confcommercio Vicenza; Flavio Convento, vicepresidente di Confesercenti Veneto Centrale; Gianluca Baratto, presidente di Fipe-Confcommercio Vicenza; Michele Marchetto, Segretario Generale della Camera di Commercio di Vicenza e Diego Lorenzi, componente della segreteria nazionale di Fisascat Cisl.

I dati, elaborati dal Centro Studi Cisl Vicenza, evidenziano innanzitutto come nel post pandemia il turismo vicentino abbia avuto una ripresa immediata, e nel 2023 i numeri hanno superato quelli del 2019. Un turismo prevalentemente di visitatori italiani, pur con il 36% di arrivi dall’estero, soprattutto da Germania e a seguire Stati Uniti, Francia e Cina. Peraltro sono proprio i turisti stranieri quelli disposti a spendere di più durante il loro soggiorno: il 71,6% degli arrivi turistici stranieri sceglie alberghi a 4 o 5 stelle contro il 52,5% degli italiani.

Sempre in base ai dati della ricerca, è ragionevole ipotizzare di sfiorare 1 milione di presenze nel 2035. Il tutto per un settore che oggi nel Vicentino vede impegnati quasi 20 mila lavoratori, dato che sale a oltre 53 mila considerando il macro settore turismo inteso come somma di commercio al dettaglio, ristorazione, commercio all’ingrosso e ospitalità.

La tavola rotonda, ha spiegato il segretario provinciale Fisascat Cisl Bocchese, è stata l’occasione di affrontare il presente e il futuro di un comparto molto importante per il sindacato e per il territorio, costruendo anche con i rappresentanti della parte datoriale il futuro del settore. Questo perché per accompagnare la crescita del turismo vicentino sarà fondamentale valorizzare le risorse umane che vi lavorano e che già oggi risultano sempre più ricercate e difficili da reperire. «La pandemia – ha detto Bocchese – ha reso ancora più evidente come il nostro sistema di turismo sia incentrato sulla stagionalità, ma con la stagionalità fatichi a reggere. Dobbiamo lavorare insieme sul concetto di destagionalizzazione. Questa è la premessa necessaria per una strategia di stabilizzazione dei contratti di lavoro che appare oggi indispensabile per rendere più attrattivo il settore agli occhi dei lavoratori: mai come in questo caso aumentare la qualità del lavoro significa aumentare la qualità dell’offerta, perché destagionalizzare il settore e stabilizzare i lavoratori vuol dire ridurre i “buchi” di personale, significa poter contare su risorse già formate e sulle quali investire anche a lungo termine con percorsi di formazione. E questo in un settore in cui l’occupazione giovanile e femminile sono particolarmente presenti. Il tutto auspicando però innanzitutto il rinnovo del contratto nazionale di categoria, ormai scaduto da alcuni anni».

Diego Lorenzi, componente della segreteria nazionale di Fisascat Cisl con delega per il turismo ha ribadito la difficoltà delle imprese a reperire lavoratori con le competenze richieste, «Ciò causa uno squilibrio tra domanda e offerta di lavoro. Questo fenomeno può portare a un mismatch occupazionale, con le aziende che non riescono a trovare candidati con le competenze necessarie per i ruoli disponibili».

Nicola Piccolo, presidente di Confcommercio Vicenza, ha confermato la necessità di lavorare insieme per sfruttare le potenzialità del turismo come volano imprenditoriale e occupazionale: «Dobbiamo lavorare con unità di intenti, mettendo assieme gli imprenditori, il personale impiegato nelle aziende turistiche e anche la pubblica amministrazione che ha un ruolo centrale nelle politiche di accoglienza, compresa la “partita” della destagionalizzazione che si ottiene anche con una programmazione continuativa di eventi. L’obiettivo è essere ancora più attrattivi con un turismo di qualità, che abbia, come leva essenziale, la formazione: è un percorso che da anni stiamo portando avanti, anche grazie alla bilateralità, e che possiamo e dobbiamo ulteriormente accelerare, unendolo ad un’attenzione specifica ai giovani e ad una trasformazione organizzativa delle nostre aziende che faciliti anche la conciliazione tra i tempi di vita e i tempi di lavoro, aspetto certamente sensibile sul fronte della ricerca di personale».

Flavio Convento, vice presidente di Confesercenti, si è soffermato sui dati positivi del 2023, che hanno superato anche i numeri record del 2019: « Questo ci dimostra la forza di questo comparto che è riuscito a superare una fortissima crisi. Riprendono a viaggiare i turisti stranieri, importantissimi per il settore. Per la nostra provincia però risultano fondamentali anche i clienti italiani, e tra questi i veneti stessi. Soprattutto per le località montane meta preferita da molti Veneti. Dobbiamo fare sistema sempre di più proponendo Vicenza come meta culturale e architettonica di pregio».

«Dai risultati di questa ricerca – ha commentato infine Michele Marchetto, Segretario Generale della Camera di Commercio di Vicenza – si prevede un peso sempre maggiore dell’economia vicentina derivante dal turismo pur essendo la nostra provincia “schiacciata” tra due colossi del turismo come Venezia e Verona. Lo sforzo della Camera di Commercio di Vicenza è quello di creare una cabina di regia che guidi la promozione del turismo nella nostra provincia e che promuova i nostri gioielli delle città d’arte, delle ville venete, delle colline e dei monti vicentini. La Camera di Commercio stanzia annualmente circa 750 mila euro per iniziative destinate al turismo e alla cultura».