Francesca Zara da Vicenza a Vicenza nel segno di Gorlin e Concato

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Zara allenatrice della Velcofin Interlocks Vicenza
Zara allenatrice della Velcofin Interlocks Vicenza

(Articolo da VicenzaPiù Viva n.5, sul web per gli abbonati tutti i numeri, ndr).

L’ex giocatrice della nazionale dopo un lungo peregrinare è tornata nella società dove tutto ebbe inizio, con la possibilità di lavorare con il suo idolo, nel ricordo del presidente che lanciò l’AS Vicenza nell’élite europea del basket.

Quando è stata contattata da Vicenza, Francesca Zara non ha dovuto riflettere neanche un secondo sulla possibilità di tornare nella società che l’ha lanciata nel panorama nazionale cestistico: a distanza di trent’anni, l’ex giocatrice della nazionale è quindi tornata «a casa»  nelle vesti di allenatrice della prima squadra, quella stessa società che ad inizio anni ’90 la portò ad esordire tra le grandi, lanciandola verso una carriera lunga e luminosa. Con un plus: quello di poter lavorare a stretto contatto con Lidia Gorlin, che quando Francesca era ancora bambina era una delle stelle della squadra che dominava l’Italia e l’Europa.
Il tutto risale allo scorso dicembre quando, dopo un inizio molto difficile (0 punti nelle prime sei partite), coach Claudio Rebellato, capo allenatore della Velcofin Interlocks Vicenza (così chiamata per motivi di sponsorizzazione), decide di fare un passo indietro e di dimettersi dal suo ruolo. Nella rosa di nomi a disposizione della società salta fuori quello di Francesca Zara, appena rientrata dall’America dove ha sostenuto un corso universitario e reduce da una stagione passata come preparatrice atletica dell’Omnia Pavia, formazione di basket maschile.
Una grande occasione per entrambe: per la società avere a disposizione un’allenatrice che conosce l’ambiente molto bene e che ha vissuto, anche se solo da spettatrice e giovane appassionata, la grande storia dell’AS Vicenza in Italia e in Europa; per Zara, l’opportunità di tornare verso casa, per lei che è nativa di Bassano, e di contribuire alla causa della società in prima persona, cercando piano piano di immaginare un futuro in cui Vicenza possa tornare nei palcoscenici che le competono.

Francesca Zara in Nazionale
Francesca Zara in Nazionale

«Andavo sempre a vedere tutte le partite che potevo quando ero ragazzina.» – racconta Francesca, giusto prima di andare al palazzetto per l’allenamento serale – «Furono anni fondamentali, perché all’epoca Vicenza era la società più importante d’Italia e veniva da cinque anni in cui aveva dominato l’Europa; il nostro vivaio era il migliore in assoluto e ogni anno giocavamo le finali nazionali».
Non si può non citare il culto che Zara aveva in quegli anni nei confronti di Lidia Gorlin: «Ero molto piccola all’epoca ovviamente e non c’era molto modo di interagire con noi. Però era uno dei perni fondamentali di quella squadra fantastica, playmaker nel ciclo dei sette scudetti consecutivi e delle cinque Coppe Campioni, che nel 1991 tornò in campo dalla maternità per contribuire alla salvezza, mettendoci il cuore e dimostrando l’amore e la dedizione che aveva per questa maglia e questa città. In più, giocando io da guardia,ì cercavo sempre di apprendere qualcosa dal suo modo di giocare».
Nata a Bassano, Francesca Zara ha mosso i primi passi nel mondo del basket a Schio, prima di arrivare a Vicenza in tempo per giocare la categoria Propaganda (l’Under 13 di adesso), negli anni in cui la società aveva la denominazione di Primigi Vicenza, noto marchio di scarpe per piccini. Quindi, nella stagione 1992-93, a soli sedici anni, la prima stagione in prima squadra, due anni coincisi con due eliminazioni ai play-off al primo turno, e l’opportunità di crescere fino alla decisione, a diciotto anni, di cambiare e iniziare a misurarsi anche altrove.

