FIR, un thriller per azzerati banche: fine da film natalizio o dramma? Video appello di Miatello e “memo” di Ugone a Meloni

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Feste natalizie thriller per i soci azzerati dalle banche considerando il balletto in atto in questi giorni a Roma sul destino del Fondo indennizzo risparmiatori.

Sono ore di apprensione per i correntisti interessati dalla misura risarcitoria per il crac di molti istituti di credito, soprattutto, per gli importi correlati, BPVi a Veneto Banca ma anche Banca Etruria, Carife, CariChieri e Banca Marche.

Come più volte riportato da ViPiù (a questo link una rassegna di articoli sul tema), le questioni che tengono alta l’attenzione durante l’approvazione della Manovra 2023 riguardano le cosiddette “posizioni sospese” del Fir: possibili beneficiari da recuperare (ovvero coloro che vorrebbero essere riammessi agli indennizzi dai quali sono rimasti fuori per “errori” o difetti di compilazione delle proprie richieste, ndr) e utilizzo della parte restante del Fondo, circa 500 milioni di euro sul miliardo e 575 milioni stanziati con la Legge 145.

Soprattutto, in merito a quest’ultimo punto, il gelo è calato sulla scena alla notizia della presentazione di un emendamento dei relatori di maggioranza che voleva chiudere il Fondo indennizzo risparmiatori istituito nel 2019, facendo in modo che quei fondi avanzati non venissero utilizzati per il loro scopo.

Ovviamente le associazioni dei risparmiatori e parte della politica che sostiene di volerne rappresentare gli interessi si sono mossi e, mentre Patrizio Miatello, presidente dell’associazione Ezzelino III da Onara – Giustizia per i risparmiatori, dopo una serie di pressanti incontri a 360° in parlamento nel mese di dicembre, affida al video in copertina, un suo accorato appello, c’è anche chi come Luigi Ugone, presidente dell’associazione vicentina “Noi che credevamo nella Banca Popolare di Vicenza”, tanto per citarne uno, che ha ricordato in una lettera pre elettorale l’impegno preso in campagna elettorale direttamente dalla Premier Giorgia Meloni.

Lettera di Giorgia Meloni prima delle politiche del 2022

In questa lettera (riportata qui accanto), dopo aver garantito attenzione alla vicenda e conoscenza della stessa, anche nei minimi dettagli, diceva: “Siamo pertanto determinati a far luce sull’operatività di Consap, troppo spesso gestita per negare gli indennizzi che sono previsti da una legge, ottenuta grazie agli sforzi e alla determinazione delle associazioni a tutela dei risparmiatori che voi rappresentate.

Sarà nostro impegno – aggiungeva la Meloni -, qualora ricevessimo dai cittadini l’incarico di governare questa Nazione, assicurarci che i fondi rimanenti del Fondo di Indennizzo Risparmiatori vengano effettivamente spesi per gli indennizzi dei risparmiatori e non orientati verso altri progetti”.

E, allo scopo di dare all’impegno preso un sigillo di verità, l’attuale Premier aggiungeva:La vicinanza a queste tematiche è dimostrata anche dalla nostra decisione di candidare Letizia Giorgianni, Presidente dell’Associazione Vittime del Salvabanche che come Voi, si è in passato occupata di queste problematiche”.

Insomma, chi interessato e chi di dovere si sono fatti sentire, tanto che – riferisce in una indiscrezione La Repubblica – l’emendamento “è stato ritirato nella notte” tra martedì 20 e mercoledì 21 dicembre, “poco dopo le 3, si legge nei verbali”, anche se quell’emendamento nella sua ambiguità non si capiva quante porte aprisse e quante ne chiudesse, specialmente sulla questione della redistribuzione dei 500 milioni circa residui del Fir.

Ma in questo thriller a tinte fosche non è esercizio arduo immaginare quale possa essere – sotto Natale per di più – lo stato d’animo dei componenti delle oltre 135.000 famiglie interessate dal Fondo dopo essere state azzerate dalla banche fallite.

Sulla medesima scena si apre però uno squarcio di luce. Una possibile svolta last-minute, come nelle migliori pellicole, si spera, del genere commedia natalizia e non del dramam finale, pur se ancora sotto forma di indiscrezione, ma comunque proveniente da ambienti vicini alla Lega, al Movimento 5 Stelle e Forza Italia, ovvero, due forze su tre appartenenti all’attuale governo nazionale.

Pare che – questa l’indiscrezione o terza via – nella bozza del decreto legge milleproroghe che verrà pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 29 dicembre 2022 per poi passare alle Camere per la conversione in legge ci sia anche la proroga del Fir.

Potrebbe essere soltanto l’ennesima voce sulla intricata faccenda e, comunque, al momento della conferma bisognerà capire se il milleproroghe si occuperà di entrambe le pendenze, 500 milioni di residuo e risparmiatori rigettati, o soltanto di una delle due. E, ancora a proposito di spiragli di luce, se realmente il Dl milleproproghe contenesse tra le sue voci il Fondo Indennizzo Risparmiatori, ci sarebbe, comuqnue, la possibilità di intervenire con emendamenti in sede di conversione in legge.

Vedremo, allora, se questi squarci di luce sulla scena diventeranno una luce nuova sulla vicenda.