“A fronte di una situazione dai contorni emergenziali, la Regione Veneto si faccia carico di rafforzare il sistema di tutele nei confronti dei minori e dei detenuti”. Il richiamo viene dalla consigliera regionale del Pd Veneto, Chiara Luisetto, intervenuta in aula in veste di correlatrice al report sull’attività del Garante regionale dei diritti della persona nell’anno 2023.
Entrando nel merito dei sostegni ai minori, la consigliera dem ha evidenziato i dati relativi all’ascolto istituzionale svolto dal Garante: “Delle 132 richieste presentate nel 2023, 123 hanno riguardato minori, in maggioranza italiani, soprattutto adolescenti e preadolescenti. Uno spaccato che mostra la fragilità di situazioni familiari bisognose di una presa in carico articolata e che ci consente di riportare l’attenzione sul disagio crescente di molti nuclei. La Regione deve mettere in campo un sistema di accompagnamento continuativo, fatto certamente di strumenti economici di sostegno al reddito, ma anche di azioni che vanno dal supporto alla genitorialità e alla relazione di coppia, alla presa in carico dei minori a rischio”.
Sul fronte dei detenuti “i dati ci restituiscono una situazione molto grave, con numeri che ci avvicinano pericolosamente a quelli che hanno motivato la sentenza Torreggiani, con la quale la Corte Europea dei Diritti dell’uomo di Strasburgo nel 2013 ha condannato all’unanimità l’Italia per trattamenti inumani e degradanti. I dati sono chiari: siamo la quarta Regione con maggiore tasso di affollamento dopo Puglia, Lombardia e Friuli. A Treviso i detenuti sono 222 su 138 posti con un 161% di sovraffollamento; segue la casa circondariale di Verona “Montorio” con 532 detenuti per 335 posti: qui – ha ricordato Luisetto – tra il 10 novembre 2023 e il 3 febbraio 2024 si sono verificati 5 suicidi.
Situazioni di disperazione che spesso si innestano su un disagio psichico da affrontare con strumenti diversificati. Aumentare il numero di professionisti e agenti di polizia penitenziaria è parte di una strategia di miglioramento quanto mai necessaria ma altrettanto serve prevedere una adeguata formazione e un sostegno psicologico per chi opera a diverso titolo nelle carceri: anche su questo fronte la Regione deve fare la propria parte. Non solo: la Regione ha competenza nella costruzione di percorsi lavorativi dignitosi e di prospettiva e in materia sanitaria. Qui le maggiori segnalazioni dei detenuti al Garante sono giunte proprio su questioni sanitarie (per il 36%), carenza di medici e figure specialistiche di supporto psicologico, necessità di farmaci, presa in carico tempestiva. Tutte questioni che ben conosciamo e che pesano fuori e dentro al carcere”, ha concluso Luisetto.