Forum per il lavoro e la formazione, incontro di studio sulla situazione del mondo produttivo vicentino

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Quali sono le prospettive del mondo del lavoro vicentino? Quali sono i punti di forza e di debolezza del territorio? Come serve operare per fronteggiare gli effetti di uno scenario internazionale sempre più complesso?

Il Forum per il lavoro e la formazione del Comune di Vicenza, di recente costituzione, si è confrontato su questi e altri temi nell’incontro promosso lunedì 18 novembre dalla vicesindaca e assessora alle risorse economiche, al lavoro e alle pari opportunità Isabella Sala e dal consigliere delegato alle politiche del lavoro Mario Barbieri, in stretta collaborazione con la Camera di Commercio, Industria e Artigianato e Agricoltura di Vicenza – sede dell’iniziativa – e Veneto Lavoro, con il proprio Osservatorio e l’Unità Operativa dei Centri per l’Impiego di Vicenza.

La giornata ha visto una significativa presenza di operatori della formazione, amministrazioni locali, rappresentanti delle associazioni di categoria e sindacali, dei Centri per l’Impiego (CPI) e degli Enti accreditati dalla Regione Veneto.

Dopo il saluto del consigliere delegato alle politiche del lavoro Mario Barbieri, è stato l’intervento del presidente della Camera di Commercio di Vicenza Giorgio Xoccato a entrare nel cuore delle questioni, tracciando un quadro di luci ed ombre sulle prospettive future, soprattutto considerando gli scenari internazionali condizionati dalle guerre e da una politica protezionista minacciata dal neo eletto presidente statunitense.

Il presidente ha evidenziato come la previsione di un periodo complesso per il mondo del lavoro renda necessario favorire il lavoro di squadra tra le Istituzioni e le aziende del territorio.

Il mercato delle imprese vicentine è infatti caratterizzato da una maggioranza di piccole e piccolissime aziende che spesso rappresentano una eccellenza nazionale ed internazionale e che fanno della città berica la terza provincia in Italia per valore di esportazioni, dopo Milano e Torino. Si tratta di un sistema con importanti elementi di fragilità che può essere mitigata solo adottando modelli operativi comuni, una maggiore strutturazione, il rafforzamento del virtuoso scambio tra competenze ed esperienze. Solo in questo modo sarà possibile per le aziende più piccole e meno strutturate reggere alle sfide del prossimo futuro.

La vice sindaca, assessora alle risorse economiche, al lavoro e alle pari opportunità Isabella Sala ha ribadito il ruolo del Comune in questa partita. “Intendiamo operare – ha detto – in grande sinergia con le altre istituzioni, privilegiando uno stretto rapporto con Veneto Lavoro ed i Centri per l’impiego presenti nel nostro territorio e valorizzando anche l’apporto dei quattro “pilastri” del Forum: associazioni datoriali, organizzazioni sindacali, enti formativi e di accompagnamento alla ricerca attiva di lavoro. Il Comune non ha una competenza specifica in materia di lavoro, ma certamente ci sentiamo e diamo compiti importanti, a servizio dei cittadini e delle imprese, con obiettivi comuni di sviluppo e tenuta sociale; per questo motivo abbiamo dato vita a un nuovo strumento: il Forum per il lavoro e la formazione, da noi coordinato, che speriamo dia buoni frutti, grazie a un lavoro di rete necessario e sottolineato da tutti i partner del progetto”.

La prima relazione è stata quella del dottor Diego Rebesco, capo servizio Orientamento, Informazione e Promozione Economica della Camera di Commercio di Vicenza, che ha presentato un approfondimento statistico specifico sulla condizione delle imprese del capoluogo vicentino e sulle prospettive del mondo del lavoro.

