Da oggi è disponibile nel web l’ultima puntata dei racconti d’arte di Claudio Strinati, nella serie “Dieci capolavori della Fondazione Sorgente Group in cinque secoli” (qui tutte le puntate, ndr). Il decimo appuntamento con Strinati, Direttore scientifico della Fondazione Sorgente Group, presieduta e fondata da Valter Mainetti e da sua moglie Paola, ha come protagonista un “calesse trainato da un cavallo” opera di Giovanni Boldini, che, secondo alcuni studiosi, potrebbe raffigurare la poesia di Giovanni Pascoli: “La cavallina storna”.
Strinati considera il dipinto “calesse trainato da un cavallo” come l’opera più significativa della Collezione della Fondazione Sorgente Group per il XX secolo perché testimonia, assieme a numerose lettere e missive raccolte amorevolmente, del grande pittore ferrarese, l’interesse profondo della Fondazione verso il grande ritrattista, che ha incarnato lo spirito e l’essenza della Belle Époque.
L’acquarello, firmato e datato 1905, potrebbe evocare in un fatto di cronaca della Romagna della seconda metà dell’Ottocento: l’omicidio del padre di Giovanni Pascoli, raccontato nei “Canti di Castelvecchio”, pubblicati nel 1903. La cronologia con l’opera di Boldini, secondo Strinati, è plausibile e convince.
Nell’acquarello è raffigurato un cavallo che trascina, apparentemente con grande sforzo, un calesse vuoto per rappresentare il patimento dell’animale che si fa carico della sofferenza umana.
Nella composizione si percepisce la profonda meditazione interiore del pittore, che qui, come nei suoi ritratti, scompone il colore magicamente in un flusso atmosferico fatto di gocce che sfarfalleggiano nell’aria.
Boldini, infatti, rileva Strinati, aveva concepito un sistema ritrattistico, con un’idea stilistica tutta sua, che faceva emergere lampi di luce nei suoi quadri, come una sorta di elettricità cromatica, tecnica che lo incoronò come il ritrattista per antonomasia della Belle Époque ed uno degli interpreti più sensibili e fantasiosi del suo tempo.
Strinati sottolinea che Boldini aveva creato nei suoi quadri un mondo di apparente splendore e superficialità nascondendo una profonda spiritualità interiore e sensibilità, anticipando così il mondo dannunziano. Tra il 1903 e il 1905 il pittore attraversava un momento meditativo di malinconico sentire, dove emerge il conflitto tra la vita felice e spensierata e la morte che incombe e minaccia l’esistenza. E l’acquerello della “cavallina storna” ne è una mirabile testimonianza.
Il video “nel cuor veloce”, con il racconto coinvolgente di Claudio Strinati e la regia di Federico Strinati, è disponibile al link: https://www.youtube.com/watch?v=Adf2c2wOG6E
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