Pochi giorni fa Greenpeace – è riportato in una nota stampa dell’associazione – ha pubblicato ?Sette scomode verità su GenX?, approfondimento con cui l?organizzazione ambientalista diffondeva gli elementi in proprio possesso per provare a chiarire meglio alcune questioni legate al GenX e alla contaminazione da questa sostanza, accertata di recente da ARPAV nelle falde acquifere del vicentino e in aree vicine al sito produttivo di Miteni. Rilevando con piacere come sia Miteni che la Regione Veneto abbiano prontamente replicato alla pubblicazione del report in questione, Alessandro Giannì, Direttore delle Campagne di Greenpeace Italia, dichiara:
«Ci permettiamo di far notare alla Regione Veneto che troviamo incredibile che abbia avviato un piano di monitoraggio sul GenX solo dopo aver ricevuto, a quel che si apprende dalle cronache, un ?allarme? da parte delle autorità olandesi, a distanza di ben tre anni dall?autorizzazione all?importazione di questi rifiuti. Greenpeace ritiene che, per un principio di trasparenza, la Regione Veneto dovrebbe celermente rendere pubbliche le comunicazioni ricevute dalle autorità olandesi, ovvero dal Ministero delle infrastrutture e per la gestione delle risorse idriche, in merito al caso GenX».
Greenpeace rileva che, mentre nei Paesi Bassi e negli Stati Uniti gli enti competenti intervenivano con limitazioni sul GenX, in Veneto veniva dato il via libera alle importazioni. L?organizzazione ambientalista inoltre continua a non trovare traccia di limitazioni alle emissioni in ambiente di tale sostanza in Veneto.
Relativamente a quanto affermato da Miteni, Greenpeace chiede all?azienda di rendere pubblici documenti in grado di smentire quanto affermato dal Ministero olandese delle infrastrutture e per la gestione delle risorse idriche, ente che ha autorizzato il trasferimento dai Paesi Bassi all?impianto di Trissino di quantitativi fino a 100 tonnellate all?anno di GenX.