Dalla relazione è emerso che lo stock delle imprese dal 2014 al 2024 registra un calo generalizzato: nel Comune di Vicenza, tra il 2014 e il 2019 si è verificato un costante incremento del numero di imprese, seguito da un brusco calo, il cui rallentamento si apprezza soprattutto dopo la fine del 2023. Particolarmente interessate sono le imprese artigiane che rispetto al 2014 registrano un perdita dell’8,2%, crescono invece – ed è sicuramente un dato di grande interesse – i Servizi ad alto contenuto di conoscenza (KIBS), che nella provincia di Vicenza sono 5.500 al 30 settembre (+ 567 rispetto al 2019). Il rapporto mette in luce un leggero calo prudenziale della domanda di lavoro tra novembre 2024 e gennaio 2025, rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Sebbene in un momento di rallentamento dell’economia, il tema del reperimento della manodopera resta centrale: i nuovi ingressi richiesti per il periodo novembre 2024 – gennaio 2025 sono 18.750 (- 2.770 rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso) ma restano figure di difficile reperibilità. Infatti per le imprese resta difficoltoso reperire il 53% delle figure in entrata.

Il direttore di Veneto Lavoro Tiziano Barone ha quindi tracciato un’analisi del mercato del lavoro in provincia di Vicenza, con un focus sulle dinamiche recenti e le caratteristiche della domanda e offerta di lavoro.

I dati aggiornati al giugno 2024 descrivono una situazione sostanzialmente di piena occupazione: negli ultimi vent’anni il tasso di attività è passato dal 69% del 2004 al 72,6% del 2023; quello di occupazione dal 66,7% al 70%, mentre si rafforza la presenza femminile e il numero di lavoratori stranieri. Cresce l’età media dei lavoratori e crescono gli occupati nel terziario, mentre calano decisamente quelli dell’industria. Dal 2014 sono cresciuti e rimangono in crescita soprattutto i lavori a tempo indeterminato.

Nel corso degli anni le trasformazioni del tessuto economico e produttivo (assieme ad altri fattori quali l’innovazione tecnologica e una diversa organizzazione del lavoro) hanno portato con sé un progressivo cambiamento della domanda di lavoro: si è rafforzata la domanda di profili professionali qualificati (elevate qualifiche e professioni tecnico-impiegatizie) e contestualmente è cresciuta la domanda di professioni non qualificate. È diminuita, per contro, la domanda di profili intermedi, soprattutto le figure operaie, creando un fenomeno detto polarizzazione delle professioni.

Le proiezioni sul futuro mostrano un rallentamento del ritmo della crescita occupazionale, in particolare nel comparto manifatturiero (metalmeccanica, comparto del tessile e abbigliamento).

In questo contesto, pur a fronte di una riduzione dei livelli della crescita occupazionale in un mercato del lavoro contraddistinto da elevata mobilità, si registra la necessità di manodopera, sia a livello elevato sia a livello operativo, in una realtà nella quale alcune figure sono di difficile reperimento e alcuni settori sono in una situazione di sofferenza (costruzioni, industria dei metalli, turismo, abbigliamento, concia).

La situazione demografica con il progressivo invecchiamento è aggravata dalla tendenza all’emigrazione dei giovani con formazione medio-alta.

Rispetto ai lavoratori stranieri si registra una piccola ripresa delle iscrizioni (regolari) dall’estero e un buon tasso di acquisizione della cittadinanza italiana.

Rimane il nodo dell’occupazione femminile, che continua a registrare tassi di occupazione inferiori a quella maschile (77,3 il tasso di occupazione maschile (15-64) contro il 62,3 della femminile).

Elemento positivo è il numero di NEET (giovani che non studiano e non lavorano) che è molto contenuto (in provincia di Vicenza sono solamente il 12,3% del totale, ben al di sotto della media nazionale).

“Le attuali questioni aperte legate al lavoro – ha concluso il direttore di Veneto Lavoro Tiziano Barone – sono la crescita del capitale umano; il passaggio nelle aziende dalla gestione del personale allo sviluppo e cura dei propri dipendenti anche in termini di Academy e di Welfare aziendali, anche per essere maggiormente attrattivi; l’offerta di un alloggio; le politiche migratorie”.

