Giacomo Possamai, il 4° dei 10 incontri del candidato sindaco di csx: “Un manager urbano: tempi certi per cantieri, ordine, pulizia e vivibilità quartieri”

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Il candidato sindaco Giacomo Possamai nel quarto dei dieci incontri tematici del sabato propone la sua visione di città dal punto di vista della cura urbana (qui la presentazione, ndr): dieci piazze in più, uffici per il cittadino decentrati nelle edicole dismesse, parchi giochi innovativi, orti urbani e giardini condivisi, mobilità dolce per proteggere residenza e scuole. Con una figura di coordinamento specializzata. La logica: riportare o potenziare spazi comunitari in ogni quartiere (oltre che in copertina il video integrale è visibile sul canale YouTube e sulla nostra app di LaPiù Tv, liberamente scaricabile dagli store online per Android e Ios).

La nota ufficiale di Giacomo Possamai, candidato sindaco di csx

 Un manager urbano per i cantieri e i quartieri: è il perno della proposta di Giacomo Possamai, candidato sindaco di Vicenza, sul fronte della cura urbana. “Una figura specializzata – spiega Possamai – cui affideremo una missione che per noi è centrale: quella del riordino e della valorizzazione degli spazi comunitari della nostra città. Il manager urbano avrà un doppio compito. In primo luogo garantire che i lavori vengano fatti celermente, in particolare quelli di piccola e media scala o comunque con valenza di zona. Ponendo fine al fenomeno, ben visibile negli ultimi 5 anni, di cantieri iniziati e abbandonati, di lavori infiniti, di continui rinvii, mese dopo mese e anno dopo anno, che hanno l’effetto di danneggiare gli operatori economici e di deprimere i cittadini. Anche la sua retribuzione sarà, in modo reale e non solo formale, legata al risultato. In secondo luogo dovrà diventare il garante, in una continua interlocuzione con i cittadini e i comitati locali, della trasformazione progressiva di ogni quartiere. Che vogliamo arricchire di spazi e servizi comunitari, per aumentarne la vivibilità, l’attrattività e persino il valore”.

Al centro del ragionamento di Giacomo Possamai non sono tanto le grandi opere a valenza cittadina o addirittura sovracittadina. Ma quelle azioni e quegli interventi, spesso anche “piccoli”, che però hanno il potere di cambiare il segno di un quartiere e migliorare concretamente la vita dei suoi abitanti. “Sono le piccole cose che possono fare la differenza – prosegue il candidato sindaco Possamai – ed è tramite le piccole cose che si delinea una visione: quartieri più vivibili e più vivi, nuove destinazioni per i luoghi abbandonati, vicinati che recuperano socialità”.

10 NUOVE PIAZZE NEI QUARTIERI DELLA CITTÀ

L’azione più cospicua, e l’impegno più ambizioso, riguarda urbanistica e socialità. “Un quartiere per essere tale ha bisogno di avere luoghi che lo identifichino come comunità: ecco perché creeremo – è l’impegno di Possamai – 10 nuove piazze nei quartieri della città, a partire dalla realizzazione di quella di Maddalene rimasta ancora sulla carta. Spazi dove ci si possa trovare, vivere esperienze culturali, sociali, ricreative, importare modelli di commercio anche legato alla produzione territoriale, alla filiera corta, a chilometro zero”. Oltre alle piazze l’esportazione in tutti i quartieri del modello sperimentato a Laghetto con Lagorà: centri polifunzionali con spazi per associazioni e attività destinate alla vita della comunità.

QUARTIERI A 30 KM/H

Un secondo fronte di intervento riguarderà la mobilità interna ai quartieri, che nelle vie interne – e in particolare attorno alle scuole – porterà il limite di velocità a 30 km orari. Con allo studio anche la possibilità di pedonalizzare alcuni tratti di strada davanti alle scuole.

