Quella dedicata a Giacomo Matteotti è la piazza più famosa di Vicenza dopo piazza dei Signori, salotto della città. Anzi, per certi versi è anche più conosciuta e nominata: è punto di riferimento di chi prende l’autobus, segna l’inizio del “centro” propriamente detto, almeno nella concezione vicentina del termine, e vi insistono due tra gli edifici più belli della città: Palazzo Chiericati e il Teatro Olimpico, oltre alla statua di Fedele Lampertico. Quello che realmente mancava alla piazza, almeno fino a questa mattina, era un omaggio diretto al personaggio cui è intitolata, lo statista Giacomo Matteotti, ucciso il 10 giugno 1924 da sicari fascisti per aver denunciato le illegalità commesse dalla nascente dittatura di Benito Mussolini. A cent’anni dalla morte, Vicenza rende omaggio a Matteotti attraverso un murale a lui dedicato, un ritratto stilizzato opera dell’artista vicentino Osvaldo Casanova, realizzato sulle pareti esterne della cabina elettrica, di proprietà comunale e in gestione ad Agsm Aim, posta in piazza Matteotti in prossimità dell’incrocio con viale Giuriolo. L’opera, voluta dal Comitato della Città di Vicenza per le celebrazioni del centenario della morte di Giacomo Matteotti, in collaborazione con l’assessorato alle politiche giovanili, segue alla lapide commemorativa che lo scorso 10 giugno è stata posta a Palazzo del Territorio.
La scelta della street art per commemorare una figura così significativa ha diverse chiavi di lettura: è un’arte creativa e contemporanea, consente di veicolare messaggi forti in modo immediato e comprensibile e nel caso specifico fa capire ancora di più l’attualità di una figura come lo statista di Fratta Polesine, che un secolo fa ebbe il coraggio di non far finta di nulla, di dire no e di far sentire la sua voce, fino a pagare con la vita. Una lezione che non va mai dimenticata, come non vanno dimenticate le conseguenze di un ventennio in cui l’Italia fu privata della libertà di pensiero.
Street art, un modo immediato di comunicare
L’assessore alle politiche giovanili del Comune di Vicenza Leonardo Nicolai ha sottolineato il valore non solo estetico ma anche divulgativo e di sensibilizzazione della street art: «Vogliamo quindi – ha detto – che questa forma espressiva sia sempre più presente nella nostra città. Non a caso abbiamo voluto che questo murale fosse presente in piazza Matteotti, in un punto molto visibile del centro storico. Ringraziamo quindi Osvaldo Casanova e il Comitato per aver sposato l’idea di realizzare un murale in memoria di Giacomo Matteotti e tutti gli attori che hanno contribuito, da Agsm Aim, Amcps, che ha fornito l’impalcatura, agli uffici comunali fino ai negozi presenti in questa zona che hanno sostenuto l’iniziativa».
Giovanni Diamanti, presidente del Comitato per le celebrazioni del centenario della morte di Giacomo Matteotti ha ricordato le varie iniziative promosse e realizzate nel 2024: «Con un budget limitato, abbiamo cercato di mettere in campo progetti che parlassero alle nuove generazioni, mostrando Matteotti come un esempio di una politica buona e genuina. Siamo partiti lo scorso 30 maggio con un flash mob organizzato davanti ad alcune scuole secondarie della città a cui hanno preso parte degli attori che si sono cimentati con la lettura del discorso che Matteotti tenne il 30 maggio 1924 in Parlamento. Ad ottobre abbiamo lanciato il concorso rivolto alle scuole “L’idea che in me” e svolto due incontri promossi da Istrevi, rivolti sia agli studenti sia alla cittadinanza. I vincitori del concorso verranno annunciati e premiati il 17 dicembre con una cerimonia alle 10 all’istituto Rossi».
«Dedicare un murale a Matteotti – ha concluso il consigliere Massimo Bardin, delegato a collaborare alle iniziative del Comitato – dimostra la volontà di questa amministrazione di fare memoria dei suoi valori democratici e di giustizia sociale, valori che sono anche alla base delle nostra costituzione repubblicana».
Il disegno
Osvaldo Casanova ha impiegato 5 giorni a realizzare il murale, dipingendo a mano con colori acrilici. L’opera è sviluppata su tre facciate della cabina e racconta con altrettante vignette, collegate tra loro da un simbolico filo nero, l’ultimo periodo della vita di Matteotti: dal discorso in Parlamento del 30 maggio 1924 al rapimento da parte di sicari fascisti.
Qui il comunicato stampa ufficiale