Affidandola a Giambattista Duso(ad di Marzotto Sim partecipata con oltre il 9% da Banca Popolare di Vicenza) Banca d’Italia decise nel 2013 di stoppare la governance di Bene Banca, nonostante i risultati record e l’ampio rispetto dei ratios patrimoniali, perché, secondo gli acuti vigilantes, poteva andare incontro ad una possibile crisi.
Negli ultimi giorni si sta delineando nella terra del Monte Titano una storia incredibile che in taluni aspetti ha non poche similitudini col commissariamento “preventivo” di Bene Banca, la Bcc cuneese in salute commissariata per le “doti predittive e prognostiche” della vigilanza di Palazzo Koch.
La banca sammarinese ASSET è stata commissariata dalla Banca Centrale di San Marino, decisione poi revocata dagli organi giudiziari della Repubblica del Monte Titano per vizi procedurali, vizi di istruttoria ed altre anomalie.
Ma il comune denominatore tra le 2 vicende citate è stata l’opera di Giambattista Duso, il professionista individuato da Palazzo Koch che lo nominò il 2.5.2013 quale commissario di Bene Banca, e che nel 2017 è stato reclutato dalla Banca Centrale di San Marino che gli ha affidato l’incarico di valutare le sofferenze (NPL) di banca Asset.
Nel 2013 DUSO era al contempo amministratore delegato di Marzotto Sim SpA (la società di intermediazione mobiliare partecipata dalla Banca Popolare di Vicenza) ed in terra benese si distinse per una insolita rapidità.
Dopo soli 6 giorni di calendario – e 4 lavorativi – dall’insediamento nel ruolo di commissario, ossia l’intervallo di tempo tra il 9.5.2013 ed il 3.5.2013, infatti, Giambattista Duso decise, incurante di possibili conflitti di interessi, di aprire il rapporto di c/c presso la lontana Banca Popolare di Vicenza su cui in pochi mesi canalizzò – tra depositi ed obbligazioni – circa l’80% del patrimonio di vigilanza di Bene Banca, con un esempio di best practice e sana e prudente gestione senza pari.
E tutto ciò a favore di una banca, la BPVi, a 370 km da Bene Vagienna in spregio anche al requisito di territorialità – limite del 5% degli attivi per l’impiego fondi “fuori zona” di competenza – proprio delle banche di credito cooperativo.
Ebbene solo nelle ultime settimane, tra le polemiche scaturite tra opposizione e maggioranza della Repubblica di San Marino, sta emergendo un ruolo attivo di Giambattista Duso in relazione ad alcuni aspetti individuati dalle indagini contenute negli atti giudiziari relativi ai ricorsi contro il commissariamento e la successiva liquidazione coatta della banca Asset, con procedura sospesa prima e dichiarata illegittima poi, tra l’altro anche per violazioni di legge e difetto di istruttoria.
Ecco che proprio sulla forma emergono taluni profili di similitudine con il caso del commissariamento di Bene Banca, anche se è bene evidenziare come la Bcc benese sia stata restituita in bonis ai soci senza traumi dopo appena 12,5 mesi di amministrazione straordinaria (il caso più veloce della storia bancaria italiana).
Mentre ben altra sorte è toccata alla banca Asset, finita in Liquidazione Coatta, procedura poi impugnata, sospesa e dichiarata illegittima e tuttora pendente nelle stanze giudiziarie sammarinesi.
Appare altresì utile rammentare come proprio in ordine alle presunte irregolarità nella procedura interna adottata da Bankitalia nel commissariare Bene Banca, nonché alla evidente discrasia di date e numeri di protocolli degli atti interni di Palazzo Koch, l’intervento di massimo rigore della Vigilanza di Visco su Bene Banca sia tuttora sub judice avanti il Tribunale Ordinario di Roma, ove pende l’azione civile per querela di falso contro l’Authority sul credito, aggiornata all’udienza di precisazione delle conclusioni prevista per novembre 2019, dopo un singolare rinvio di ben 12 mesi pieni per “MOTIVI DI UFFICIO” dal 16.11.2018 e per i medesimi incombenti.
Ma le similitudini non finiscono qui.
Dopo la straordinaria rapidità decisionale sull’apertura dei rapporti di deposito di Bene Banca presso la Popolare di Vicenza, anche sul monte Titano Giambattista Duso ha dato prova di una insolita rapidità di esecuzione degli incarichi, tanto da suscitare non pochi sospetti e critiche.
Dalle pagine dei giornali locali e dai siti internet si apprende infatti come nell’arco di soli 9 giorni di calendario sarebbe stata effettuata l’analisi delle sofferenze di Banca Asset, peraltro portata a termine da consulenti esterni (proprio Duso ed un altro professionista bolognese) e non da pubblici ufficiali delle Repubblica di San Marino.
