Francia, patria dell’enologia. “Wine Specialists Journal”: dallo Champagne al Riesling dell’Alsazia

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La Champagne in Francia, credits marcopoloTV
La Champagne in Francia, credits marcopoloTV

Approcciarsi all’enologia e alla viticultura della Francia non è impresa semplice e non solo per il rischio concreto di perdersi in sterili confronti con l’Italia. Non c’è dubbio che la Francia sia stata la prima e la più grande nazione produttrice di vini di qualità, ancora oggi ricercati non solo per indimenticabili bevute, ma anche come bene rifugio per investimenti che con il tempo possono solo accrescere i profitti. La Wine Specialists Council, pur essendo ancorata al territorio italiano, non può non tuffarsi per questioni didattiche nel territorio francese, cominciando dal nord, dalle regioni della Champagne e dell’Alsazia per degustare due tipologie di vini unici e irriproducibili nel panorama mondiale: lo Champagne, appunto, e il Riesling.

Agrapart et Fils, Champagne Grand Cru, Extra Brut Blanc de Blancs, 12,5 % vol.

Agrapart ef Fils, Champagne
Agrapart ef Fils, Champagne

Nell’immaginario comune lo Champagne è il vino delle feste buone, di quella occasione speciale in cui non si è badato a spese e si è stappata una bottiglia costosissima, perché, in fondo, lo champagne, non solo in Francia, è la bollicina dei ricchi! La galassia degli champagne, ovviamente, è molto più variegata di quello che può sembrare e, in realtà, anche senza spendere capitali per uno champagne delle grandi maison, è possibile con un po’ di conoscenze in materia degustare degli ottimi esemplari. Come questo Agrapart, in fondo, uno champagne proveniente dal villaggio di Avize nella Côte de Blancs che fa tre anni di affinamento in bottiglia. Si tratta di uno champagne piacevolmente dolce grazie alla degradazione malolattica, di un bel colore dorato senza unghia, con bollicine fini e persistenti e di una brillantezza unica. Nelle note olfattive del fruttato percepiamo un odore di banana, mela verde, ananas matura, pera e pesca sciroppata, mentre nel floreale abbiamo del gelsomino, la peonia, per finire con del vegetale di erba falciata. Tra le erbe aromatiche avvertiamo sentori di salvia, di timo e coriandolo. Tipica dello champagne è anche quella sensazione minerale gessosa insieme alle tostature di crosta di pane che rievocano il profumo di piccola pasticceria e croissant. Chiudono le sensazioni olfattive di questo champagne il sentore balsamico di menta piperita e quello etereo di miele e burro di cacao, elementi che restituiscono una intensità lunga, complessa con qualità definita. Al primo sorso appare secco, caldo di alcol, rotondo nelle morbidezze, fresco e sapido, quasi salato, ma molto equilibrato. La persistenza è lunga nell’aroma di fine bocca e si percepiscono quelle sensazioni terziarie che provengono da un passaggio nei legni di barrique. Le prospettive di consumo sono quelle di uno champagne pronto, anche se potrebbe conservare queste qualità in bottiglia per diversi anni. Nell’abbinamento lo consigliamo con risotti ai frutti di mare oppure con la sola ostrica, ma si potrebbe anche osare con l’accompagnamento di una squisita mortadella italiana a tocchetti.

Domaine Zind Humbrecht, Riesling Roche Calcaire 2019, 12,5% vol.

Domaine Zind Humbrecht, Riesling Alsazia
Domaine Zind Humbrecht, Riesling Alsazia

Tipici della regione dall’Alsazia, nel nord-est della Francia, al confine con la Germania, sono i vitigni Riesling, Gewürztraminer e Moscato, tutti a bacca bianca. Il Domaine Zind Humbrecht che abbiamo degustato è un Riesling in purezza, un monovarietale di un’azienda che lavora in bio. Si presenta di colore dorato carico senza unghia, compatto e brillante. Al naso emerge un fruttato di pesca, note agrumate di pompelmo, nespola e lime, mentre nel floreale si evidenziano i fiori delle zagare, acacia, giglio per poi sfumare con una nota leggera vegetale di bosso. Nella famiglia delle erbe aromatiche riconosciamo il rosmarino, la salvia e il timo, mentre nelle spezie si avvertono all’olfatto delle note calcaree e gessose con una netta sensazione di salinità. Tra le spezie si riconosce il pepe del Sichuan, lo zafferano e la curcuma, sensazioni che aprono la pista alle tostature di tabacco di sigaretta, di tè, alloro e rosmarino. Per finire, nel balsamico è forte il sentore di eucalipto e di menta, così come altrettanto forte è, nell’etereo, quel caratteristico profumo di idrocarburo, inconfondibile richiamo del Riesling. All’assaggio è secco, ma caldo nell’alcool, avvolgente nel gusto e con una freschezza quasi citrina che porta un’ottima salivazione in bocca. Di mineralità è decisamente salato, ma in ottimo equilibrio tra le parti, con una persistenza lunga e una qualità definita. È un vino pronto, ma che si manterrà bene in bottiglia ancora per qualche anno e che al momento sarebbe il caso di accompagnare con cibi territoriali come la choucroute (crauti con la carne) oppure con crostacei alla catalana.

Di Erika Lumento e Michele Lucivero.