Fratelli d’Italia trionfa nelle province italiane, mentre il Partito democratico si è affermato nelle grandi città. Questa analisi dai dati delle elezioni europee e comunali, da più parti evidenziata, viene approfondita da La Repubblica.
E per confermare la tesi sulla predominanza del partito della Meloni nei territori decentrati il quotidiano fa riferimento al Vicentino.
“Nella provincia di Vicenza Fratelli d’Italia si è risvegliata col 39,63 per cento, il Pd 17. Il granaio leghista ha cambiato casacca. Nel Comune di Zermeghedo, che i primi studiosi del Carroccio utilizzarono come topos chiave del mutamento del Nord Est, Giorgia Meloni è al 41 per cento. Ad Arzignano, nel distretto della concia, al 42. A Thiene, dove nel 2007 sorse un monocolore leghista, ora Fdi svetta col 37,68 per cento. Ad Asiago, l’altopiano di Mario Rigoni Stern, al 48,82. A Gallio più di un cittadino su due ha votato per Fratelli d’Italia”.
Restando al caso vicentino, l’autore dell’articolo per Rep cerca di capire il “perché della Vicenza nera” e cerca una riposta in Giovanni Diamanti, analista politico. “È un mondo ancora molto cattolico, che preferiva la Dc, poi la Lega, e ora Fratelli d’Italia. Vicenza ha eletto due europarlamentari: Elena Donazzan e Sergio Berlato, che rappresenta i cacciatori».
Eppure il capoluogo ha un giovane sindaco democratico: Giacomo Possamai. Non è una contraddizione? «Ma Vicenza città è un’eccezione, e con i suoi centomila abitanti rappresenta una minoranza rispetto a una provincia che ne conta 900mila». Il modello città- progressista, provincia- conservatrice vale anche nel piccolo”.
Fonte: La Repubblica