Fitt, dalle banche 70 milioni. CorVeneto: acquisizione in vista in Francia dopo lo stabilimento negli Usa

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Un finanziamento a Fitt da una settantina di milioni di euro a cui provvederà un pool di quattro banche (Crédit Agricole, Unicredit, Bnl e Cdp, con Sace a garanzia parziale di una delle linee di credito per gli Stati Uniti) e che servirà a sostenere il piano industriale al 2027 nel quale è prevista, tra le altre operazioni, una nuova acquisizione internazionale. Lo ha annunciato ieri la società di Sandrigo (Vicenza), attiva nella produzione di soluzioni per il passaggio di fluidi per uso domestico, professionale e industriale, presente nei mercati di 87 Paesi e oggi attiva con 12 siti produttivi che impiegano 1.170 addetti.

A parlare dei nuovi progetti è il responsabile finanziario, Federico Cuman, il quale ricorda, innanzitutto, il recente investimento americano per un nuovo impianto di produzione ad Anderson, nello Stato dell’Indiana, che da solo vale circa 30 milioni di dollari (oltre 27 milioni di euro) e che sarà ultimato a fine 2024.

Oltre a sostenere questo impegno, spiega Cuman, «intendiamo affrontare due nuove acquisizioni, la prima della quale

consiste nel rimanente 33% della friulana Claber, entrata nel gruppo a febbraio. La seconda, invece, riguarda una sigla francese, affermata nel campo del giardinaggio, tubi tecnici e prodotti per l’edilizia. Il nostro obiettivo – aggiunge il manager – è di passare gradualmente dalla specializzazione nel sistema del tubo a quello delle soluzioni complete per il trasferimento dei fluidi. Per questo abbiamo bisogno di assorbire dalle aziende neoacquisite, oltre che le strutture di produzione, anche le competenze delle nuove realtà».

Rispetto alla formula scelta per il finanziamento, Cuman chiarisce che, pur in presenza di tassi bancari particolarmente impegnativi, il ricorso ad istituti di credito risulta meno dispendioso se confrontato con soluzioni come l’emissione di obbligazioni o strumenti l’ingresso nel capitale di fondi di investimento. Una volta completate le operazioni previste, nel 2027, Fitt dovrebbe aver aumentato il numero attuale dei dipendenti di circa 60 di unità.

In senso generale, il piano industriale punta all’introduzione di prodotti e processi ad alto contenuto innovativo sviluppati con linee di ecodesign, partendo dalla misurazione degli impatti ambientali già in fase di progettazione. I sistemi a tutto tondo da proporre alla clientela avranno pertanto l’ambizione di gestire al meglio le risorse ( acqua, aria, energia), ed è in questo alveo che si collocano sia il recente ingresso di Claber sia, nel 2022, quello di Airplast, azienda di Pianezze (Vicenza) focalizzata nella ventilazione meccanica controllata.

La dotazione finanziaria accordata a Fitt è stata inoltre collegata ad obiettivi di miglioramento in ambito Esg, coerenti con la strategia di sostenibilità intrapresa dall’azienda, ed è parametrata su indicatori di prestazione (Kpi) che prevedono interventi di efficientamento energetico, di riduzione degli infortuni sul lavoro e di circolarità con un maggior impiego di materia prima riciclata.

Un argomento, quest’ultimo, che ben si collega con la scelta di Fitt di scegliere Anderson quale sito sul quale installare i propri nuovi impianti americani. Lo stabilimento nascente, infatti, si trova a breve distanza da quello della padovana Sirmax guidata da Massimo Pavin, che nel raddoppio attuato negli anni ha portato anche la controllata Ser, attiva nel chip da plastica riciclata. Sirmax, oltre a fornire a Fitt il polimero necessario alle lavorazioni, cioè l’ elastomero termoplastico vulcanizzato (Tpv) molto meno energivoro del classico Pvc, acquisterà i suoi scarti di produzione per riciclarli e convertirli in nuova materia prima.

di Gianni Favero dal Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)