Fratta Gorzone, Masolo (EV): “Strategia del collettore errata e costosa, non riduce l’inquinamento”

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Il Fratta Gorzone è tra i fiumi più inquinati d’Europa. Da anni si ribadisce la necessità di intervenire difendendo la qualità di queste acque, un pericolo per la salute dei cittadini e l’ambiente, e un pessimo biglietto da visita per la Regione e, soprattutto, per i comuni che attraversa lungo il tragitto.

La sfortuna di questo fiume è di essere oggetto di sversamenti industriali particolarmente impattanti, da un punto di vista ambientale, come ad esempio quelli provenienti dall’oasi conciaria dell’Alto Vicentino”.

È quanto dichiara il consigliere regionale di Europa Verde, Renzo Masolo. “L’operazione di protezione di questo fiume – commenta – dovrebbe essere vista come una priorità da parte degli amministratori locali e non solo, ce lo diciamo da anni e noi Verdi veneti lo abbiamo anche denunciato in Procura, assieme a Legambiente. Tuttavia, il percorso intrapreso è quello di cercare di far scivolare questi reflui sempre più a valle mediante un prolungamento dell’attuale collettore. In sostanza, per la modica cifra annunciata di 10 milioni euro, rendiamo invisibili questi scarichi per ritrovarceli semplicemente qualche km più in là.

Opinione condivisa da molti – aggiunge il consigliere vicentino – è che possiamo continuare a spostare quest’acqua inquinata e pericolosa, ma se non iniziamo effettivamente a contrastare le fonti di questo inquinamento, non avremo risolto un bel nulla. Perché non investiamo seriamente fondi al fine di convertire il ciclo produttivo attuale affrontando la questione alla radice?

Il danno economico prodotto dall’inquinamento del Fratta Gorzone investe i cittadini quanto il settore agricolo, privandolo di risorsa idrica utile alla irrigazione e al nutrimento del bestiame.

Ma evidentemente, per qualcuno, la qualità di ciò che finisce nelle nostre tavole è secondario rispetto a un settore industriale che non può continuare a reggersi sulle promesse di future azioni per il disinquinamento del proprio processo produttivo.

Ma se qualche amministratore locale ha iniziato a battere i pugni sul tavolo, dalla Regione Veneto giunge un evidente disinteresse. Fino a quando continueremo a fingere che va bene così? Sembra, quasi, che lo scandalo Miteni non sia mai avvenuto.

Nel frattempo – sottolinea Masolo -, i Pfas, come altre sostante nocive, troveranno nel Fratta Gorzone un ottimo mezzo di trasporto, grazie anche alla illusione che un collettore possa contribuire alla diluzione di sostanze che in realtà non diluiscono”.