Gianfranco Baldin, da campione di padel a massaggiatore del volley

1138
Gianfranco Baldin
Gianfranco Baldin

Lo chiamano “il massaggiatore gentile”, perché Gianfranco Baldin, di Costabissara, sta sempre con lo sguardo vigile ai bordi dei campi da volley ed è pronto a correre non appena vede una smorfia di dolore sul volto di una giocatrice. Ed è proprio per il suo animo mansueto, e quell’educazione quasi antica e inconsueta, che ha lasciato i campi da calcio per il taraflex. E da 15 anni segue le giocatrici di Unione Volley Montecchio Maggiore, senza rimpiangere gli stadi.

“Per 25 anni ho fatto il massaggiatore di squadre di calcio, fino all’eccellenza. Poi ho lasciato non perché non amassi più il football, ma perché non era più un ambiente sereno – racconta -. Troppa maleducazione e aggressività. Io sono una persona buona e mite, vedere certe scene, con parolacce e cattiverie verso arbitri e allenatori, mi faceva male. Un giorno una giocatrice di volley di serie D, Rita Dalla Fina, mia compaesana, mi ha chiesto se potessi darle una mano e seguirla come massaggiatore. Ho accettato e da lì ho cominciato ad appassionarmi all’ambiente, dove invece ho trovato molta educazione e cortesia. E non ho più smesso”.

Gianfranco Baldin, che è stato dipendente di un’industria di farmaceutici, ha la passione per lo sport nel sangue.  “Da ragazzo giocavo a tennis, fino a quando, negli anni Novanta, mi sono avvicinato al padel, diventando uno dei pionieri in Italia insieme al vicentino Roberto Mandato e all’italo-argentino Martin Alejandro Calvelo – ricorda -. Con loro ho fatto il giro del mondo disputando prestigiosi tornei nazionali e internazionali. Io e Mandato giocammo quindici anni in coppia, vincendo il campionato nazionale 1994-1995. L’ambiente sportivo mi piaceva così tanto che ho iniziato ad appassionarmi alla fisioterapia e successivamente ho studiato come massaggiatore sportivo.

Ad un certo punto Rita Dalla Fina è approdata al Montecchio, e da lì non mi sono più mosso. Le ragazze, che spesso sono giovanissime, le tratto come se fossero figlie mie. Sono lontane da casa e dagli affetti, così a volte mi trovo a fare anche il confidente e a consolarle. Il periodo più difficile è stato durante il Covid. Avevamo tutti l’obbligo di mascherina e i materiali andavano continuamente disinfettati. I palazzetti erano vuoti, le ragazze erano tese e tristi. Un brutto periodo, che per fortuna è alle spalle”.

Baldin comincia il suo lavoro in palestra nel pomeriggio, tranne il sabato e la domenica, quando è presente anche al mattino. “Di solito faccio dei massaggi pre allenamento, sulle parti più sollecitate dal gesto tecnico come spalle, schiena, quadricipiti e ginocchia, che servono per decontrarre e quindi prevenire gli  infortuni in generale, che possono essere causati dall’impatto con il terreno di gioco e con il pallone. In caso di distorsioni o di contusioni, effettuo un primo intervento per lenire il dolore e accorciare i tempi di recupero. Dopo l’allenamento lavoro sempre sullo scarico. Un massaggio può durare anche 45 minuti, dipende. Lavoro spesso in tandem con Alessandro Paiolo, fisioterapista pure vicentino”.