Federico Sboarina ripete che «per la fusione tra Agsm e Aim l’ago della bussola è esattamente a metà tra il sì e il no». Ma al di là delle dichiarazioni ufficiali, quell’ago indica decisamente il «no». E l’incontro ufficiale annunciato tra oggi e domani tra Federico Sboarina e il sindaco di Vicenza, Achille Variati, presenti Michele Croce, presidente di Agsm, e l’amministratore unico di Aim Group, Umberto Lago, segnerà quasi sicuramente lo stop definitivo alla fusione. A Verona sembra ormai aver avuto partita vinta proprio Croce, che all’intesa con Vicenza è sempre stato nettamente contrario.
L’aveva detto già all’atto del suo insediamento («nel settore delle multiutility, le grandi fusioni non le fa più nessuno») e lo ha ribadito nei giorni scorsi, spiegando di puntare alla creazione di un polo che federi i territori di Vicenza, Verona, Mantova e il Garda, con propaggini anche in territorio bresciano, dove è già molto forte A2A. A Croce non sarebbero mai piaciute, in particolare, né la decisione sul «peso» azionario all’interno della futura società (finora stabilito con il 58% a Verona ed il 42% a Vicenza), né l’indicazione di creare due direttori, ciascuno con settori di propria competenza. Lo stesso Croce aveva dichiarato che comunque se ne sarebbe riparlato solo dopo le elezioni, ma il sindaco di Verona ha deciso di prendere subito il toro per le corna, col vertice già deciso per questi giorni.
Ovviamente tutto è ancora possibile, il vento è già cambiato molte volte, in questi mesi. Pareva cosa fatta, poi si è preso tempo, poi pareva bastasse modificare qualche parte dell’accordo. Solo dopo l’incontro di questa settimana avremo quindi la certezza definitiva. Ma l’ipotesi che viene data come più probabile è che Verona chieda un cambio nei rapporti di forza societari (portando Verona sopra il 60%), che Vicenza rifiuti (la Giunta è in scadenza difficilmente può permettersi di… ingoiare bocconi amari) e che quindi l’incontro delle prossime ore possa rifarsi al titolo del vecchio film: «Incontrarsi e dirsi addio». La fusione tra Agsm e Aim avrebbe portato alla nascita di una realtà industriale con un fatturato di 1 miliardo e 100 milioni, un margine operativo lordo di oltre 130 milioni e 2.250 dipendenti. Le aree di business sarebbero state la vendita di energia, il ciclo dei rifiuti e la produzione e distribuzione di energia e calore.
di Lillo Aldegheri, da Il Corriere del Veneto