Nelle more dei ricorsi e delle prime pronunce, dalle risultanze degli atti giudiziari sammarinesi si apprende come l’incarico di valutazione degli NPL a Giambattista Duso sia stato affidato in data 5 aprile 2017 (le risultanze di tale analisi – si noti – sono alla base della LCA) dai Commissari i quali solo 9 giorni dopo (il 14.4.2017) avrebbero rassegnato le dimissioni “ritenendo che fossero ancora da circostanziare i fatti a base dell’amministrazione straordinaria”; ebbene in tale ristretto lasso di tempo sarebbe stata effettuata l’analisi commissionata e questo peraltro da una società “che risulta composta da due persone” …
Ogni commento appare oltremodo superfluo.
Qui mi fermo, con riserva tuttavia di ritornare in argomento non appena da San Marino arriveranno altre notizie interessanti e degne di menzione.
Allegati: alcuni articoli di testate sammarinesi tratti dalla reteAsset: nelle motivazioni della sentenza sulla l.c.a. un excursus sulla parabola finale dell’istituto
2 gen 2019
Sull’ipotesi di eventuali ricorsi il Presidente di BCSM, Catia Tomasetti, non rilascia commenti ulteriori rispetto a quanto già comunicato in precedenza, e ribadisce che “Banca Centrale, prima di qualunque decisione, deve ricevere ed esaminare accuratamente le sentenze”.
Due dispositivi – quelli sull’amministrazione straordinaria, e la L.c.a. di Asset -, strettamente correlati. In particolare, nella sentenza che dichiara l’illegittimità della liquidazione coatta, Isabella Pasini ha ravvisato, nella procedura seguita da BCSM, “vizi di difetto di istruttoria, violazione di legge oltre che di motivazione insufficiente e dubbia quanto alla identificazione dei suoi presupposti” nelle 80 pagine di motivazioni, un excursus della parabola finale di Asset: vicenda di centrale importanza, nella San Marino di questi anni, con pesanti risvolti anche di carattere politico.
Uno dei momenti centrali è il 13 giugno 2017; alle 10.30 era stata fissata l’udienza di discussione della domanda di sospensiva dell’amministrazione straordinaria, ma un quarto d’ora prima – si ricorda nella sentenza -, i legali di BCSM depositarono copia di “estratto verbale della seduta del Coordinamento della Vigilanza” sull’avvio del procedimento di l.c.a.. La domanda cautelare avanzata da Asset venne comunque accolta; ma Savorelli – si ricorda – mai considerò “l’invito a rivedere le determinazioni assunte”.
Si continuò a procedere, invece; fino al Decreto-Legge n.89 del 2017, firmato dalla Reggenza Zavoli-D’Ambrosio e dal Segretario di Stato Zanotti, che ratificò la cessione degli attivi e passivi di Asset a Carisp, e che superò anche il vaglio di costituzionalità; a firmare la sentenza del Collegio Garante, l’attuale Dirigente del Tribunale Giovanni Guzzetta. “Risulta che la cessione” – si legge nella sentenza della Pasini – fosse “stata già formalmente auspicata da BCSM, in data 30 maggio 2017 e dal Congresso di Stato” il giorno successivo.
Dunque ancor prima della liquidazione; prefigurandosi – continuano le motivazioni – “come strumento risolutivo”, ed “anticipando esiti che non potevano ancora essere noti, in ciò tradendo il vizio di sviamento di potere”. Interessante anche il passaggio nel quale si sottolinea come “le ragioni alla base della l.c.a.” trovino “il loro fondamento in verifiche e valutazioni” compiute da “consulenti esterni”, e non da pubblici ufficiali.
Si cita – tra gli altri – il caso della relazione “redatta dall’esperto indipendente Giambattista Duso, Sisco Servizi di Controllo sas, di Tibor Szep & C”. “Risulta – si legge – che l’incarico sia stato conferito dai Commissari Straordinari Dispinzeri e Pedrizzi, in data 5 aprile 2017”; 9 giorni dopo gli stessi Commissari avrebbero rassegnato le dimissioni“ritenendo che fossero ancora da circostanziare i fatti a base dell’amministrazione straordinaria”. Il fatto è che proprio in quel ridotto lasso di tempo – dal 5 al 14 aprile – sarebbe stata effettuata l’analisi su Asset, e questo da una società “che risulta composta da due persone”.
Nella stessa relazione si precisava come – anche in ragione del breve tempo a disposizione, e del mancato accesso a tutte le necessarie informazioni – le conclusioni sarebbero potute essere “soggette ad ulteriori modifiche”; e che l’“assesment” non avesse “valore di revisione contabile”. “Sarebbe già sufficiente tale affermazione – si legge nelle motivazioni – per ritenere le valutazioni degli organi della procedura, fondate su questa Relazione, affette da difetto di istruttoria”.
Anche la senatrice di Italia Viva Daniela Sbrollini, vice presidente della X Commissione Lavoro del Senato, ha espresso viva preoccupazione per la situazione della...