Fondo H2O, dieci miliardi a rischio per investitori italiani: la denuncia di MDE. Attesi i commenti degli interessati, dell’avv. Calvetti e, magari, di Consob

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Fondo H2O di NATIXIS
Fondo H2O di NATIXIS

Il "maltrattamento" o, nei casi peggiori, il possibile raggiro, più o meno malizioso, di risparmiatori che svolgono anche attività di investimento in ambito finanziario pare non sia una prerogativa di banche e intermediari italiani come farebbe supporre il caso di un Fondo H2O.

Ci è arrivata una nota di MDE di Treviso, Movimento Diritti Europei, il cui presidente è Giordano Farinati, da tempo impegnata anche sull'annoso fronte degli indennizzi del FIR, che mette in guardia su un'operazione di collocamento di titoli che avrebbero un sottostante che sarebbe illiquido oltre quanto consentito dalle norme europee e italiane e che, perciò, potrebbero aver causato o causare danni per 10 miliardi di euro solo in Italia mantre a rischio sarebbero in totale 30 miliardi.

Oggi pubblichiamo la nota, abbastanza chiara di per se stessa, di MDE ma l'abbiamo girata già ieri per un doveroso commento a tutte le entità interessate e all'avv. Sergio Calvetti, che è il legale di fiducia di MDE mentre oggi facciamo altrettanto con la Consob italiana per le parti di eventuale competenza riguardo alle autorizzazioni passate.

Fondo H2O, MDE: investitori italiani rischiano di perdere dieci miliardi

H2O Asset Management L.L.P (società inglese di gestione di fondi che parrebbero illiquidi, tra i quali Adagio, Allegro, Vivace, Moderato, Multibonds, Multistrategies tutti caratterizzati da una strategia che sarebbe, invece, impostata sulla liquidità), CACEIS Bank, banca depositaria in Francia con branch in Italia, e 30 istituti di intermediazione italianiavrebbero violato i rispettivi obblighi previsti dalla legge nella collocazione agli investitori retails dei titoli della società di gestione inglese H2O fondata nel 2010 da Bruno Crastes e partecipata in forma maggioritaria da Natixis [1] – che ha già reso pubblica la volontà di uscire dall’assetto societario entro il 2021 –.H2O ha, infatti, violato nei propri strumenti finanziari i limiti di titoli illiquidi previsti dalla normativa di settore europea, come attestato da KPMG.

A seguito del blocco imposto dalle autorità francesi, H2O [2] ha cercato di porre rimedio alla propria condotta irregolare, suddividendo il portafoglio iniziale dei propri clienti e creando una linea apposita per i titoli illiquidi, con la promessa di alienare quest’ultimi. La responsabilità delle forti perdite subite dagli investitori italiani, che hanno investito circa 10 miliardi nei titoli della società di gestione, può essere imputata anche alla banca CACEIS [3] e agli intermediari incaricati [4] del collocamento. La prima, in qualità di banca depositaria del Fondo H2O, si sarebbe resa autrice di una condotta omissiva nei controlli imposti dalla Direttiva 2009/65/CE e dal Regolamento Delegato 2016/438; i secondi non avrebbero osservato gli obblighi della normativa MiFid circa la profilatura e la valutazione del rischio, sia del cliente che del prodotto offerto.

Nel fare ciò, infatti, essi erano tenuti a rispettare il principio di adeguatezza, quindi verificare attraverso la consulenza fornita al risparmiatore che l’investimento risultasse allineato ai suoi obiettivi e alla sua capacità di sopportare i rischi, ed il principio di appropriatezza, nel senso di appurare che il cliente avesse compreso i rischi e la complessità insiti nell’investimento quando fosse l’investitore stesso ad effettuare delle transazioni su strumenti finanziari in maniera autonoma (cfr. "Adeguatezza e appropriatezza: i principi generali", ndr).Della tutela degli investitori italiani danneggiati si sta occupando l’associazione Movimento Diritti Europei (info@dirittieuropei.com).

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