In Veneto nel 2020 oltre 100 mila under 30 non studia e non cerca occupazione e 5.800 under 40 sono espatriati. Ma tasso Neet in media UE (13,9%) uno dei migliori del Paese
“Le imprese venete hanno di fronte un dilemma: da un lato faticano a trovare il 54,9% della necessaria manodopera qualificata (operai specializzati) dall’altro ci sono -nel 2020- oltre 100 mila giovani veneti under 30 che non studia e non cerca occupazione e 5.800 giovani, con meno di 40 anni, che sono espatriati, molto probabilmente per lavoro”. A sollevare il tema Giorgia Speri, Presidente Gruppo Giovani Imprenditori di Confartigianato Veneto commentando i paradossi del mercato del lavoro analizzati da Confartigianato in occasione della Convention dei Giovani Imprenditori di Confartigianato dal titolo ‘2022. Tocca a noi!’a cui ha preso parte anche una nutrita delegazione regionale.
Secondo la rilevazione di Confartigianato, la distanza dei ragazzi italiani dal mondo del lavoro colloca il nostro Paese al primo posto nella Ue per la maggiore percentuale di Neet, pari al 23,1%, sul totale dei giovani tra 15 e 29 anni. La media europea si attesta, invece, al 13,1%. Addirittura, nel 2020, abbiamo toccato il numero più alto nell’ultimo decennio di under 35 inattivi che non studiano e non sono disponibili a lavorare: ben 1.114.000.
“Le cose –commenta Speri– vanno decisamente meglio in Veneto che non solo risulta in media euopea, la nostra percentuale si ferma al 13,9%, ma è anche la seconda migliore regione dietro alla sola provincia autonoma di Bolzano (13,3%). Va tenuto conto però anche del fenomeno della fuga all’estero dei nostri giovani; tra il 2016 e il 2020, tra i giovani veneti under 40 laureati, gli espatri hanno superato i ritorni di oltre 5mila500 unità. Abbiamo perduto più di mille ragazzi all’anno”.
“Il rapporto di Confartigianato –prosegue– mette in evidenza anche un punto dolente della nostra regione: la scarsa propensione a fare impresa per gli under 35. Il problema non è tanto nei numeri assoluti, infatti a fine 2021 gli imprenditori e lavoratori autonomi under 35 in regione sono ben 49mila e 10.209 le imprese artigiane, ma nella propensione ad aprire nuove imprese e quindi il loro peso sulle nuove iscrizioni. Nel 2021 l’incidenza delle nuove imprese artigiane giovanili sul totale iscrizioni artigiane è del 32,2% uno dei dati più bassi d’Italia e sotto la media nazionale che è di 33,7%. Nota incoraggiante nell’ultimo triennio, in Veneto, si è riscontrato un incremento di 3,2 punti percentuali del loro peso sul totale.
Ma i giovani imprenditori, che per reagire alla crisi puntano anche sulla qualità del personale, devono fare i conti con le difficoltà a reperire manodopera specializzata e qualificata soprattutto tra i loro coetanei. Nel 2021 di fronte ad un 30,2% di assunzioni previste di under 30 (valore che cresce per le MPI al 32,9%), ben il 38% sarà di difficile reperimento”.
“Puntiamo ad una Veneto a misura di giovani e di piccola impresa –sostiene il Presidente di Confartigianato Veneto Roberto Boschetto– con riforme che liberino energie e talenti, accrescano le competenze, migliorino l’efficienza dei servizi pubblici, eliminino ostacoli e oneri fiscali e burocratici. Solo investendo sulle nuove generazioni e sulla loro formazione possiamo garantire futuro al made in Italy”.
“I numeri veneti – conclude Speri – mettono in luce l’urgenza di cambiare passo nelle politiche giovanili. Il futuro è già oggi. Quindi servono interventi immediati per ridurre il gap tra scuola, sistema della formazione e mondo del lavoro, investimenti per favorire il passaggio generazionale nelle imprese, sostegni per i giovani che si mettono in proprio soprattutto sul fronte dell’innovazione, della ricerca e dell’internazionalizzazione