Mercoledì 20 novembre si è concluso il vertice del G20 a Rio de Janeiro. L’obiettivo principale? Puntare sulla cosiddetta strategia del saluto francescano “pace e bene”, evitando discussioni accese tra i leader mondiali su temi scottanti come le guerre in corso in Europa dell’Est e in Medio Oriente. L’unico argomento su cui tutti erano d’accordo è stata la lotta alla povertà, che infatti è diventata il fulcro del documento finale.
Alcuni Paesi avevano chiesto al padrone di casa, il presidente brasiliano Inácio Lula da Silva, di inserire una condanna esplicita alla Russia per l’invasione dell’Ucraina. Tuttavia, per mantenere il clima disteso, si è optato per un messaggio più soft: un invito alla pace come unica via per fermare la guerra, incrementare gli interventi umanitari e diminuire l’intensità dei combattimenti.
L’assenza di Trump si è fatta notare, soprattutto perché molti avrebbero voluto capire meglio la possibile direzione della politica americana, stante il ritorno de “tycoon” alla presidenza USA. La presenza di Biden, invece, era data per scontata, ma non ha suscitato particolare entusiasmo: la linea politica attuale degli USA è già nota. Tra i protagonisti spiccava il presidente cinese Xi Jinping, interlocutore strategico di lungo termine, considerando la sua permanenza al potere.
Quanto a Putin, nonostante le garanzie di immunità offerte dal Brasile rispetto all’ordine d’arresto della Corte Penale Internazionale per i crimini di guerra in Ucraina, ha preferito non rischiare. Come si suol dire, meglio prevenire che curare!
Macron ha fatto i complimenti a Meloni, e uno si chiede: “Ma perché?”. La risposta sta in questa strana alleanza tra Francia e Italia contro il famoso accordo commerciale tra UE e Mercosur, il mercato comune del Sud America (quello con Argentina, Brasile, Paraguay, Uruguay e Venezuela, più Bolivia, Cile, Colombia, Ecuador e Perù come associati). In sostanza, l’intesa farebbe arrivare in Europa a prezzi concorrenziali prodotti agricoli e materie prime sudamericani. Però, con tutto quello che è successo in questi anni – dal cambiamento climatico alla guerra in Ucraina e la “guerra del grano” – gli agricoltori europei sono andati su tutte le furie. Risultato? Accordo bocciato!
Tornando a Meloni, è stata una delle leader che si sono fatte notare, grazie alla sua energia diplomatica e agli incontri bilaterali e multilaterali, oltre che per la partecipazione al G20. Con lei c’erano anche la figlia Ginevra, un nutrito team di collaboratori e una squadra di bodyguard sempre al seguito. Per Rio de Janeiro, però, la visita di 56 delegazioni (di cui 23 capi di Stato) ha significato giorni di paralisi totale. Nonostante tutto, il summit si è chiuso senza problemi, anche se alla fine è stato più fumo che arrosto.
Tutti contenti, quindi? Non proprio. La stampa italiana in Brasile, quella rappresentata dall’ASIB, si è sentita molto trascurata al G20 dalla terza carica dello Stato. Un vero peccato, considerando che il giornalismo è il cuore pulsante della democrazia e dei diritti. Ma si sa, la perfezione non sta nell’essere impeccabili, ma nel cercare sempre di migliorarsi. Speriamo che al prossimo summit ci sia molta più attenzione per tutti!
Giuseppe Arnò
Direttoee La Gazzetta online e Presidente Asib, Associazione Stampa Italiana in Brasile