Non sono tempi buoni per l’economia mondiale e in particolare per l’Italia. Il Covid-19 ha piegato in due ogni situazione di normalità ed ha costretto il Governo a correre ai ripari. In attesa dei primi fondi del Recovery Fund in arrivo, il nuovo Esecutivo guidato da Mario Draghi deve fare i conti con i cocci rotti ed affrontare non una ma molteplici situazioni in stallo o sull’orlo del baratro. Insomma, ora è il momento di fare le somme su quasi dieci mesi di chiusura forzata a causa del Covid prima, delle sue varianti poi.
Due lockdown hanno mischiato le carte di una situazione già fragile: l’Italia, dal duemila, è un Paese a crescita zero. Da marzo a giugno dello scorso anno inoltre la Penisola ha vissuto una fase inedita, con una chiusura forzata mai prima di allora vista. A ottobre e novembre, in pieno autunno, stagione di ripresa, c’è stato il bis. E per quanto soft, la divisione dell’Italia in fasce di colore differente ha acuito in alcuni casi le differenze, in altri ha peggiorato situazioni già gravemente compromesse.
Tra i settori più in affanno spicca senza dubbio il gioco fisico, uscito con le ossa rotte da non uno ma ben due lockdown. Subendo beffe su beffe anche nei ristori, col decreto che ha tenuto fuori il gioco nello scorso mese di novembre. Nessuno sarebbe dovuto rimanere solo, diceva l’ex premier Giuseppe Conte. Eppure i codici Ateco inclusi nel DL Ristori hanno escluso a suo tempo il gioco, privato di fondamentali contribuiti a fondo perduto. Ulteriori limiti ad una delle attività che più ha subito tagli, limitazioni e restrizioni. La sensazione è che, all’ultimo miglio del percorso, sarà tempo di darsi una mossa. Per evitare altre anomalie, certamente, ma anche che scompaia un settore con i suoi 150.000 dipendenti.
Al nuovo Esecutivo ora si chiedono risposte, al netto delle nuove misure restrittive prossime all’entrata in vigore. Si dovrà fare i conti anche con le amministrazioni locali, per via di quel titolo V della Costituzione che delega alle Regioni molti ed ampi poteri in legislazione, compresa legislazione da gioco. Gli unici segnali positivi in questo senso sono arrivati, nel corso dei mesi passati, dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. Nelle settimane finali del 2020 Marcello Minenna, il direttore, ha avviato il programma ufficiale per il riordino del settore. Tutela e rilancio le parole d’ordine. A difesa dei nascenti asset di mercato, come gli eSports, e delle certezze consolidate, come i casinò online.
Sono quest’ultimi i settori da tutela con maggior veemenza, quelli che in maggioranza hanno retti da soli l’onda d’urto del virus. Il settore digitale ha permesso alla filiera di reggersi grazie alla migrazione degli utenti terrestri verso le piattaforme online e all’utilizzo di strumenti promozionali come i bonus di benvenuto, offerte che già avevano riscosso un grande successo anche in altri settori tecnologici.
Questo inizio 2021 sembra confermare i medesimi trend dell’anno passato, ma questa volta il governo dovrà rispondere alle richeste degli oltre 150mila lavoratori della fiera che rischiano di essere esclusi precocemente dal mondo del lavoro.