Nuovo indecoroso cda Fondazione Roi, due nostre mail: “Vescovo Beniamino Pizziol stoppi mons. Gasparini”; “Andrea Carandini, presidente Fai Nazionale, escluda Giovanna Rossi di Schio” che coprono Zonin e se stessi!

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Vice presidentessa del Fai di Vicenza è una certa signora Silvana Zuffellato, moglie di Gianni Zonin, che, da presidente di entrambe le entità, ha trascinato sul fondo la Banca Popolare di Vicenza e la Fondazione Roi, nel primo caso mettendo sul lastrico i soci e impoverendo il territorio che con quei risparmiatori aveva dato fiducia all’ex banca cittadina e nel secondo caso riducendo di almeno il 30% il patrimonio di 100 milioni di euro che il marchese Giuseppe Roi aveva destinato al Museo Civico di Palazzo Chiericati.

Basterebbe, per un minimo di opportunità e decenza, la presenza ai vertici della sezione vicentina della signora Zonin per sconsigliare il presidente del Fai nazionale, Andrea Carandini, a designare come suo rappresentante nel cda la presidentessa della sezione vicentina Giovanna De Vigili Kreutzemberg Rossi di Schio, per altro moglie di Alvise Rossi di Schio, storico bracio destro dell’ancora cavaliere Gianni Zonin.

Ma se, poi, come i nostri lettori ben sanno da tempo, Giovanna Rossi di Schio fa anche parte da anni, su designazione di… Zonin, del cda della Roi impoverita (cfr. “Roi. La Fondazione demolita“) da lui e dai suoi cda, di cui ha fatto parte a lungo la presidentessa berica, diventa per Andrea Carandini un obbligo l’opportunità di non designarla nel prossimo Consiglio di amministrazione come da poteri attributi al Fai da un più che discutibile nuovo statuto firmato da Ilvo Diamanti e costruito insieme anche alla Giovanna.

Se, infine, costei ha anche fatto in modo che non passasse per oltre un anno l’azione di responsabilità proposta da tre su sette mebri del cda, tra cui il presidente e il suo vice attuali, oltre che dagli studi  legali della Roi stessa, contro Gianni Zonin, il presidente del Fai nazionale, Andrea Carandini, la presdentessa onoraria, Giulia Maria Crespi, e tutti i 18 altri prestigiosi componenti del cda, dovrebbero anche porsi la domanda se quel po’ po’ di cognomi che corredano il nome Giovanna possano rimanere oltre al vertice anche solo del Fai di Vicenza, che di certo non potrebbe trarre lustro nelle sue azioni guidate da una missiondi elevato profilo, culturale e comportamentale.

Ma oltre al presidente Andrea Carandini anche il vescovo di Vicenza, mons. Beniamino Pizziol, pure lui titolare del relativo diritto in base al nuovo statuto, in cui c’è la firma di Mons. Francesco Gasparini, che nel cda è entrato per volontà di Zonin, contro la cui chiamata in causa si è schierato uscendo dalla sala del consiglio al momento del voto così come Giovanna Rossi ecc. ecc.

Se questo non bastasse a far sentire un pizzico in crisi comportamentale un vescovo come mons. Pizziol, ci permettiamo di riordargli, come già fatto in passato, che non sarebbe opportuno che a decidere come supportare il Museo Civico di Vicenza ci sia il direttore del museo diocesano, mons. Gasparini appunto.

Possibile, poi, mons. Pizziol che in Curia o nella società civile laica ma vicina alla Chiesa vicentina non ci sia un altro membro in grado di rappresentare la diocesi senza un così palese conflitto di interessi e, soprattutto, che, almeno, non si nasconda dietro il dito?

Mons. Gasparini (a parte tante altre sue dichiarazioni fatte nell’intervista “confessione” a noi concessa il 20 luglio 2017 e che, pur potendo comprovarle ancora oggi, non abbiamo pubblicato per non mettere in difficoltà curia e colleghi ancora stimabili del cda Roi) ha detto pubblicamente, per supportare in maniera puerile (sa, vescovo, i famosi bambini pescati con la mano nella marmellata…) la bontà della sua designazione nel nuovo, indecoroso cda, che lui non ha avuto “mai” rapporti con la BPVi e con Gianni Zonin.

Di sicuro è vero, ma allora, vescono PIzziol, l’assegno di 7.500 euro in copertina tratto sul conto corrente della Roi, autorizzato dall’ex presidente Zonin e consegnato con una lettera a sua firma alla Diocesi per il Museo Diocesano (cosa vietata dallo statuto della Fondazione e conferma ufficiale e a priori del conflitto di interessi intrinseco e non cancellato dalle norme attuali comunque eludibili!) lo sollecitò lei e non mons. Gasparini all’ex presidente della banca, che usò la Roi per favorire il Museo diocesano e che pure ha piazzato milioni di euro di azioni fasulle alla diocesi e ad altri enti ecclesiastici, che quei milioni, non pochi per la povera gente, penso li abbiano raccolti dai fedeli e da attività religiose collegate per la cura delle anime e dei bisogni dei corpi di quelle anime?

Andrea Carandini e Beniamino Pizziol non avete bisogno dei vostri titoli prima dei vostri nomi e cognomi per dimostrare chi siete e il rispetto che meritate: avete solo bisogno del coraggio umano e civile di allontanare de-fi-ni-ti-va-men-te dal cda Roi coloro che (mons. Francesco e la signora Giovanna), nel difendere il vecchio presidente che li ha nominati suoi fedeli scudieri, difendono se stessi e le proprie mancanze di controllo se non le proprie collusioni con le sue scelte fallimentari per la Fondazione e per la dignità dei vicentini.

Per questo vi abbiamo appena inviato via mail l’appello già ieri pubblicato che vi chiede solo di dire «basta alle coperture delle responsabilità da stabilire giuridicamente (eticamente pare tutto già chiaro) dove è giusto farlo ma alla cui individuazione si oppongono pervicacemente, come dichiarato dal prof. Ilvo Diamanti, presidente uscente della Fondazione Roi i vostri rappresentati designati, secondo i media, nel prossimo cda della Fondazione stessa, Mons. Francesco Gasparini e la signora Giovanna De Vigili Kreutzemberg Rossi di Schio, due membri del consiglio uscente che potrebbero loro stessi avere responsabilità nelle gestioni precedenti condivise con Gianni Zonin!

Noi abbiamo, ancora, fede nel vescovo e fiducia nel presidente del Fai…