Il gelato, "dolce freddo" per antonomasia, è sempre stato una prelibatezza che ha lambito le emozioni umane. La memoria di un cono gelato, gustato con religiosa devozione, ci riporta ai momenti felici o quantomeno sereni della nostra esistenza. Bambini, giovani, adulti ed anziani, in ogni parte del mondo, a prescindere della propria origine o cultura, hanno sempre ceduto alla coinvolgente passione di una soave pallina di gelato.
La sua origine è autenticamente italiana, anche se un po' bizzarra. A Firenze ad inizio Rinascimento, Ruggeri, un venditore di pollo locale, inventa il «ghiaccio all'acqua inzuccherata e profumata», partecipando ad un concorso indetto dalla Corte De' Medici.
Ma il cono, icona del gelato, viene inventato agli inizi del '900 da un veneto, Italo Marchioni, emigrato negli Stati Uniti dal Cadore. Nel 1903 a New York registra all'Ufficio Brevetti della Grande Mela, con il numero 746971, «uno stampo per fabbricare coppe e cialde per gelati».
Una dolce invenzione che oggi è "sulla bocca di tutti". Anche del consigliere regionale del Veneto, Alberto Villanova, che ha depositato una proposta di legge per la promozione e tutela del gelato della tradizione veneta, sostenibile e tracciabile. Un'iniziativa legislativa dell'esponente leghista vuole per «un gelato della qualità, sintesi di insieme di conoscenze e di tradizioni che vanno dalla produzione delle materie prime, latte o frutta, fino alla loro lavorazione. Un dispositivo normativo che prevede una serie di criteri che serviranno ai produttori per assicurare la qualità del gelato, garantire la trasparenza della filiera e la sua sostenibilità».
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