A scuola abbiamo imparato che le Repubbliche Marinare – città portuali italiane che hanno goduto di una peculiare autonomia politica e prosperità economica a partire dal Medioevo – sono state quattro: Amalfi, Genova, Pisa e Venezia.
Ma queste sono soltanto le più note, a cui vanno aggiunte Ancona, Noli, Gaeta e Ragusa (da non confondere con la città siciliana perché ricadeva in Dalmazia).
Gaeta, in particolare, veniva chiamata la “piccola Venezia del Tirreno” per la posizione geografica, la fierezza della sua indipendenza e la ricchezza dei commerci. Ma andiamo con ordine.
Le origini del Ducato di Gaeta sono complesse ed articolate ma, storicamente, possiamo identificarle nella fuga di moltissimi abitanti delle località costiere romane di Formia e Minturno durante la guerra greco-gotica che imperversò per quasi vent’anni, a metà del VI secolo, coinvolgendo anche i territori del Mezzogiorno. Il promontorio della cittadina offriva, in effetti, non solo maggior protezione, ma anche eccellenti collegamenti via mare.
All’inizio del IX secolo arrivò l’emancipazione dal Ducato di Napoli e dall’impero bizantino – alla quale la città era stata inizialmente annessa -, anche grazie alla lontananza della capitale Costantinopoli: il capo di questo nuovo stato venne chiamato ipato, un titolo che corrispondeva al latino consul (console) ma che aveva, però, proprio origini bizantine.
Gaeta raggiunse il massimo della sua potenza economica nel X secolo: i commerci marittimi rappresentarono la principale fonte di ricchezza e furono l’anticamera per la nascita di un peculiare popolo locale, restituendo al ducato un’identità unica e distinguibile. Gli scambi, infatti, avvenivano non solo con altre città italiane, ma anche con l’Oriente.
Quello che è storicamente rilevante ricordare, per meglio comprendere questo passaggio, è che mentre il potere ducale andò indebolendosi, assumendo contorni sempre più aristocratici e meno monarchici ed elitari, il popolo si faceva sempre più prospero, ricco, amalgamato in una sorta di coscienza collettiva. Ed è proprio da questo momento di particolare fulgore che è nato l’appellativo di “piccola Venezia del Tirreno”, richiamando ai fasti della Serenissima che hanno fatto della Repubblica di Venezia un unicum per ben millecento anni.
Altro tassello fondamentale nella storia di questa piccola perla tirrena fu il contributo dato nella battaglia di Ostia dell’849: anche grazie alle navi gaetane, infatti, gli stati meridionali riuscirono a portare a casa la vittoria sui musulmani.
Tutta questa luce cominciò ad eclissarsi quando iniziarono i primi conflitti di successione, nei quali si inserirono con successo i Normanni, che nel frattempo avevano fatto la loro comparsa nel Mezzogiorno, e i Longobardi: furono questi ultimi a conquistare per primi Gaeta (1032) fino a quando, nel 1040, il territorio entrò a far parte del Regno normanno di Sicilia (lo Stato sovrano che si protrasse per quasi 700 anni e anticipò il futuro Regno delle Due Sicilie).
L’indipendenza, durata ben un secolo e mezzo, non sarebbe mai più stata riconquistata.