“Ricordare, etimologicamente è il riportare il passato al presente del cuore. E’ una dimensione intima personale: il ricordo non è questione di un giorno all’anno in cui si celebra un momento, è questione quotidiana”. Così Roberto Ciambetti (Lega) presidente del Consiglio regionale del Veneto, introduce in un comunicato la Giornata del Ricordo “voluta dal legislatore per commemorare gli assassinati e i travagli di chi imboccò la via dell’esodo: Ricordiamo tutte le vittime di quella pulizia etnica che travolse gli italiani di Istria, Carnaro, Dalmazia e Venezia Giulia. Un calcolo esatto degli assassinati a partire dal 1943 fino ben oltre la conclusione del Secondo conflitto Mondiale non è possibile: i numeri, aggiungendo anche gli affogati, gli assassinati e gli scomparsi in terraferma, passano da almeno 5 mila a oltre 11 mila morti , se non più, ai quali andrebbero aggiunti circa 3.174 vittime nei gulag titini, ma il calcolo esatto è pressoché impossibile. Comunque sono migliaia di Italiani e tra questi anche i caduti nella prima strage nella storia della Repubblica italiana, quella di Vergarolla, sulla quale non si volle far luce”.
“Chi riuscì a salvarsi dalla violenza brutale delle truppe titine cercò salvezza nell’esilio: esperienza amara per circa 350 mila connazionali, immorale e indegna spesso l’accoglienza, devastante il silenzio fatto scendere su una pagina drammatica della storia italiana, una ferita tutt’altro che rimarginata -prosegue Ciambetti – Siamo a tal punto immemori, d’aver dimenticato che il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi firmò il 21 settembre 2001 il decreto con cui conferiva al Gonfalone della città di Zara la medaglia d’oro al Valor militare , medaglia mai da allora apposta. Sono trascorsi vent’anni. Anche davanti a questi episodi dobbiamo interrogarci sulle polemiche che ricorrenti riemergono davanti al ricordo di chi, ancora oggi, può ben ritrovarsi nei versi di Biagio Marin: ‘E adesso semo comò pagia al vento/e no podemo méte piu radise,/co’l cuor che duol in continuo lamento/co’boca che no sa quel che la dise’. La Giornata del Ricordo non è fatta per gli Esuli e i loro discendenti o per quanti videro assassinati in modo atroce amici o parenti: il ricordo – conclude Ciambetti – deve essere, senza polemiche, senza strumentalizzazioni, per noi tutti. Per tutti ricordare deve essere un impegno. Ricordare per capire, invece, è un dovere”
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