Si è aperto un dibattito in seno al Governo tra chi sostiene la posizione del Ministro della difesa Guido Crosetto e chi invece, magati velatamente, la critica e solidarizza con il Generale Roberto Vannacci, autore del libro «Il mondo al contrario» e, accusato di razzismo e omofobia per alcuni suoi contenuti, rimosso dal comando dell’Istituto geografico militare di Firenze.
Dopo le risposta del senatore di Forza Italia Pierantonio Zanettin (leggi «Sto col ministro») e in attesa di quelle di tutti i parlamentari di centrodestra del Vicentino da noi interpellati ecco cosa ci ha detto il deputato della Lega Erik Umberto Pretto, membro, tra le altre, della Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere.
Lei, on. Pretto, da che parte sta?
Certamente non dalla parte di chi vuole dare giudizi morali a priori o ergersi ad arbitro delle idee altrui. Il Generale va valutato sulla base del suo operato in servizio, non per le sue idee personali esposte in un libro autopubblicato.
Secondo lei è una questione di libertà di espressione?
La libertà di espressione e di parola sono, a mio avviso, princìpi imprescindibili in un Paese civile e democratico come il nostro. Non accetto che in Italia una certa parte politica abbia la presunzione di decidere cosa si può leggere e cosa no.
Il Generale ha violato le regole?
Il Generale durante i suoi anni di servizio ha salvato vite in Somalia, Iraq e Afghanistan, difeso il nostro Paese e portato l’attenzione su problemi rilevanti come l’uranio impoverito; solamente su queste azioni andrebbe valutato un militare. Ad ogni modo, non ritengo abbia violato alcuna regola e appare spiacevole che ci siano state ripercussioni sulla sua carriera in seguito all’espressione di un pensiero, discutibile ma legittimo.
Lei ha letto il libro del Generale Roberto Vannacci? Se sì, cosa ne pensa?
Non ho letto il libro ma ammetto che la questione mi incuriosisce quindi intendo acquistarlo quanto prima e leggerlo per farmi un’idea precisa sul contenuto. Ritengo infatti che difficilmente si possano commentare scritti senza prima averli effettivamente approfonditi.
Anche noi, che non abbiamo letto il libro e lo faremmo (o lo faremo) prima o poi ma siamo sommersi dal lavoro, e non dall’hobby, della scrittura “diuturna”, non possiamo che essere, proprio per il nostro lavoro di giornalisti, per la totale libertà di espressione pur non condividendo, nel caso specifico, le opinioni di Vannucci, se sono quelle estrapolate dal suo scritto.
Questo è vero purché, nel caso di persone che ricoprano posizioni di responsabilità pubblica come il generale Vannacci, la libertà di espressione e di opinione non sia esercitata durante lo svolgimento delle proprie funzioni “pubbliche” per giustificare atti o comportamenti discriminatori nei confronti dei propri sottoposti, cosa che ad oggi non risulta. Certo è che, col clamore suscitato dalla vicenda più che dal valore letterario dell’opera, «Il mondo al contrario» è il best seller su Amazon dei libri autoprodotti e il suo autore un aspoirante politico. Anche questa, se non soprattutto questa, è l’Italia del terzo millennio…