“Generare percorsi di inclusione”: il convegno sul Reddito di inclusione attiva a Zelarino

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Comune di Venezia
Comune di Venezia

L’assessore comunale alla Coesione sociale, Simone Venturini, ha aperto questa mattina, giovedì 20 giugno, al Centro congressi cardinal Urbani di Zelarino, il convegno “Generare percorsi di inclusione. Il Ria nella Città Metropolitana di Venezia”, promosso dall’Assessorato comunale alla Coesione sociale, in qualità di soggetto capofila del Progetto Ria (Reddito di inclusione attiva), per l’attivazione di politiche di contrasto alla povertà, finanziato dalla Regione Veneto. “Prima di tutto voglio ringraziare tutti i soggetti coinvolti in questo progetto – ha esordito l’assessore Venturini – perché sono davvero tanti e tutti fondamentali per la sua realizzazione. In secondo luogo credo sia importante ragionare sui risultati che stiamo conseguendo con il Ria: si tratta infatti di un percorso tagliato su misura per la persona, che consente di fare una strada per acquisire o risvegliare capacità e consapevolezza da un lato e, dall’altro, con il coinvolgimento delle associazioni e degli enti, rendere la comunità circostante parte attiva del progetto”.

Il Ria infatti permette a cittadini già in carico ai Servizi sociali dei Comuni di svolgere attività di volontariato, prestando la propria opera in associazioni, enti religiosi e parrocchie, per un periodo minimo di sei mesi e, se ritenuto necessario, ricevendo anche un piccolo compenso. Questo percorso – che gli operatori dei Servizi sociali differenziano da persona a persona – tiene conto dei bisogni ma anche delle potenzialità dei cittadini coinvolti e può quindi articolarsi in diverse modalità di intervento (ad esempio attività a favore del quartiere o della comunità, sostegno all’attività associativa, attività a favore dei pari).

Grazie al Ria, si creano occasioni di socializzazione e di attivazione nel contesto comunitario, in una prospettiva di welfare generativo: gli operatori hanno spiegato che spesso, anche dopo che il percorso è terminato, i cittadini coinvolti continuano a prestare servizio nell’associazione o nell’ente che li ha ospitati, con beneficio da entrambe le parti. Oppure, da questa esperienza, è ritornato lo stimolo a mettersi in gioco in ambito lavorativo e sono poi stati attivati altri canali per l’inserimento in un’azienda. Uno dei punti di forza del progetto, infatti, è la sua duttilità: “Si tratta di politiche di welfare ‘leggero’ – ha spiegato l’assessore Venturini – flessibile, che si adattano alle esigenze e alle emergenze dei cittadini che vivono situazioni di precarietà, che non sono necessariamente gli ‘ultimi’, ma nemmeno chi, con un piccolo sostegno, può farcela con le sue gambe. Ci sono purtroppo ampie ‘zone grigie’ che non è facile intercettare e per le quali è necessario attivare strumenti mirati ed efficaci, come appunto il Ria”.
 
Il progetto è stato avviato nei capoluoghi di provincia e si sta progressivamente allargando all’ambito provinciale di ciascun capoluogo: il Comune di Venezia (capofila) insieme ai Comuni di Cavallino Treporti, Marcon e Quarto d’Altino, partecipa al Ria dal 2014; dal 2018 il progetto è stato esteso all’ambito metropolitano (27 Comuni) e oggi coinvolge 40 Comuni sui 44 della Città Metropolitana, pari al 90% del territorio, e circa 230 tra associazioni, enti e parrocchie coinvolti. Per quanto riguarda Venezia, Cavallino Treporti, Marcon e Quarto d’Altino, lo scorso anno le associazioni e gli enti che hanno aderito sono stati 113, i cittadini protagonisti degli interventi sono stati 345, di cui 75% italiani, per il 60% maschi e soprattutto di età compresa tra i 36 e i 55 anni.