È allo studio la cessione di Forgital, multinazionale vicentina attiva a livello mondiale nella produzione di anelli forgiati e laminati in acciaio e altre leghe speciali per i settori aerospace e industrial. Alla manovra lavora la controllante Carlyle, società internazionale di asset management con un patrimonio complessivo di circa 203 miliardi di dollari statunitensi in gestione, ripartiti in 129 fondi e 141 fondi di fondi che operano su scala globale. Carlyle ha rilevato il gruppo Forgital nel 2019 dalla famiglia Spezzapria, Fondo Italiano di Investimento e Nb Aurora.
Il gruppo Forgital, è stato fondato nel 1873, e ha solide radici in Veneto e specificatamente nel Vicentino grazie alle sedi di Velo d’Astico, dove si trova il quartier generale, Pedemonte e Rtm Breda a Carrè. Altre sedi italiane sono a Grigno (Trento), e Cormano (Milano), oltre alle 3 sedi estere.
Della possibile cessione della vicentina Forgital si occupa Il Sole 24 Ore: “Secondo indiscrezioni, potrebbe essere infatti affidato un incarico esplorativo, volto alla valorizzazione dell’azienda, a una banca d’affari per avviare un processo nella seconda parte dell’anno. L’operazione potrebbe essere una delle maggiori, in termini di valutazione, all’interno della lista delle potenziali transazioni di private equity nel 2024.
Nel 2024 l’Ebitda del gruppo Forgital potrebbe infatti attestarsi a circa 130 milioni di euro con un giro d’affari salito a mezzo miliardo e con un backlog molto forte, vista la natura del business con contratti a lungo termine. Sulla base delle stime di crescita nel 2025, la valutazione dell’azienda, secondo indiscrezioni, potrebbe dunque avvicinarsi ai 2 miliardi di euro. In vista dell’avvio del processo, l’interesse per il gruppo vicentino potrebbe provenire da multinazionali estere e grandi fondi di private equity.
Il momento sembra propizio, in quanto gli indicatori economici di Forgital hanno avuto un incremento importante negli ultimi due anni, in coincidenza con l’uscita progressiva dalla pandemia: nel 2020 il giro d’affari del gruppo si era infatti attestato a 285 milioni di euro, che sono scesi a 275 nel 2021, mentre il 2022 ha superato la soglia dei 300 milioni di euro fino a 337 milioni.
Nel 2023 il fatturato è salito infine a quota 410 milioni, sfruttando anche i forti investimenti realizzati durante il periodo del Covid per espandere la capacità degli impianti. La produzione è ormai focalizzata sul mondo aerospace (che conta circa il 70% delle vendite), mentre il mondo industrial è pari al restante 30%”.
Fonte Il Sole 24 Ore