Francesca Zara a Seattle
Francesca Zara a Seattle

In quel momento inizia il lungo pellegrinaggio della Francesca Zara giocatrice: prima ad Alcamo, poi a Como per nove anni, dove ha raccolto i suoi maggiori successi (cinque scudetti, altrettante supercoppe due Coppe Italia). Quindi, Napoli e poi un’esperienza in America con le Seattle Storm, con tanto di quarti di finale WNBA, la maggiore lega di pallacanestro del mondo; poi Spartak Mosca e la conquista dell’Eurolega, prima della lunga coda che l’ha portata a Parma, Umbertide, Venezia, Vigarano e Broni, dove a quarant’anni ha appeso gli scarpini al chiodo per dedicarsi alla carriera da allenatrice. Nel mezzo, anche la maglia della nazionale italiana, con due medaglie d’argento, ai giochi del Mediterraneo e alle Universiadi, più di 100 partite e oltre 1000 punti, oltre che diverse presenze agli europei al femminile.
Da grande stakanovista, sfruttando la sua laurea in scienze motorie, Zara si è sempre dedicata non solo a fare l’allenatrice, ma ha sempre cercato di svolgere anche il ruolo di preparatrice atletica. La sua prima esperienza in panchina è stata come vice di Alessandro Fontana, a Broni, dove aveva chiuso la carriera da giocatrice; quindi, due stagioni come capo allenatrice di Castelnuovo Scrivia, raggiungendo sempre i play-off e un’esperienza nel basket maschile, come preparatrice atletica dell’Omnia Pavia, società di Serie B, oltre ad un’esperienza come assistente della nazionale femminile nel 2019 all’Eurobasket. Nell’autunno del 2023 è volata in America, all’Università del Wisconsin, per partecipare ad un internship in «Strength and Conditioning & Basketball», corso specifico per la preparazione di cestisti e cestiste. Quindi, al rientro dall’Italia, l’improvvisa possibilità di tornare a casa, nella società dove tutta la sua carriera aveva avuto inizio, e la chance di lavorare direttamente con il proprio idolo, Lidia Gorlin, oggi direttrice sportiva della società.Con la quale, racconta, l’intesa è subito stata ottima: «Abbiamo una grande affinità su quella che crediamo sia la metodologia di lavoro e su come andrebbero gestite le cose; se vogliamo ambire a riportare Vicenza dove le compete bisogna remare tutte nella stessa direzione.» – racconta Zara – «Ci confrontiamo costantemente su ogni situazione di campo ed è per me un aiuto fondamentale nella gestione del gruppo. Vedere come le ragazze stanno migliorando passo dopo passo, i risultati che piano piano stiamo ottenendo sono confortanti. Avere questa grande possibilità di condivisione e confronto è un aiuto molto grande».

Primigi Vicenza 1988, Gorlin Gorlin in basso a sinistra con il numero 7
Primigi Vicenza 1988, Gorlin Gorlin in basso a sinistra con il numero 7

D’altronde, la situazione in cui è arrivata Zara a Vicenza non era delle migliori: sei sconfitte nelle prime sei partite non sono esattamente il ruolino di marcia ideale, ma il materiale umano c’era e c’è, bisognava solo cambiare modo di lavorare. Da quel momento, Vicenza ha iniziato a vincere le prime partite, ma al momento lotta per evitare il calderone dei play out più che guardare in alto, anche se le prestazioni della squadra sono sempre più convincenti.
«Tornare qui dopo tanto girovagare è importante per me.» – aggiunge Zara – «Per tanti anni sono stata in giro senza mai tornare e mi piace pensare di essere qui per dare un contributo alla causa di questa società che mi ha dato tanto da giovane. Mi piace pensare poi che il progetto voglia anche essere ambizioso e voglia riportare l’AS Vicenza sui palcoscenici che merita».
L’ultima apparizione in massima serie della oggi Velcofin Interlocks è, infatti, datata 2006: troppo tempo per una squadra che tanto ha rappresentato per il basket italiano, ma i problemi societari in cui era incorsa la formazione biancorossa l’avevano sospinta addirittura in Serie C. Poi la risalita fino all’A2, dove le biancorosse per due volte sono andate ad un soffio dal riconquistare la massima serie (due finali playoff perse di fila) prima degli ultimi anni, un po’ più travagliati a livello di risultati.
Ma la fame e la voglia di risalire la china ci sono: non sarà questo l’anno buono, ma Zara è fiduciosa. Intanto però, c’è un campionato da giocare e una classifica da risalire: «Sono contenta delle ultime prestazioni delle ragazze, che stanno cambiando mentalità e continuano a migliorare. La strada verso la salvezza è ancora lunga, ma giocando così possiamo farcela».
Il prossimo impegno casalingo della Velcofin Interlocks Vicenza sarà il 3 marzo (pochi giorni dopo l’uscita di questo numero di VicenzaPiù, ndr) per una cruciale sfida contro Ancona, match in cui ottenere la vittoria potrebbe essere fondamentale nella rincorsa alla salvezza. In panchina ora ci sono Francesca Zara e anche Lidia Gorlin, ma dove una volta stavano sedute in canotta e pantaloncini ora sono una in piedi a chiamare schemi e dare indicazioni alla squadra, l’altra accomodata, sempre pronta a dare utili consigli all’allenatrice e alla squadra.

Salonicco Primigi Vicenza Campionessa
Salonicco Primigi Vicenza Campionessa d’Europa 1987 Nella foto Fullin, Gorlin che
taglia la rete, Stanzani, Edwards e Passaro
(foto dal Museo del basket di Milano)

Prima di congedarsi però, l’allenatrice ci tiene a dire un’ultima cosa, per lei molto importante: «Se c’è una persona a cui devo tutta la mia riconoscenza e la voglia di tornare
a Vicenza è Antonio Concato. Quando era in vita, lo storico presidente era il secondo papà di tutte noi. Veniva a tutte le partite con Catarina Pollini, è stata una persona di grandissimo spessore umano e con spiccate doti di capacità e lungimiranza. Quello che il basket femminile ha costruito a Vicenza lo si deve soprattutto a quello che ha fatto lui quando era in vita. La mia stessa carriera non sarebbe stata la stessa se non avessi cominciato sotto la sua guida».