Si tratta di un vero e proprio colpo di scena ? scrive l’Avv. Barbara Puschiasis, Presidente Consumatori Attivi – quello verificatosi ieri e che e’ degno dei migliori romanzi gialli. Ha iniziato infatti a circolare un testo che andrebbe a riscrivere l’art. 38 sul Fondo dandogli pure un altro nome e non prevedendo diverse delle cose già discusse e dei punti già condivisi con il Mef, ma anzi, inserendo alcuni profili che non possiamo non cogliere con preoccupazione in quanto azzardati se si considera poi il vaglio che questo Fondo deve superare con l’Europa.Comunque al di là dei tecnicismi resta il fatto che non e’ previsto che il 30% sia un acconto, NON è stato rimosso il tetto di 100.000,00 ? ai rimborsi ora chiamati indennizzi e non e’ stato tolto il sostanziale divieto di cumulabilta’ dei ristori sino alla concorrenza del 100% del rimborso recuperato. Poi viene previsto anche un meccanismo di accesso al Fondo automatico o quasi, che vede il Mef quale soggetto che con una sua commissione dovrà ricevere e validare le domande. Si tratta di una procedura che avrebbe il pregio sulla carta di non prevede nessun ostacolo all’accesso (…poi nei fatti si vedrà. ..) ma che non si fonderebbe sui presupposti cardine che anche l’UE richiederebbe per non incorrere negli aiuti di stato. La procedura che era stata prevista di concerto con le associazioni dei risparmiatori ed il Mef era sì semplice e veloce e non avrebbe richiesto l’assistenza legale (si veda l’emendamento all’art. 38 proposto dal sottosegretario Massimo Bitonci e da noi condiviso) ma partiva da un presupposto diverso inserito a chiare lettere nella norma: la prova già acquisita da parte dell’arbitro Consob delle gravi condotte a danno dei risparmiatori. Sottigliezze giuridiche? Non crediamo proprio e quindi insistiamo perché il testo che verrà portato al Senato sia quello elaborato assieme e che ci ha visti impegnati da tempo, e non uno tirato fuori da chissà quale cassetto, all’ultimo, con le criticità che fanno pensare poi alla possibilità di un insormontabile conflitto tra normativa europea e nazionale con ulteriori attese da parte dei risparmiatori.Se non sarà così potremo dire di aver compreso come tavolo tecnico sia stato solo un palliativo per gestire nelle more di una nuova norma chi poteva alzare la voce (risparmiatori e loro associazioni) creando ennesime false aspettative ed invece abbia mancato l’occasione di divenire il primo esempio di virtuosa democrazia in un Paese che ha necessità di veder concretamente esercitata la partecipazione diffusa e non solo proclamata come uno spot elettorale. Ed intanto…i risparmiatori vivono nell’angoscia del domani..
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