Fondo di ristoro da 100 milioni per le vittime di reati finanziari. Baretta: “niente paletti, conta la cronologia”

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Crisi bancarie, il decreto per i rimborsi potrebbe essere già oggi all’attenzione dal governo. Il Fondo di ristoro da 100 milioni per le vittime di reati finanziari previsto dalla legge di bilancio è stato messo a punto dal Ministero delle Finanze e ora potrebbe confluire in un decreto di Palazzo Chigi. Prima dell’emanazione definitiva è però necessario il parere del Consiglio di Stato, che potrebbe arrivare nel giro di una settimana. Il Fondo, inserito nella manovra durante l’iter parlamentare, prevede una dotazione di 100 milioni di euro in quattro anni – dal 2018 al 2021- e sarà finanziato attraverso il Fondo interbancario di garanzia e il Fondo dei conti dormienti.

100 MILIONI
Secondo quanto stabilito, potranno accedervi i risparmiatori – senza distinzione tra obbligazionisti e azionisti – delle ex Popolari venete (Veneto Banca e Popolare Vicenza) e delle quattro banche poste in liquidazione (CariChieti, Banca Etruria, CariFerrara e Banca Marche) che sono stati vittime di un danno «ingiusto». Il riconoscimento del danno potrà arrivare attraverso con una sentenza del giudice o attraverso il ricorso alla Camera arbitrale dell’Anac. Il Decreto, che il governo intende emanare nonostante la fase conclusiva della sua attività e malgrado pressioni politiche dei 5 Stelle per non passare dalle parole ai fatti, è necessario per definire i criteri di accesso ai ristori, le modalità di erogazione e l’entità dei rimborsi. L’idea di base espressa dal sottosegretario all’Economia, Pier Paolo Baretta, è quella di un meccanismo a maglie larghe: «Confermo l’impostazione di un fondo aperto, col varo del decreto a breve termine i risparmiatori potranno finalmente partire le domande i rimborso – spiega il sottosegretario veneziano – l’unico paletto è la cronologia d’accesso: chi primo arriva primo alloggia, cioè ha la precedenza nell’esame della pratica. La cronologia è annuale, ogni anno dovrà essere rivisto l’ordine di priorità». Baretta poi rassicura: «Nessuna soglia di reddito né di patrimonio, tutti i risparmiatori potranno accedere al rimborso, anche chi ha aderito alle transazioni del 2017 delle due Popolari, che verranno defalcate. 
QUOTAZIONE PMI
A breve dovrebbe arrivare inoltre il decreto di Mise e Mef per rendere operative le agevolazioni fiscali per le piccole e medie imprese che intendono quotarsi in Borsa. Il testo è stato firmato dal ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan ed è ripassato al Mise per l’emanazione. La misura istituisce un credito di imposta al 50% per le spese di consulenza (advisor finanziario, investor relations) sostenute dalle Pini per lo sbarco a Piazza Affari.

(di M.Cr. da Il Gazzettino)