Il Disturbo da Gioco d’azzardo nel Veneto sta vivendo un preoccupante aumento, inasprito dalle crisi economiche (dalla pandemia alla crisi ucraina). L’indicatore eclatante – dichiarano in un comunicato l’On. Enrico Cappelletti e la Sen. Barbara Guidolin del Movimento 5 Stelle – è l’enorme espansione dei volumi di spesa del gioco d’azzardo. Che aumenta nelle province più povere.
La Regione Veneto ha depotenziato la legge con la scusa di contenere il fenomeno; in realtà ha imposto restrizioni che si applicano solo alle nuove installazioni, lasciando praticamente indisturbate – proseguono Cappelletti e Guidolin – l’alluvione di punti di azzardo determinatasi negli ultimi decenni e cercando di legare le mani ai sindaci virtuosi che cercavano di arginarla. Prova ne sia, l’apprezzamento per queste misure giunto da quel settore.
Nel 2020, le strutture Ser.D. del Veneto hanno registrato 1.453 giocatori in trattamento, di cui 322 nuovi pazienti, mentre nel 2021, ci sono stati 1.345 giocatori in trattamento, di cui 275 nuovi pazienti. È sbagliato – proseguono i parlamentari veneto del M5S – pensare che basti finanziare le cure; serve prevenzione. E la prevenzione più efficace è ridurre il mostruoso giro d’affari.
La Lega agisca da Roma, applicando in modo corretto il divieto di pubblicità aggirato con mille trucchi. Intervenga controllando l’offerta di azzardo via Internet. E, in Regione, lasci ai sindaci Veneti virtuosi la possibilità di tutelare i cittadini dalla invasione di sale scommesse ed ogni altra forma di azzardo. È la prima forma di autonomia!
Ma la Lega, che con la bocca chiede maggiori competenze, – concludono Cappelletti e Guidolin – con le mani ha calato le braghe sulla competenza che già la Regione ha: la tutela della salute.
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