Giornata mondiale asma, 10 falsi miti da sfatare

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(Adnkronos) – L'asma è la malattia cronica più diffusa in età pediatrica e rappresenta una delle principali cause di assenza da scuola. Colpisce circa 1 bambino su 10 nei Paesi occidentali e, se non adeguatamente trattata, può compromettere non solo la salute respiratoria, ma anche la qualità della vita, incidendo su attività fondamentali come gioco, sport, sonno e apprendimento. In occasione della Giornata mondiale dell'asma 2025 che si celebra il 6 maggio – promossa dalla Global Initiative for Asthma (Gina) allo scopo di aumentare la conoscenza della malattia e migliorarne il trattamento – la Società italiana per le malattie respiratorie infantili (Simri), affiliata alla Società italiana di pediatria (Sip), rinnova il suo impegno con un'iniziativa concreta rivolta alle famiglie: per tutto il mese di maggio in 56 centri specializzati sul territorio nazionale (la lista al link https://www.simri.it/evento/giornata-mondiale-dellasma-6-maggio-2025) saranno offerte spirometrie gratuite per bambini e adolescenti, insieme a momenti di confronto e informazione.  L'edizione 2025 della campagna Simri ha un messaggio chiaro: l'asma si può e si deve gestire bene. Conoscere la malattia è il primo passo per non farsi condizionare dalla paura, ma anche per evitare l'errore opposto: minimizzare e trascurare. "Ancora oggi – dichiara Stefania La Grutta, presidente Simri – circolano troppe idee sbagliate intorno all'asma infantile. Alcune sono retaggi del passato, altre frutto della paura o della disinformazione. Una cattiva informazione può portare i genitori a imporre limitazioni ingiustificate ai figli, impedendo loro di vivere serenamente, oppure a trascurare sintomi e terapie, esponendo i bambini a rischi evitabili. E' fondamentale promuovere una corretta conoscenza dell'asma per garantire ai bambini una vita serena e attiva".  Ecco i 10 falsi miti da sfatare per aiutare i bambini a convivere meglio con l'asma, secondo gli esperti Simri. 1. "Passerà con la crescita": si crede che l'asma sia solo una fase passeggera dell'infanzia. E' vero che in alcuni casi i sintomi migliorano con l'età, ma nella maggior parte dei bambini con diagnosi confermata l'asma è una malattia cronica. Anche se i sintomi si attenuano, la predisposizione può rimanere e riattivarsi in presenza di allergeni, infezioni o sforzi fisici intensi. Pensare che l'asma si risolva 'da sola' può portare a sottovalutare i sintomi o ad abbandonare precocemente le cure, aumentando il rischio di attacchi acuti e di complicanze. E' invece fondamentale mantenere il controllo della malattia nel tempo. 2. "L'attività fisica è sconsigliata": lo sport non solo è consentito, ma è raccomandato. Molti genitori, per paura, limitano l'attività fisica dei figli, ma nei bambini con asma ben controllata l'attività fisica fa bene, migliora la funzionalità respiratoria e la qualità della vita. Di contro, l'inattività può peggiorare il controllo dell'asma. E' importante solo adottare alcune precauzioni, come il preriscaldamento e, se necessario, l'uso di broncodilatatori prima dello sforzo. 3. "In vacanza si può sospendere tutto: sta meglio": l'asma non va in vacanza. Anche durante i viaggi, il bambino deve continuare la terapia. E' importante portare con sé i farmaci, seguire il piano terapeutico e prestare attenzione a eventuali allergeni presenti nel luogo di villeggiatura. Una buona organizzazione garantisce una vacanza serena e sicura per tutta la famiglia. 4. "Se ha tosse con fischio, è asma": una tosse sibilante può avere molte cause diverse, come infezioni virali, malformazioni delle vie aeree o inalazione di corpi estranei. Non sempre la tosse accompagnate da un 'fischio' è asma. E' importante una valutazione accurata che includa anamnesi dettagliata, esame obiettivo e test strumentali per evitare diagnosi errate e trattamenti inappropriati. Solo una diagnosi corretta consente una terapia efficace. 5. "Basta una visita per capirlo": la spirometria è l'esame di riferimento per diagnosticare e monitorare l'asma. Si tratta di un esame semplice, non invasivo e indolore che può essere eseguito a partire dall'età scolare. Permette di misurare l'ostruzione bronchiale in modo oggettivo ed è fondamentale per distinguere l'asma da altre condizioni simili (come bronchiti o infezioni virali). 6. "E' una malattia da allergia": molti casi di asma sono legati ad allergie, ma non tutti. Spesso l'asma allergico si accompagna ad altre manifestazioni allergiche (congiuntivite, rinite, dermatite atopica). Esistono anche forme non allergiche, scatenate da infezioni, stress o fattori ambientali. Capire la causa specifica è essenziale per una gestione efficace. 7. "Solo lo sforzo fisico scatena le crisi": l'asma può peggiorare per molteplici motivi, non solo per lo sforzo fisico. Altri fattori scatenanti comuni includono l'aria fredda, l'inquinamento atmosferico, i pollini, le emozioni intense, l'umidità e soprattutto le infezioni virali, molto frequenti in età pediatrica. Capire quali sono i fattori che agiscono sul singolo bambino è fondamentale per adottare strategie preventive mirate e personalizzare la terapia. In molti casi è possibile continuare a praticare sport in sicurezza, se si tiene sotto controllo l'esposizione a questi fattori. 8. "L'inquinamento non ha impatto sull'asma": al contrario, i bambini che vivono in aree inquinate hanno maggior rischio di crisi asmatiche. Anche il fumo passivo e gli inquinanti indoor, come muffe e prodotti per la pulizia, possono peggiorare la situazione. Ridurre l'esposizione all'inquinamento e adottare comportamenti protettivi (come evitare attività fisica all'aperto nei giorni con aria particolarmente inquinata e favorire la ventilazione degli ambienti chiusi) sono misure utili per prevenire l'aggravarsi dell'asma. 9. "Trovata la terapia giusta, si prende per tutta la vita": la terapia dell'asma non è fissa né immutabile. Va personalizzata in base alla gravità della malattia, alla risposta ai farmaci e all'evoluzione dei sintomi. L'obiettivo è mantenere il controllo dell'asma con la dose minima efficace di farmaci, evitando il sovra-trattamento. Questo richiede un monitoraggio periodico con lo specialista, che potrà decidere se e quando ridurre o modificare la terapia. In alcuni casi, soprattutto nei bambini, i sintomi possono regredire nel tempo, permettendo un adattamento del trattamento. 10. "Se non ha sintomi, può smettere i farmaci": anche in assenza di sintomi, l'infiammazione può persistere. Sospendere la terapia senza consultare lo specialista può causare riacutizzazioni improvvise e rischi evitabili. Il mantenimento è parte integrante della cura. E' importante seguire le indicazioni del medico curante, che potrà decidere, eventualmente, se è il momento giusto per ridurre o sospendere la terapia di mantenimento in modo graduale e sicuro.  —salutewebinfo@adnkronos.com (Web Info)