Partendo dalla fotografia degli ingressi in condizione di disoccupazione nel vicentino, la Dirigente dei Centri per l’Impiego di Vicenza Lisa Lora ha approfondito le principali caratteristiche della platea di persone che risultano alla ricerca di nuova occupazione e che si sono rivolte ai CPI vicentini e nello specifico al CPi di Vicenza nel corso del 2024, di cui il 57% donne, il 35% giovani, 55% con qualifica/diploma/laurea e con competenze maturate, in storie lavorative precedenti, principalmente nel settore dei servizi e dell’industria. La maggior parte delle persone disoccupate risultano beneficiarie di ammortizzatori sociali ed una parte risulta percepire le nuove misure di contrasto alla povertà quali il Supporto Formazione Lavoro e l’Assegno di Inclusione.

Sono stati forniti inoltre i principali indicatori relativi al positivo grado di accompagnamento al lavoro realizzati a favore di tale platea di lavoratori, attraverso l’incontro domanda e offerta e le politiche attive finalizzate all’inserimento lavorativo nel mercato del lavoro vicentino, attivate con i Centri per l’Impiego e realizzate dal sistema pubblico-privato della Regione del Veneto in collaborazione con i principali soggetti della rete locale.

Al fine di fornire elementi utili all’analisi delle dinamiche del mercato del lavoro locale, è stato infine sottolineato il significativo investimento e impegno dei servizi per l’impiego vicentini sul fronte dell’offerta di interventi tesi a far superare i gap che ostacolano la rioccupazione dei lavoratori, mettendo in campo servizi personalizzati rivolti a lavoratori e aziende, percorsi formativi gratuiti – finanziati da misure europee, nazionali regionali e locali di upskilling, reskilling, formazione competenze digitale – in linea con le aspirazioni delle persone e le necessità manifestate da un mercato del lavoro vicentino in forte cambiamento come quello rappresentato dalle analisi riportate all’attenzione anche nel presente incontro.

L’intervento si è concluso con il riconoscimento dell’importanza delle sinergie e collaborazioni con i principali attori della rete territoriale al fine di contrastare il fenomeno del mancato incontro tra la domanda e l’offerta di lavoro nel Vicentino.

“Grazie a quest’incontro – ha concluso il consigliere delegato alle politiche del lavoro Mario Barbieri – il Forum ha messo a fuoco alcuni importanti spunti di riflessione e nodi che dovranno essere affrontati anche a livello territoriale per attenuare gli effetti di una congiuntura economica delicata: i salari stagnanti; le difficoltà di reperimento di alloggi; la cura dell’integrazione scolastica e sociale come elementi essenziali per attrarre e trattenere i lavoratori (non solo stranieri); l’impatto della tecnologia, la trasformazione del tessuto produttivo e l’impatto sulla domanda di lavoro e sui profili professionali; la necessità di individuare strategie condivise a fronte di una forza lavoro che invecchia ed ad una carenza di lavoratori destinata a cronicizzarsi”.

Un nuovo incontro di formazione del Forum è in programma per la seconda metà di gennaio quando saranno presentati i dati del servizio sociale sulle condizioni delle persone con maggiore vulnerabilità (persone in condizione di povertà e vulnerabilità sociale, persone detenute o in esecuzione penale esterna, persone con disabilità, popolazione matura in stato di disoccupazione) e verrà effettuato un focus operativo sull’accesso ed attivazione ai servizi ed alle opportunità lavorative, politiche attive di lavoro e progettualità, dedicate anche a gruppi di persone con particolari fragilità, offerti dal Centro per l’Impiego di Vicenza di Veneto Lavoro a favore delle persone disoccupate, aziende ed enti del territorio, in collaborazione con il sistema dei servizi per il lavoro ed in sinergia con la rete dei principali attori della città.