Tanto andò la gatta al lardo che, questa volta per fortuna, non ci lasciò lo zampino: è stato ufficializzata, infatti e finalmente, la firma da parte del ministra Giovanni Tria del terzo e ultimo decreto attuativo del Fondo Indennizzo Risparmiatori.
Ad annunciarlo con gesti quasi da bambino felice per bambini un po’ cresciuti negli anni e azzerati da una gestione dissennata del sistema bancario è stato il sottosegretario Alessio Villarosa dopo pochi minuti dalla bocciatura in parlamento del M5S con la sua mozione anti Tav Torino Lione (potrebbe non essere un caso lo sbandieramento del decreto come possibile ultimo atto di un governo, che, mentre scriviamo, starebbe per far scorrere i titoli di coda).
Dopo il video commento su FB del sottosegretario su un atto arrivato realisticamente in grande ritardo rispetto agli annunci plurimi di Di Maio e Salvini, presentiamo anche il messaggio video di ringraziamenti di Patrizio Miatello, che mai ha perso la voglia di lottare con gran parte della associazioni dal 27 dicembre 2017, fin da quando, cioè, fu emanata la prima legge sul ristoro dei risparmiatori azzerati (la 205), poi contrastata e azzerata, nonostante avesse impostato la soluzione odierna, invece di essere subito attuata per essere poi migliorata.
Di tempo ne è passato, ma preso atto di questo sia pur tardivo passo, una domanda la rivolgiamo ad associazioni, politici, istituzioni e media: perché ad oggi non registriamo, a parte l’interpellanza dell’on. Pierantonio Zanettin e qualche attestazione personale di alcuni presidenti, sufficienti reazioni alle nostre rivelazioni sulle più che credibili contraddizioni di Carmelo Barbagallo?
Il capo della Vigilanza, che in pubblico e in audizione ha sempre affermato la non ingerenza “costrittiva” di Banca d’Italia sulle scelte di Veneto Banca nei confronti del sempre ipotizzato diktat di abbraccio mortale con BPVi, nel colloquio, di cui abbiamo pubblicato per ora un estratto (“Barbagallo bifronte, last news: il 19 febbraio ’14 incontrò Zonin e Trinca in Bankitalia per “Veneto Banca in BPVi subito!”, in audizione negò“) da lui promosso con Gianni Zonin e Flavio Trinca, spinge, eccome!, verso un matrimonio obbligato di Montebelluna con Vicenza.
Se ora, nelle vicende processuali o pre processuali, i due super pagati presidenti (entrambi intorno a un milione di euro all’anno), si sfidano nel gioco dello scaricabarile sui loro dg o Ad che dir si voglia, Bankitalia non solo scarica su terzi, col concorso anche di indagini di sicuro complesse ma apparentemente troppo soft nei suoi confronti, le sue incapacità di vigilare, poco importa ai risparmiatori azzerati se per dolo dei “vigilati” o per propria incapacità, ma dice e si contraddice su scelte sistemiche che riguardano le due banche venete ma anche le altre quattro risolte.
La nostra pubblicazione squarcia un primo, pesante velo anche su relazioni presentate in una Commissione d’Inchiesta Parlamentare che si occupò più dei gossip sulla Boschi che di altro e accettò incredibilmente la loro secretazione a presumibile danno, finché non saranno rese note a tutti, di centinaia di migliaia di risparmiatori, ai quali nulla dovrebbe essere nascosto dopo che, fidandosi delle banche e del sistema, hanno messo i loro soldi in banche decotte o fatte morire, a seconda dei casi e di motivazioni riservate a pochi, dal sistema che ha acuito se non determinato le loro cattive gestioni.
Eppure tutto o quasi tace quando, invece, sarebbe ora di aprire gli armadi e leggere a voce alta tutto quello che vi è contenuto.
Altro che sbandierare i fogli del terzo decreto attuativo del Fondo Indennizzo Risparmiatori per un 30% tardivo e con un tetto di 100.000 euro quando, esaminando i veri documenti e i fatti (forse?) nascosti, a loro il sistema dovrebbe ridare tutto e con gli interessi meno quanto perso e non rimborsabile: in certi casi la vita, sempre la tranquillità e la fiducia nello Stato.