Sono arrivati a Vicenza nelle scorse ore 26 giovani ucraini che trascorreranno alcuni giorni nella diocesi berica grazie alla sinergia tra la Pastorale giovanile della Chiesa ucraina greco-cattolica e l’Azione Cattolica nazionale, in particolare le sezioni di Bologna e Vicenza che hanno coinvolto le rispettive diocesi. In tutto saranno 50 gli ucraini accolti nelle famiglie delle due diocesi dall’1 al 7 gennaio 2024.
Dopo aver partecipato a un incontro di preghiera a livello europeo promosso dalla comunità ecumenica di Taizé a Lubiana, i giovani ucraini sono arrivati al Centro Diocesano Onisto di Vicenza ieri pomeriggio e rimarranno fino al 7 gennaio presso famiglie ospitanti. “Sono soprattutto giovani donne e alcuni orfani di guerra”, ha spiegato Dino Caliaro, presidente della sezione vicentina di Azione Cattolica. “Avremmo accolto altri giovani, anche maschi, ma gli uomini maggiorenni non possono lasciare l’Ucraina”.
Il gruppo dei giovani ucraini incontrerà il vescovo Giuliano e il sindaco di Vicenza, Giacomo Possamai, prima della Messa dei popoli che verrà celebrata in Cattedrale il 6 gennaio alle 10 e 30. Tradizionalmente viene ricordata anche come Festa dei popoli, curata in particolare dall’Ufficio diocesano per la Pastorale dei Migranti, perché ricorda l’incontro dei Magi con il Bambino Gesù, segno della manifestazione divina a tutti i popoli del mondo. Il tema per il 2024 è “Migranti: liberi di scegliere se migrare o restare”. Quest’anno a Vicenza vi sarà dunque una nota mondiale particolare con la presenza anche dei giovani ucraini, che ripartiranno il giorno dopo per la loro terra d’origine.
“Sono segni importanti per continuare a dire insieme che la guerra non risolve i conflitti, ma porta solo altra distruzione, impoverimento economico, ma soprattutto umano”, ha commentato il vescovo della diocesi di Vicenza, monsignor Giuliano Brugnotto.
“Sono molto contento di questa iniziativa – ha aggiunto -. È una grande gioia avere qui con noi questo gruppo di giovani e aspetto di poterli incontrare: sono ragazzi che certamente hanno molto da dirci con la loro testimonianza, perché sono stati purtroppo già duramente provati dalla vita e dalle scelte di adulti che non riescono a trovare modi pacifici per vivere. Basti pensare che mentre stavano attraversando il confine con la Polonia, le loro città sono state duramente attaccate”, ha proseguito il vescovo di Vicenza.
“L’inizio del 2024 è segnato anche per la diocesi di Vicenza in modo particolare dalla pace. Dopo il tradizionale Cammino di Pace del 1° gennaio che ha visto coinvolte oltre 500 persone, l’arrivo di questi nostri fratelli e sorelle ucraini ci ricorda che la pace va costruita con gesti concreti”.