I quartieri di domani si arricchiranno anche di nuove funzioni, a partire dal recupero di spazi e manufatti abbandonati o dismessi, di cui verrà fatta un’immediata mappatura. “Il brutto diventa bello, il degrado diventa opportunità – spiega Possamai – applicando forme, già sperimentate da altre città, di urbanistica tattica. Cioè di trasformazioni funzionali di luoghi e oggetti su piccola scala”. Un esempio concreto, importabile da altre città, è quello di far rivivere le edicole abbandonate. Recuperandole da un punto di vista sociale, facendole diventare (progetto

+VICINO) piccoli uffici decentrati e presidi di servizi per la comunità locale: dove si possono ricevere e dare informazioni, segnalare problemi, risolvere necessità logistiche e organizzative, anche legate ai sempre più diffusi servizi di consegna a domicilio. Sulla stessa linea, l’idea di trasformare i distributori dismessi in parcheggi pubblici di quartiere, liberando posti auto dalle strade a favore della ciclabilità, o in spazi comuni.

URBANISTICA TATTICA

Un’altra frontiera, sperimentata con successo in altre città, è quella dell’urbanistica tattica: piccoli interventi che cambiano profondamente il segno del quartiere. Attività di writing e street art, vernici colorate, nuovi arredi urbani (fioriere, panchine, piante ma anche tavoli da pingpong, giochi o ombrelloni) e una diversa viabilità: “Piccoli interventi dal costo limitato – sostiene Possamai – che ridisegnano in modo creativo luoghi trascurati, arricchendoli e rendendoli più piacevoli da vivere”. L’esempio di Milano con il progetto “Piazze aperte” ha fatto scuola. Ad esempio, se si libera lo spazio precedentemente usato per parcheggiare un’auto e ci si mettono dei bancali per creare delle sedute e un tavolino a cui chi vuole si può sedere, si fa – in piccolo – urbanistica tattica. Più in grande, questo approccio può riguardare anche intere piazze, e usare la cosiddetta “rimodulazione dello spazio” per creare delle “isole di socialità“.

PIÙ VERDE PUBBLICO NEI QUARTIERI

Il verde pubblico gioca un ruolo centrale nella trasformazione migliorativa dei quartieri. Si parte dai parchi esistenti, spesso degradati o poco valorizzati, e che – propone Possamai – potranno essere “adottati”, mediante lo strumento dei patti di collaborazione, da un’associazione o da una realtà di quartiere per la cura quotidiana di chi vive questi luoghi tutti i giorni, lasciando la manutenzione generale in capo al Comune. Ma tra le proposte c’è anche quella dei “pocket garden”, piccoli giardini pubblici che offrano spazi di riposo, relax, godimento del verde, da creare ovunque possibile su una scala di singola strada o di isolato.

Un’altra esperienza da potenziare è quella degli orti urbani. “Gli orti urbani non solo aiutano a combattere la speculazione edilizia e il degrado, soprattutto nelle aree periferiche delle città – commenta il candidato – ma rappresentano un benefico anche per la salute dei cittadini che passano molto più tempo all’aria aperta, contribuendo in prima persona a rendere la città un luogo più ecologico e vivibile”.

DECORO ED IDENTITÀ DEI QUARTIERI

In tema di ambiente e rifiuti, verrà migliorato l’inserimento delle isole ecologiche. Sia attraverso la regolarizzazione di un piano di posa che consenta una più facile pulizia, sia attraverso il potenziamento dell’attività di lavaggio strade: particolarmente importante anche in relazione alle problematiche legate alla qualità dell’aria, per la pulizia del suolo e la rimozione delle polveri che vengono messe in circolo dal transito delle auto.

Da ultimo, anche l’identità e la storia dei quartieri verranno valorizzate. Le nuove tecnologie consentono, con costi molto contenuti, di costruire efficaci operazioni di approfondimento e racconto sulle caratteristiche, le vicende storiche, le peculiarità e le attrattive di ogni quartiere della città. Ricorrendo a QR code sulle tabelle e a pagine dedicate sul sito del Comune per ogni quartiere della città, sull’esempio già sperimentato con soddisfazione da Verona.

Bellezza, cura, pulizia, vivibilità, socialità, comunità. Queste le parole d’ordine di Giacomo Possamai per il futuro dei quartieri. “Nella nostra visione non esistono centro e periferie: esistono parti diverse di una stessa città, ciascuna ricca del proprio profilo e della propria vitalità. Il nostro approccio alla cura urbana sarà la più visibile dimostrazione della tesi al centro della nostra campagna: la cura delle piccole cose non è in contrasto con l’ambizione di grandi progetti. E proprio dai piccoli interventi si possono ottenere grandi trasformazioni”.


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