Dopo mesi e mesi di attesa – scrive Alessandro Pedone, responsabile Aduc Tutela del risparmio – delle norme attuative per gli indennizzi previsti dalla legge di bilancio 2019 (commi 493-507 articolo 1 legge 145/2018) per i risparmiatori coinvolti nei crac delle Banche Venete, lo scorso 8 Aprile si è svolta una riunione fra il Governo, nelle persone del Presidente del Consiglio e del Ministro dell’Economia, ed un gruppo di 17 associazioni di consumatori per illustrare la proposta relativa all’accordo che il Ministro dell’Economia aveva raggiunto con la Commissione Europea affinché le modalità del risarcimento non configurassero delle violazioni dei trattati.
Si legge dalla stampa e dalle dichiarazioni ufficiali delle parti che la proposta sarebbe stata messa ai voti, non si capisce a quale titolo, e che 2 delle 17 associazioni avrebbe votato a sfavore. A chiunque abbia un minimo di senso delle istituzioni la cosa appare già ridicola di per sé. Come è noto o dovrebbe esserlo, le associazioni di consumatori sono delle associazioni private che svolgono una giustissima funzione di rappresentanza di interessi di parte. Hanno tutti i diritti di criticare o commentare favorevolmente l’operato del Governo, ma non hanno diritto di votare alcunché.
Il ridicolo sfocia nel grottesco quando si apprende che il giorno successivo, il 9 Aprile, salta l’approvazione del provvedimento che il giorno precedente aveva annunciato lo stesso Presidente del Consiglio perché, come affermava il Vice-Premier Luigi Di Maio “Se non si concorda con tutti i risparmiatori non si fa nulla”.
Il giorno successivo si sconfina nell’incredibile, l’Huffington Post titolava: “Quella telefonata che ha bloccato il decreto sui truffati dalle banche” e raccontava della telefonata, al termine del Consiglio dei Ministri, ad un certo Sig. Ugone da parte di Di Maio e Salvini per chiedere se avesse cambiato idea rispetto alla riunione del giorno precedente, ma il sig. Ugone non aveva ancora sbollita la tirata d’orecchi che il Presidente del Consiglio gli aveva fatto pubblicamente il giorno precedente ed ha mantenuto il suo niet.
Al momento non si conoscono ancora i dettagli del provvedimento che dovrebbe esser varato. Secondo le anticipazioni che lo stesso Governo avrebbe dato (e messo ai voti! Sic!) nella suddetta riunione, ci sarebbe un doppio binario. Fino a 35 mila euro di redditi e 100.000 euro d’investimento si accederebbe ad un rimborso diretto, dopo si accederebbe ad un arbitrato semplificato. I rimborsi sarebbero pari al 30% per gli azionisti ed il 95% per gli obbligazionisti.
Al momento non possiamo esimerci dallo stigmatizzare il sempre più basso senso delle istituzioni che ormai ha infettato la quasi totalità della società, dentro e fuori le istituzioni stesse. Può apparire un aspetto secondario ed invece è esattamente una delle cause principali per le quali ci siamo trovati in questa situazione e che causerà situazioni simili, se non peggiori, in futuro.