Giornata delle Forze Armate e dell’Unità nazionale, Aduc: “il 4 novembre bisognerebbe essere in lutto”

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Abbiamo rispetto per le Forze Armate e di chi ne fa parte. I militari, da quando è stato abolito il servizio militare obbligatorio, è un lavoro come altri dipendenti dello Stato, in una Repubblica fondata sul lavoro (1). La nostra società, al momento, non ha ancora superato la necessità delle Forze Armate, soprattutto per le missioni internazionali che queste svolgono, ché per i problemi interni abbiamo la Polizia del ministero degli Interni e – settore delle Forze Armate- i Carabinieri (2).  Aduc (qui altre note Associazione per i diritti degli utenti e consumatori su ViPiu.it, ndr).

Il 4 novembre si festeggiano le Forze Armate e l’Unità nazionale. L’accoppiata vuol dire che c’è rapporto tra nazione e militari, dove questi ultimi garantiscono la prima. Abbiamo dubbi che nel 2021 questo abbia senso e funzionalità.

La nazione Italia (3), quella che ha ceduto sovranità del diritto all’Unione Europea, è in via di estinzione. Permangono ovviamente gli aspetti amministrativi territoriali e quelli culturali, ma non ostativi all’Ue, bensì arricchenti il processo federalista del continente europeo (4).

L’Unità nazionale grazie alle Forze Armate ci fa pensare ad un mondo che abbiamo già superato (5). Una Unità che oggi non si basa sulle Forze Armate, ma su cultura, storia e arte (6).

Non ultima la data scelta per questa “festa”, il 4 novembre, anniversario della fine della Prima Guerra Mondiale. Un tragico conflitto che ci costò un milione e duecentomila morti (600.000 civili e 600.000 militari). Per la prima volta nella storia a morire per guerra non erano solo i militari al fronte, ma in pari numero i civili vittime di bombardamenti o di stenti, malattie, epidemie causate dalla guerra stessa. In quella guerra si usarono per la prima volta armi di sterminio di massa, si bombardarono le città. Un metodo seguito dalla successive guerre del secolo scorso e quelle in corso ancora oggi, dove sono principalmente i civili a morire e le nuove armi sono sempre più micidiali.

Il 4 novembre dovrebbe essere ricordato come lutto, sconfitta dell’umano verso l’altro umano. Le ricorrenze con l’elogio della propria potenza militare, lasciamole a quei regimi che – Italia con altri – combattiamo con le armi della politica.

1 – articolo 1 della Costituzione

2 – anche se i Carabinieri, specializzati in alcune funzioni, sono spesso in missioni internazionali

3 – a parte osservazioni sul dubbio che il nostro Paese possa essere considerato nazione nell’accezione originaria garibaldina e piemontese.

4 – la Brexit e i problemi con Ungheria e Polonia e non solo, li consideriamo come assestamenti e chiarificazioni in questo processo.

5 – anche grazie alle Forze Armate, nonostante la loro dissoluzione quando le forze alleate di tutto il mondo (Usa e Uk in testa) ci liberarono dal nazi-fascismo.

6 – L’Italia, in Italia e nel mondo, è cultura, storia e arte non certo militari.