I bambini malnutriti a Gaza non ricevono il cibo e le cure mediche di cui hanno bisogno per sopravvivere, perché il cibo è bloccato a ogni passo, il sistema sanitario distrutto e le famiglie riferiscono che i loro figli soffrono di gravi perdite di peso, debolezza e desquamazione cutanea.
Lo afferma Save the Children, l’Organizzazione che da oltre 100 anni lotta per salvare i bambini e le bambine a rischio e garantire loro un futuro.
I 346.000 bambini sotto i cinque anni presenti nella Striscia sono quelli a più alto rischio di malnutrizione, mentre la situazione già catastrofica si deteriora rapidamente. Nel Nord si stima che 1 bambino su 3 sotto i due anni soffra di deperimento, la forma più grave di malnutrizione, rispetto a 1 bambino su 6 a gennaio, secondo il Global Nutrition Cluster, un gruppo di organizzazioni umanitarie focalizzate sulla nutrizione.
Yahya* è uno degli 1,2 milioni di sfollati che attualmente vivono a Rafah, nel Sud di Gaza, una città che di solito ospita 280.000 persone. Il nipote di Yahya* è morto di fame, a causa delle restrizioni all’accesso degli aiuti e dei beni commerciali in tutta Gaza da ottobre 2023. “Si è ammalato a causa della mancanza di cibo e nutrizione. Ha avuto l’anemia e altre complicazioni. Dio benedica la sua anima. Alla fine moriremo tutti. Ma non dovremmo morire in questo modo. Non è giusto morire di fame” ha detto.
I bambini malnutriti hanno urgentemente bisogno di alimenti ricchi di nutrienti e facili da consumare, come gli alimenti terapeutici pronti all’uso e il latte terapeutico per i più piccoli. Hanno anche bisogno di farmaci essenziali come antibiotici, strutture e operatori sanitari qualificati in grado di individuare e curare la malnutrizione. Tuttavia, con più di 400 attacchi all’assistenza sanitaria documentati da ottobre, 26 dei 36 ospedali di Gaza sono stati resi completamente non funzionanti, mentre l’ingresso di forniture mediche nella Striscia rimane limitato.
Quando si manifesta una malnutrizione acuta grave, i bambini spesso sviluppano altre complicazioni: il sistema immunitario, ad esempio, inizia a indebolirsi, rendendo potenzialmente letali condizioni altrimenti non pericolose per la vita, come la diarrea, che è attualmente dilagante a Gaza a causa degli sfollamenti di massa e delle scarse condizioni igieniche aggravate dalla distruzione delle infrastrutture idriche. Soffrono di diarrea anche i neonati e i piccoli di sei mesi.
Save the Children ha parlato con Mostafa*, 48 anni, padre di otto figli di età compresa tra 3 e 20 anni. È di Rafah e vive ancora a Rafah. “I bambini hanno sviluppato segni di malnutrizione, soprattutto nei primi quattro mesi. Hanno perso molto peso, non hanno più energia per giocare. Anche la loro pelle ha cominciato a diventare giallastra a causa della mancanza di ferro e zucchero. Mio figlio di 10 anni ha iniziato ad avere la pelle screpolata, soprattutto intorno agli occhi” ha riferito.
Il trattamento precoce è fondamentale per curare la malnutrizione e per evitare che i bambini subiscano conseguenze durature, tra cui il rallentamento della crescita fisica e il deterioramento cognitivo, che incide sulla loro memoria e sulla capacità di apprendere a scuola.
“Questa guerra ha portato alla fame i più piccoli anche nei luoghi in cui il cibo era disponibile. È evidente che i bambini stanno perdendo il 50-60% del peso e che le loro interazioni di base e la loro comprensione delle cose ne siano state influenzate” ha affermato Hamdi*, 30 anni, membro dello staff di Save the Children a Gaza.
In questo momento, le forniture salvavita che potrebbero essere utilizzate per curare i bambini malnutriti vengono ritardate e ne viene negato l’ingresso da parte del governo israeliano, mentre viene impedito l’ingresso per giorni, settimane o addirittura mesi al cibo e ai medicinali essenziali. Inoltre, è stato segnalato che bombole di ossigeno, ventilatori e depuratori d’acqua siano stati respinti al confine e sia stato del tutto negato loro l’ingresso dalle autorità israeliane.
I lanci aerei non possono aggirare queste restrizioni, anche perché i bambini malnutriti hanno bisogno di assistenza specializzata ininterrotta, mentre, al contrario, il consumo improvviso e incontrollato di certi tipi di cibo può essere pericoloso per la vita.
I lanci aerei, inoltre, hanno ucciso dozzine di persone nelle ultime settimane a Gaza, compresi bambini, o direttamente o perché sono annegati mentre cercavano di raggiungere disperatamente gli aiuti.
Gli attacchi agli operatori umanitari e alle distribuzioni alimentari rendono la consegna degli aiuti pericolosa, limitando ulteriormente una risposta umanitaria già ostacolata. Secondo i dati recenti dell’Integrated Food Security Phase Classification (IPC), è particolarmente difficile raggiungere i bambini e le famiglie nel Nord di Gaza, dove la carestia è imminente. Le autorità israeliane continuano a negare all’UNRWA – l’organizzazione che può raggiungere il maggior numero di persone con aiuti salvavita – l’accesso al Nord di Gaza per fornire assistenza alimentare di emergenza.
“Stiamo assistendo all’annientamento del benessere fisico e mentale dei minori a Gaza. La velocità con cui sono stati spinti verso la morte, negli ultimi sei mesi, è a dir poco sconcertante. È inconcepibile che cibo salvavita, prodotti nutrizionali e forniture mediche si trovino al confine, a pochi chilometri da dove i bambini muoiono inutilmente e dolorosamente di malnutrizione. La fame non deve mai essere usata come arma di guerra. 27 bambini sono già stati uccisi dalla fame e dalle malattie: se il mondo non agisce adesso, a quel numero se ne aggiungeranno innumerevoli altri” ha dichiarato Xavier Joubert, Direttore di Save the Children nei Territori Palestinesi Occupati.
Tutti i bambini di Gaza si trovano ad affrontare la carenza di cibo, in particolare di beni nutritivi come frutta e verdura. “I nutrienti come le vitamine e il ferro che i bambini ottengono da frutta e verdura sono diventati scarsi e le famiglie non possono più accedervi. Non sono disponibili nel mercato locale. Le famiglie mangiano gli stessi pasti per giorni perché non hanno alternative. Non possono fornire un’alimentazione diversificata ai loro figli” ha spiegato Marwan*, 49 anni, membro dello staff di Save the Children a Gaza.
Il Consiglio di Sicurezza dell’ONU ha già chiesto un cessate il fuoco temporaneo, che deve essere attuato ora e sostenuto in modo definitivo. Il governo di Israele deve inoltre consentire immediatamente l’ingresso nella Striscia di Gaza di attrezzature mediche, forniture, operatori e medicinali salvavita per evitare che altri bambini vengano uccisi dalla malnutrizione e dalle malattie.
Save the Children fornisce servizi essenziali e sostegno ai bambini palestinesi dal 1953. Il team dell’Organizzazione nei Territori Palestinesi Occupati lavora 24 ore su 24, predisponendo aiuti vitali per sostenere le persone bisognose e per trovare un modo per far arrivare assistenza a Gaza.
*Nomi modificati per motivi di protezione
Per sostenere l’intervento di Save the Children in emergenza:
https://www.savethechildren.