Egregio professor Enzo Guidotto, non posso esimermi dall’osservare che, da qualche mese, la Associazione Soci Banche Popolari si è appiattita sulle posizioni di pura protesta, senza concrete proposte, di alcuni gruppi di soci e segnatamente di quello capeggiato da Andrea Arman. Una posizione promossa soprattutto dal vicepresidente Gianni Miazzo, che ha creato discussioni e alcuni pareri contrari all’interno del direttivo. Il sottoscritto conoscendo l’agire e le idee del coordinamento Don Torta è contrario a questa linea, come ho avuto modo di sottolineare ripetutamente.
Colpisce che la maggioranza del direttivo abbia seguito questa linea che, di fatto, non prevede alcuna seria proposta di rimborso o risarcimento ai soci. Arman ha intenzione di continuare a fomentare la protesta di piazza non si sa bene con quale obiettivo se non quello, forse, personale.
Ad oggi i soci hanno in mano, piaccia o no, solo il fondo c.d Baretta per poter sperare di ottenere qualcosa. E’ quindi deleterio e controproducente chiedere la cancellazione del fondo (approvato peraltro con la legge 205 del dicembre 2017) senza avanzare alcuna seria controproposta. Certo il fondo va migliorato e ne va accresciuta la dotazione finanziaria. Su questo siamo tutti d’accordo.
Si assiste invece a un riprovevole spettacolo delle associazioni che si sono divise in due schieramenti pro o contro il fondo, favorendo con questo, la forza di chi vuole insabbiare tutto.
Le pressanti esigenze della finanza pubblica rendono evidente che i soci non potranno essere completamente rimborsati. Chi crede il contrario e chi fomenta tali speranze crea solo illusioni.
Seguire la strada protestataria e velleitariamente incendiaria di Andrea Arman (e Luigi Ugone) non porterà tangibili risultati ai nostri associati.
L’attuale governo non potrà che limitarsi, a mio avviso, ad aumentare in forma modesta la dotazione del fondo mantenendo l’impianto dello stesso. Ricordo che il denaro dei fondi dormienti rientra in possesso dello stato, soggetto quindi a tutti i vincoli di bilancio, in particolare in ambito europeo. Non è quindi denaro che il governo possa liberamente destinare ai risparmiatori. Chi dice il contrario mente sapendo, forse, di farlo (ma si può lavorare, ma solo se i più saranno concordi, per destinarlo, ndr). Ricordo anche che già esiste un fondo per le vittime dei reati finanziari approvato nel 2005 dal governo Berlusconi (ministro Tremonti), che lo stesso in questi anni non ha distribuito un euro ai risparmiatori e che attualmente è privo di dotazione finanziaria. Baretta, accusato di incompetenza, conosce bene la situazione e ben consapevole di questo ha presentato una proposta che potesse essere accettabile, in primis da Bruxelles che, ci piaccia o meno, ha oggi competenza sul nostro bilancio.
Ritengo quindi sbagliata la linea intrapresa dalla associazione e coerentemente, non identificandomi più nel progetto e nell’agire della maggioranza del direttivo, presento le mie immediate e irrevocabili dimissioni dalla carica di consigliere.
Augurando un buon proseguimento invio i miei migliori saluti
Dott. Francesco Celotto
Consigliere dimissionario della Associazione Soci Banche Popolari