Le Gallerie d’Italia – Palazzo Leoni Montanari, in occasione della mostra Venezia, che impresa! La grande veduta prospettica di Jacopo de’ Barbari, ripropongono, dopo quella del 15 gennaio, in esclusiva la visione gratuita del docufilm Venezia. Infinita avanguardia sabato 29 gennaio alle ore 18.30, con la presenza straordinaria della produttrice e autrice Didi Gnocchi (sabato 29) (c’era la sceneggiatrice Valeria Parisi sabato 15).
Il docufilm, con la regia di Michele Mally e musiche originali composte e interpretate dalla giovane compositrice polacca Hania Rani, è prodotto da 3D Produzioni e Nexo Digital con la collaborazione di Villaggio Globale International e con il sostegno di Intesa Sanpaolo, su soggetto di Didi Gnocchi, con la sceneggiatura di Sabina Fedeli, Didi Gnocchi, Valeria Parisi e Arianna Marelli.
Il film documentario, dedicato a Venezia in occasione dei 1600 anni della sua storia, prende avvio proprio con l’incredibile visione “a volo d’uccello” della città nella grande pianta del ‘500 del de’ Barbari – esposta in una doppia versione a Palazzo Leoni Montanari fino al 18 aprile – che rivoluzionerà il modo in cui viene rappresentata la città e contribuirà a crearne il mito.
Venezia è unica per la sua identità di città ossimoro che tiene insieme, in una formidabile contraddizione, il fascino della decadenza e la frenesia dell’avanguardia.
Cosmopolita fin dalle origini, perché città di scambi mercantili e culturali, Venezia, a fronte della sua fragilità strutturale, si è sempre nutrita di visione e di futuro. Persa l’egemonia sul mare, rinasce sostituendo al potere della politica quello delle arti; crea e fa scoprire nuovi linguaggi; sviluppa intuizioni e invenzioni nate altrove rendendole straordinarie avventure culturali, artistiche e artigianali.
Il film documentario parte dall’immenso patrimonio del Muve, la Fondazione dei Musei Civici di Venezia, per raccontare la città. I percorsi nei palazzi della città che ospitano capolavori e oggetti storici danno vita a connessioni artistiche, culturali o semplici nessi visivi che, viaggiando tra le epoche, vanno a comporre il ritratto di una città museo futuribile come nel quadro “Il Mondo Novo” di Giandomenico Tiepolo a Ca’ Rezzonico, in cui la società veneziana, accorsa per il cosmorama, si spinge e si accalca a stupirsi e a nutrirsi delle meraviglie del mondo che verrà.
Nel film documentario è Carlo Cecchi, maestro del teatro italiano, a consegnarci la memoria della città insieme alle suggestioni musicali di Hania Rani. A tenere il filo tra questi due diversi sguardi su Venezia e soprattutto tra due diverse generazioni è la voce narrante femminile di Lella Costa. Un racconto che aiuta ad orientarsi tra le epoche, ad incrociare storie e relazioni tra passato, presente, futuro.
Molti i simboli richiamati: dal caffè Florian in cui viene pensata la prima Biennale, che nasce nel 1895 e crea un’economia dell’arte ancor oggi fondamentale per la città, alla Torre dell’Orologio in piazza San Marco, l’iconico monumento dal quale i futuristi lanciarono i loro manifesti contro la Venezia passatista, ignorando quel legame con la ricerca e il futuro. L’intreccio continuo tra tradizione e innovazione è evidenziato dall’alternarsi tra botteghe di oggi, dove si continuano a lavorare a mano mosaici e foglie d’oro, e i laboratori di digital humanities dedicati alla tutela delle opere d’arte del Center for Cultural Heritage Technology di Ca’ Foscari in cui vediamo i ricercatori scattare immagini iperspettrali delle mariegole, i preziosi manoscritti, dove scuole e confraternite veneziane annotavano attività e regole morali.
Si passa dagli ultimi squeri dove si costruiscono e riparano le gondole ai progetti di ricerca del CNR-ISMAR sul mare e sui cambiamenti climatici che toccano nel vivo la natura stessa di Venezia; dagli alberghi di lusso con gli affreschi di Tiepolo ai moderni loft degli studi di grafici e artisti.
Il documentario è un continuo incastro di storie, opere d’arte, palazzi, personaggi. Vengono proposte connessioni e suggestioni, scorrono testimonianze di storici dell’arte, urbanisti, sociologi, filosofi, curatori, musicisti, scrittori, registi, giornalisti, artisti contemporanei: un affresco dalle infinite sfumature, come i riflessi della laguna che fanno da sfondo alla suggestiva performance della giovane compositrice Hania Rani, in un passaggio dalla forte emozione sospeso in un tempo che non c’è, fra passato e futuro, così come lo sono la storia e la vita di Venezia.
INFORMAZIONI PER IL PUBBLICO
La visione del docufilm alle Gallerie d’Italia – Palazzo Leoni Montanariè gratuita con prenotazione obbligatoria al numero verde 800.578875 o info@palazzomontanari.com.
Informazioni sulle modalità di accesso in sicurezza, su www.gallerieditalia.com
Gallerie d’Italia – Palazzo Leoni Montanari,
Contra’ Santa Corona 25, Vicenza
da martedì a domenica: 10:00 -18:00 (ultimo ingresso 17:30). Chiuso lunedì.
Numero verde 800.578875