Bando di Concorso per l’ammissione al Corso di Formazione Specifica per i medici di medicina generale in Veneto per il Triennio 2022-2025: è polemica sui ritardi registrati nell’emanazione tra la Federazione Italiana Medici di Medicina Generale veneta e la Regione.
Una polemica che ha visto coinvolti anche l’assessore Lanzarin e alcuni consiglieri regionali, oltre alla Fimmg che oggi è andata all’attacco manifestando disappunto oltre che preoccupazione parlando di ritardo inaccettabile data la perdurante carenza di medici che si registra in regione.
“Il 2022 è quasi finito e non c’è ancora traccia del bando di concorso – spiega la Fimmg Veneto -. Da molto tempo ormai, sollecitiamo la Regione a concordare con le organizzazioni sindacali l’analisi dei problemi e la riorganizzazione territoriale delle cure primarie con modelli che supportino i bisogni della popolazione e la dignità del lavoro dei medici di famiglia.
Il ritardo nella pubblicazione del Bando rappresenta un ulteriore indicatore negativo sulla volontà della Regione di prendere iniziative strutturali per sostenere il superamento di questo periodo emergenziale. La formazione del medico di Assistenza Primaria, in tutto il suo percorso di vita professionale, dovrebbe essere un punto di partenza non eludibile. Anche perché, come recita la normativa vigente, i medici in formazione specifica possono assumere incarichi durante il periodo formativo. Questo, dunque, amplifica il nostro disappunto: ogni ritardo di programmazione viene da noi interpretato come una precisa scelta politica.
Ostacolare, anche solo per inerzia burocratico-amministrativa, il ricambio generazionale pone quesiti sulla reale volontà della Regione Veneto di credere e investire nell’Assistenza Primaria.
Chiediamo di provvedere con urgenza alla pubblicazione del Bando di Concorso per l’ammissione al Corso di Formazione Specifica dei medici di Medicina Generale per il Triennio 2022-2025 e di avviare le procedure che dovranno garantire le Borse per il Triennio 2023-2026″.
Fimmg Veneto sollecita, inoltre, la ripresa immediata dei tavoli istituzionali per concordare il nuovo Accordo Integrativo Regionale.
Pronta è però giunta la replica di Manuela Lanzarin. assessore alla Sanità della Regione Veneto che sostiene che non ci sia alcuna inerzia da parte dell’ente.
“Credo che anche la Fimmg – dice – sia al corrente che tutte le regioni sono allineate per uscire in modo coordinato con il bando ordinario, ma ci sono alcune questioni che devono ancora essere risolte a livello nazionale. Per quanto mi riguarda confermo che in Veneto i pensionamenti previsti tra il 2023 e il 2025 sono 462, contro 700 giovani medici che si diplomeranno nello stesso periodo. Non c’è quindi nessun ritardo e nessuna diminuzione dei numeri programmati.
Tutte le Regioni – aggiunge la Lanzarin – sono d’accordo per uscire coordinate con il bando ma, per esempio, oggi c’è la copertura finanziaria ma non il riparto tra le regioni e manca ancora la convergenza sui fondi previsti dal cosiddetto decreto Calabria, per il quale lo schema di avviso non è ancora in Commissione Salute delle Regioni in quanto manca la comunicazione da parte del Ministero sul numero di posti e sull’utilizzo dei fondi entro il 31 dicembre 2022. Ricordo peraltro che la scadenza ultima per la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale è fissata entro dicembre 2022”, dice infine l’assessore alla Sanità veneta.
A rincarare la dose polemica ci hanno pensato le consigliere regionali del Partito Democratico, Anna Maria Bigon e Francesca Zottis, che sono inoltre componenti della commissione consiliare Sociosanitaria.
“È inaccettabile che, nel pieno della crisi per la carenza di medici di famiglia – affermano -, la Giunta si consenta pure il lusso di non pubblicare ancora il bando di concorso per l’ammissione al corso triennale 2022-2025 di formazione specifica per medici in Medicina Generale.
La Fimmg – ricordano le esponenti dem – ha giustamente sollecitato questo passaggio che doveva essere naturale. Si tratta di una mancanza grave, sintomatica di un atteggiamento di abbandono di una delle più palesi emergenze che si stanno verificando in Veneto. I numeri, emersi anche dalla nostra recente ricerca, dimostrano che se non viene posto immediatamente un argine, il fenomeno della carenza di MMG è destinata a ripercuotersi con effetti sempre più pesanti sui cittadini, ai quali di fatto viene negato il diritto di ricevere servizi e assistenza dalla sanità pubblica.
A che gioco sta giocando questa Giunta? Rema a favore del disagio – concludono Bigon e Zottis – puntando a trasferire l’intero sistema in direzione dei privati? I fatti purtroppo depongono a favore di questo drammatico sospetto”.