“La Regione Veneto deve licenziare il nuovo prezzario regionale dei materiali di costruzione per le gare pubbliche di appalto entro il 31 marzo 2023. Si tratta di un aggiornamento necessario data l’impennata di prezzi a cui si è assistito dopo la pandemia, la guerra in Ucraina e le tante altre tensioni internazionali. Ma è chiaro però che questa rilevazione, per essere approvata in tempi così stretti, ha dovuto essere redatta alla fine del 2022 e quindi difficilmente riuscirà a rappresentare la situazione di mercato del 2023 caratterizzato da una inflazione a due cifre. Il Prezzario rischia di nascere già “vecchio””. La denuncia arriva dal Presidente di Confartigianato Imprese Veneto Roberto Boschetto che aggiunge: “già oggi le gare pubbliche vanno deserte a causa dei prezzi insostenibili per le imprese, e rischiamo che la situazione peggiori”.
“Per ovviare a questo problema –afferma il Presidente (qui altre sue prese di posizione, ndr)-, a dicembre in fase di discussione della manovra finanziaria, abbiamo tentato di far spostare alla data del 31 luglio di ogni anno l’approvazione dei prezzari, ma tale richiesta è stata respinta vista la necessità di attivare le procedure per realizzare le opere finanziate con il PNRR”.
“A fronte di questa situazione –ricorda– esiste sempre la possibilità del progettista di aumentare del 20% il valore dei prezzi dell’opera da portare in gara ma, purtroppo nel 2022, questa opportunità si è dimostrata inefficace perché spesso le opere sono state progettate addirittura a fine 2021. Stiamo quindi lavorando con la Regione Veneto per completare l’analisi dei prezzi delle migliaia di voci del prezzario regionale per riuscire ad adeguare gli importi anno per anno in modo automatico sulle variabili che incidono sul prezzo tra cui: il costo della materia prima, il costo della manodopera, il costo dell’energia, i costi amministrativi”.
“E’ chiaro –conclude Boschetto– che, alla luce della turbolenza costante del mercato dei materiali da costruzione, riusciremo ad ottenere un prezzario più adeguato alla realtà probabilmente nel 2024, ma resta inteso, comunque, che chi otterrà, in questa fase, un lavoro dalla P.A. potrà beneficiare della compensazione automatica dei prezzi a valere sul Fondo Nazionale previsto dalla Legge 15 luglio 2022, n. 91. Continueremo ad impegnarci, in questa fase di riforma del T.U. Appalti, dialogando con la Regione Veneto, e gli altri soggetti istituzionali, per garantire alle nostre imprese una sempre maggiore partecipazione alle gare pubbliche e un futuro di sviluppo nel mercato delle opere pubbliche”.