Le isole pontine delle lucertole e dei gabbiani, Gavi e Zannone. Anche questa incontaminata se non… dai delitti dei marchesi Casati Stampa

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Gavi e Zannone
L'isolotto di Gavi (in primo piano) e l'isola di Zannone (sullo sfondo). Foto FB: Ponza, Palmarola, Zannone, Ventotene e Santo Stefano: le isole pontine

Dopo aver parlato di Ponza, Ventotene e l’isolotto di Santo Stefano, è il momento di dare spazio alle isole meno conosciute dell’Arcipelago Pontino. Il comune di Ponza, infatti, non si estende solo sull’omonima isola dalla forma a mezzaluna. Di esso fanno parte altre tre isole: Gavi, Zannone e Palmarola. Andremo a conoscere più da vicino le prime due, con una particolare attenzione a Zannone, che presenta alcune peculiarità che la rendono unica tra le sue vicine, per poi dedicarci prossimamente a Palmarola.

Gavi, l’isola dei gabbiani– A soli 120 metri a Nord di Ponza, Gavi ne costituisce quasi l’appendice. A causa delle sue dimensioni molto ridotte (è lunga solo 700 metri, per 350 di larghezza), a volte non viene nemmeno citata tra le isole dell’arcipelago. Le sue caratteristiche, sia geologiche che floristico/faunistiche, sono effettivamente le stesse di Ponza. L’isolotto, dal 1956, è proprietà privata di alcune famiglie ponziane, ed è dunque disabitato; a popolarlo, la ricca fauna che vive indisturbata da qualsiasi attività umana. In particolare, sull’isola nidificano i gabbiani: sarebbero proprio loro ad aver dato il nome all’isola, dal dialetto ponzese “gavie“, che vuol dire proprio “gabbiani”.

Zannone: l’isola “diversa” dal difficile rapporto con l’uomo – Rispetto alle altre isole dell’arcipelago, di origine prevalentemente vulcanica, Zannone se ne differenzia nella composizione geologica: si presenta, infatti, come formata prevalentemente da rocce sedimentarie e metamorfiche, disposte in vari strati, databili dal Paleozoico al Mesozoico.

Zannone vista dall'alto
Zannone vista dall’alto. Foto FB: Circeo: l’incanto della Maga Circe, figlia del Sole

Il rapporto tra Zannone e l’uomo non è mai stato idilliaco. Sono state molte e di varia natura, nel corso dei millenni, le ragioni per cui ogni tentativo di approccio da parte dell’essere umano è stato infruttuoso o poco duraturo. In primis l’asperità del territorio, su cui è presente un solo approdo, ed eventi storici.

Alcuni utensili in ossidiana qui rinvenuti attestano, comunque, la presenza umana già in età preistorica. I Greci l’avevano poi chiamata “Sinonìa”, i Romani vi costruirono anche una peschiera. Nessuno di loro però rimase a lungo. Nell’Alto Medioevo, nel 504 circa, fu costruito sull’isola un monastero benedettino, abbandonato nel IX secolo a causa delle incursioni dei Saraceni. Per un breve periodo, 400 anni più tardi, alcuni monaci florensi provenienti da Gaeta, che divennero più tardi cistercensi, tornarono ad abitare l’isola. Il loro monastero prese il nome di Santo Spirito di Zannone. Poco più di mezzo secolo dopo il loro arrivo, una nuova ondata di scorrerie costrinse i monaci a trasferirsi sulla terraferma, proprio in quella Gaeta da cui erano partiti.

Monastero di Zannone
I resti del monastero di Zannone. Foto FB: Le Guide di Repubblica

Oggi l’unica presenza umana sull’isola è costituita dalle guardie del Corpo Forestale dei Carabinieri e dai turisti che vengono a godere dei percorsi di trekking tra la flora mediterranea. Gli unici veri abitanti di Zannone sono le numerose specie animali che la popolano: uccelli migratori che qui fanno tappa durante il loro lungo viaggio, ma anche gabbiani reali, falchi e conigli.

Curiosa è la presenza di una colonia di mufloni, importata dalla Sardegna negli anni Venti. Nel secolo scorso, per un periodo, l’isola fu abitata da una ricca famiglia nobile milanese, che su una parte delle rovine del monastero aveva costruito una villa: la pace di Zannone venne violata da battute di caccia ai danni dei mufloni (introdotti proprio con questo scopo) e degli uccelli migratori, unite a disboscamenti e festini, i quali ebbero un tragico epilogo che rese l’isola tristemente famosa anche all’estero (cfr “La leggenda di Zannone: l’isola delle orge e di un drammatico duplice omicidio … i marchesi Casati Stampa“, ndr). Dal 1979 Zannone è parte del Parco Nazionale del Circeo, che garantisce finalmente il suo status di area protetta.

Nel 2019 i ricercatori dell’Università La Sapienza di Roma, in collaborazione con il Museo “La Specola” di Firenze, il Cnr, il Museo Alexander Koenig di Bonn e l’Università di Potsdam, hanno scoperto una specie di lucertola unica, la cui presenza è registrata soltanto nelle isole pontine settentrionali, vale a dire proprio Gavi, Zannone, Ponza e Palmarola.

La natura, si spera ancora per molto tempo, è ancora la vera padrona di queste isole, che meritano di essere conosciute per la loro impareggiabile bellezza e la loro ricchezza.